VOCAZIONE ECUMENICA

editoriale di Hubertus Blaumelser

 

Torniamo ancora a parlare d'ecumenismo. Ce lo suggerisce più d'un importante avvenimento di questi mesi. Ma non è tanto per commentare. E' piuttosto per una convinzione di fondo: oggi più che mai urge che la Chiesa scopra e viva fino in fondo la sua vocazione ecumenica. «In un'epoca di grandi tensioni, che scuotono il corpo terreno dell'umanità, il servizio più importante della Chiesa - ha detto il Papa ai sacerdoti venuti a Roma per il giubileo del clero - nasce dall'unità dello Spirito, affinché non soltanto non subisca essa stessa uno divisione dal di fuori, ma riconcili e unisca gli uomini in mezzo alle contrarietà che si accumulano intorno a loro e in loro nel mondo d'oggi».

Urgenza dell'unità, dunque. Ma quale unità? Incontrando a fine febbraio il metropolita ortodosso Kostantinides a Bari, il Papa ha dato un'illuminante spiegazione: «L'unità è la forma che soltanto l'amore può dare alla vita: essa non è assorbimento e neppure fusione». Unità non monolitica, ma dinamica, « trinitaria », carica dei « tesori della genialità » di cui ciascuno - e ciascuna Chiesa - è portatore. In segno di questa unità, che non annulla ma esalta la varietà, Giovanni Paolo II e Kostantinides hanno compiuto un gesto simbolico, versando due ampolle d'olio - una dall'Oriente, l'altra dall'Occidente - nei vasi di una artistica lampada, affinché alimentassero un'unica fiamma.

L'unità è ancora da realizzare, d'altra parte. « La Chiesa - ha detto ancora il Papa - è sottoposta anch'essa alla drammatica tensione della crescita, alla dura legge dello sviluppo ». E non possiamo sostituire un cammino da fare « nel travaglio della storia » con atti-forza suggeriti dalla impazienza. Occorre prenderne coscienza; ma poi occorre anzitutto vivere, con e nella Chiesa, questo cammino di crescita. Non possiamo certo delegare ad altri l'impegno per l'unità - anche al di là dello sforzo di ricomposizione della comunione piena tra le Confessioni cristiane. Dobbiamo proprio scoprirla, ognuno - la nostra « vocazione ecumenica ».

Hubertus Blaumelser