Note in
margine ad un volume di recente pubblicazione
TEOLOGIA SPIRITUALE - PROSPETTIVE OGGI
a cura di Paul Hirtz
Nessun teologo moderno ha tanto rivendicato l'importanza dell'esperienza mistica per l'approfondimento teologico del mistero cristiano quanto Hans Urs von Balthasar: che già dal 1948, nel suo articolo programmatico «Teologia e santità », rilevava significativamente il fatto, troppo spesso ignorato, «che fin dall'alta scolastica vi siano stati ormai solo pochi teologi santi » (1).
Tuttavia, mentre lo «scisma tra teologia e spiritualità » (Balthasar) appare ancora tutt'altro che superato, d'altra parte già a partire dagli ultimi anni del secolo XIX si riscontra un sempre maggiore interesse teologico per una «teologia spirituale». Da allora - e specie in questi ultimi decenni - s'è andata sempre più chiarendo l'idea di una Teologia spirituale come disciplina teologica vera e propria, la cui riflessione abbraccia non solo una parte, ma l'intero orizzonte del mistero cristiano - in quanto vissuto, sperimentato, appropriato.
Con ciò, sebbene i problemi epistemologici e metodologici della Teologia spirituale come «scienza» teologica siano rimasti tuttora aperti, si può dire che essa stia vivendo oggi «una stagione particolarmente favorevole e feconda » (2). Lo confermano le numerose e notevoli pubblicazioni - miscellanee, monografie, soprattutto i diversi Dizionari di spiritualità (3) recentemente diffusi in Italia. Di particolare rilievo appare, tra gli altri, il volume Problemi e prospettive di Spiritualità (4), che si avvale dei contributi di ben 20 specialisti e teologi di fama internazionale tra cui nomi quali Jurgen Moltmann, Ghislain Lafont, Karl Rahner. I curatori dell'opera si sono proposti di presentare, per quanto possibile, un quadro organico dello sviluppo avutosi nel campo della Teologia spirituale dal Vaticano li fino ad oggi, raccogliendone i frutti e i contenuti più salienti.
La nota dominante nei vari contributi - come del resto
in tutta la recente ricerca teologica - è senz'altro lo sforzo di rispondere
alle esigenze profonde ed autentiche dell'uomo contemporaneo e della cultura
occidentale. Per questo,
Alcune linee emergenti nella
Teologia spirituale
Nel leggere con attenzione il libro, non si potrà non cogliere come, entrando in dialogo con l'uomo e la cultura moderni, molte prospettive della Teologia spirituale siano oggi profondamente cambiate. Tenteremo qui di tracciare alcune linee emergenti (5).
Un primo, significativo rilievo si potrebbe riferire
al superamento di un'antropologia dualistica che tende a privilegiare l'anima a
danno del corpo » (6).
Nel primo saggio del nostro volume, G. Lafont evidenzia il fatto che « ogni
esperienza spirituale, se è veramente umana, è anche inseparabilmente corporale
» (p. 13), e ne sviluppa una originalissima fenomenologia. Nella sua ricerca di
un'immagine integrale dell'uomo e della sua corporeità,
In stretto legame con un'antropologia più pienamente articolata sta il tentativo di superare la spiccata tendenza individualistica nell'impostazione tradizionale della vita spirituale. Osserva infatti J. Aumann che «il cristiano di oggi è diventato molto più sensibile al secondo precetto della carità: "amerai il tuo prossimo"» (p. 111). «L'orientamento verso "l'altro" e il ruolo che ha 1'interpersonalità nell'esperienza spirituale aprono un nuovo orizzonte alla Teologia spirituale: « la possibilità di riscoprire il proprium dell'esperienza biblica di Dio: questa non può darsi, in ultima istanza, come ascensus verso l'Oggetto immenso, ma solo come descensus dello Spirito a creare la nuova soggettività capace di dono; non come ricerca dell'Amato ma come obbedienza all'Amore. Dio adviene nel prossimo: è questa la sua trascendenza su di noi, che fa tutt'uno con la nostra esperienza di Lui, perché è la trascendenza del presentarsi come Colui che, nel volto dell'altro, limita la nostra "volontà di potenza" (non esclusa l'onnipotenza del "desiderio religioso") » (8).
I teologi cercano in diversi modi di enucleare un tipo di spiritualità che sappia illuminare nel profondo la dinamica dell'interpersonalità - fondata ultimamente nella stessa specifica «trinitarietà» del Dio-amore cristiano - e di interpretarla alla luce dell'Evento Pasquale. Così, tra gli altri, Moltmann: « Chi ama muore di molte morti. Il vivere-con-Cristo consola per continuare a vivere e a risorgere nell'amore... E chi ama fa esperienza di parecchie risurrezioni. Fra le eccezioni dei mistici e dei martiri abbiamo una quotidiana meditatio crucis in passione mundi » (p. 385).
