Parola di vita – giugno 1984

PERCHÈ EGLI CI SALVI...

di Chiara Lubich

 

« Dio non ha mandato II Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui  » (Gv 3, 17).

 

Nel linguaggio biblico « giudicare » significa « condannare ».

La Parola di Vita di questo mese ci dice, dunque, che Dio non ha mandato il Figlio per condannare il mondo, ma perché esso si salvi per mezzo di lui.

Siamo di fronte ad un'affermazione di una portata immensa. Gesù ci svela il vero volto di Dio, che è amore, e l'aspetto più toccante di questo amore è la misericordia. L'amore ha spinto il Padre a mandare il Figlio suo nel mondo; ed in tutto l'agire di Gesù noi tocchiamo questo amore sconfinato del Padre. E' un amore che va in cerca dell'uomo, che lo aspetta sempre, che va al di là di tutte le sue colpe, che perdona e che salva.

Basta ricordare certi episodi meravigliosi del Vangelo, che ci mostrano l'amore di Gesù verso i peccatori (la peccatrice, Zaccheo, l'adultera, ecc.), o le parabole della misericordia (il figliuol prodigo, ecc.).

« Dio non ha mandato II Figlio nel mondo per giudicare Il mondo, ma perché II mondo si salvi per mezzo di lui ».

Per capire meglio queste parole di Gesù, sarà bene collegarle con quelle che le precedono immediatamente. Esse dicono: « Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Figlio suo unigenito, affinché chiunque crede in lui non perisca. ma abbia la vita eterna p (Gv 3, 16).

L'amore infinito di Dio aspetta dunque da noi una risposta: credere al Figlio suo, credere che Gesù ci accetta a braccia aperte tutte le volte che, sinceramente pentiti per averlo offeso con il nostro peccato, facciamo ritorno a lui, credere alla sua misericordia.

« Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui »

Oggi si può mancare in diversi modi contro la misericordia di Dio.

Un primo modo, purtroppo assai diffuso, è quello di non riconoscere più la realtà del peccato e quindi anche il proprio peccato. E, quando uno non si riconosce peccatore, non sente più il bisogno del medico. Un tale atteggiamento sbarra automaticamente la strada alla misericordia di Gesù, il quale è venuto non per coloro che si ritengono giusti ed autosufficienti. ma per coloro che si riconoscono peccatori ed incapaci di praticare il bene senza il suo aiuto (cf. Lc 5, 31-32).

Si può mancare contro la misericordia di Dio anche non credendovi pienamente.

Molti cristiani credono nella misericordia di Dio, perché lo hanno imparato dal catechismo. Ma si tratta di una fede rimasta a livello nozionale, intellettuale, che non riesce di fatto ad impregnare la vita di ogni giorno. Ci si rinchiude magari in tanti ragionamenti, si pensa continuamente ai propri peccati con un senso di rimpianto, che scaturisce più dall'orgoglio che dal dolore di aver offeso Dio, ci si lascia prendere dallo scoraggiamento. E tutto ciò dimostra che ci si appoggia più su di noi che sulla misericordia infinita di Gesù e sulla potenza della sua grazia.

Credere nella misericordia divina, invece, significa essere effettivamente convinti che, se noi gli chiediamo perdono. Gesù cancella completamente i nostri peccati, e poi rimetterci subito a seguirlo.

«Dio non ha mandato II Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui».

Come vivere allora questa Parola di Vita?

Dobbiamo credere concretamente nera misericordia di Gesù senza alcun limite; dobbiamo fargli il dono del nostro nulla tutte le volte che le nostre mancanze e le nostre debolezze ce ne facessero fare l'esperienza, convinti che questo dono - se accompagnato dal proposito di ricominciare subito - non è un atto di superficialità, ma un atto di amore puro, che attira il suo perdono e la sua grazia, ed è la risposta più bella che possiamo dare al suo amore.

La misericordia di Gesù ci raggiunge in modo particolare poi attraverso i sacramenti, specialmente attraverso quelli della Confessione e dell'Eucaristia. Dovremo, dunque, vivere sempre meglio il sacramento della Confessione, aprendo il nostro cuore con sempre maggior semplicità, senta timore e vergogna come fossimo veramente davanti a Gesù. E dovremo accostarci in modo sempre più sentito al Sacramento dell'Eucaristia.

Un effetto dell'Eucaristia infatti - se la riceviamo col desiderio di crescere in quell'amore che Gesù ci ha insegnato - è appunto quello di purificarci da tutte le imperfezioni e dai residui dei peccati, in cui cadiamo ogni giorno.

« Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo. ma perché il mondo si salvi per mezzo dl lui »

Dice il Vangelo: «Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione» (Lc 15, 7).

Non è forse il caso per tutti noi peccatori, quali siamo sempre, di tornare e ritornare nelle braccia della misericordia di Dio anche per poter dare a Dio, da questa terra, un po' di gioia?

Non potrebbe essere questo un modo per attirare sul nostro pianeta, dilaniato da mille mali e pericoli, già qua e là in preda a guerre, e minacciato da conflagrazioni atomiche, la benedizione di Dio?

Chiara Lubich