Sarebbe qui il luogo proprio per segnalare quindi
l'emergere di un discorso « nuovo » nella Teologia spirituale, a proposito di
una « spiritualità » o « mistica comunitaria »: « L'esperienza spirituale,
qualunque sia il modo in cui si verifica, non è mai un fenomeno isolato; essa
nasce e si propaga in quello che potremmo chiamare (togliendo al termine la sua
connotazione cattolica) un corpo mistico » (9) . Sono spunti, ipotesi di lavoro,
tentativi vari di delineare con maggior chiarezza le intrinseche dimensioni «
comunitarie » di un'autentica spiritualità cristiana - un tema, tra l'altro,
che nella sua portata coinvolge tutta la vita della Chiesa, nella sua realtà profonda
e nel suo cammino di autocomprensione. Ma più ancora ci sembra che - anche
attraverso l'impulso dei carismi spirituali del nostro tempo, coi vari
movimenti comunitari (10)
da essi nati e vivificati - lo Spirito stia realmente parlando nella Chiesa un
linguaggio « nuovo », di cui
Un altro mutamento di prospettive concerne l'idea del rapporto tra spiritualità e « mondo » nella Teologia spirituale odierna. Aumann, a tale proposito, sottolinea che « il cristianesimo contemporaneo è diventato secolarizzato nel senso che vede la necessità di intrattenere rapporti col mondo, di far uso dei beni creati, di coltivare e governare il mondo secondo il comando di Dio » (p. 111). Per una Chiesa che si autodefinisce « dialogo » (Paolo VI), e in cui emerge sempre più la «dignità carismatica dei laici» (11) , l'impegno nel mondo e per il mondo è essenziale. Oggi, quindi, temi come quelli della « santità laica » (p. 188 ss.), della « spiritualità liberatrice » (12) , sono tra i più sentiti - mentre pare definitivamente abbandonato un concetto « evasivo » di vita spirituale: è ormai tramontato il tempo in cui ci si poteva permettere di « vivere la pietà della Filotea lontano dal mondo e dalla ominizzazione del mondo» (Rahner).
Verso una nuova
esperienza di Dio?
L'uomo intero, l'altro, il mondo - ecco le
direttrici di fondo sulle quali sembrano muoversi le correnti dell'attuale
Teologia spirituale, nello sforzo di « aggiornare » sé e l'esperienza spirituale
cristiana al mondo contemporaneo. Gli spunti evidenziati in questi brevi
accenni indicano il. dischiudersi di orizzonti nuovi, dei quali
Certo, con queste considerazioni andiamo ben oltre
quegli argomenti che interessano strettamente
Paul Hirtz
Note
(1) Verbum Caro, Morcelllana, Brescia 1975,
p. 200.
(2) J.Castellano Cervera, Tendenze emergenti
dalla riflessione teologica contemporanea: prospettive attuali della Teologia
Spirituale, in « Nuova Umanità » 30 (1983), p. 57.
(3) Cf, tra questi: Dizionario Enciclopedico dl
Spiritualità, a cura di E. Ancilli, Studium. Roma 1975-76; Nuovo
Dizionario dl Spiritualità, a cura di S. De Fiores e T. Goffi, Paoline,
Roma 1979; Dizionario dl spiritualità del Laici, a cura di E. Ancilli,
Opera della Regalità, Milano 1981, 2 vol.
(4) Problemi e prospettive dl Spiritualità, a
cura di T. Goffi e B. Secondin, Querinlana, Brescia 1983.
(5) Cf. S. De Fiores, Spiritualità contemporanea,
nel NDS, cit., pp. 1525-1540.
(6) Ibld., p. 1537.
(7) Cf. Discorso del 3 maggio '81 alla « Giornata
della famiglia » del Movimento Famiglie Nuove, su Gen's n. 8/1981.
(8) A. Rizzi, Essere uomo spirituale oggi, in
« Problemi e prospettive... », cit., p. 185.
(9) G. Lafont, L'esperienza spirituale e il corpo,
in ibid., p. 30.
(10) Cf. B. Secondin, Movimenti comunitari,
in ibid, pp. 385-408.
(11) Ibid., p. 405.
(12) Cf. S. De Fiores, Spiritualità contemporanea,
nel NDS, cit., pp