Un pensiero spirituale

AMARE ”ALLA TRINITÀ”

di Pasquale Foresi

 

«Ama il prossimo tuo come te stesso» (Mc.12, 31).

«Come sé» certamente vuol dire che non dobbiamo fare agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi. Ma questo è solo l'aspetto negativo, evitare cioè di fare il male al prossimo. Gesù non ci dice solo questo; ci dice di amare il prossimo come sé. E amare vuole certamente indicare fare il bene che vorremmo fosse fatto a noi. Ma anche questo è solo un aspetto di quello che la frase di Gesù contiene; è l'aspetto della carità materiale, il servizio verso gli altri; il dare i propri denari, o la propria fatica, o il proprio tempo, perché gli altri ne ricevano un beneficio. È certamente compreso tutto questo nel comando di Gesù, ma egli vuole di più: vuole che noi agli altri doniamo quello che spiritualmente abbiamo, che amiamo gli altri come noi, facendo loro comprendere il valore della vita cristiana, portandoli a scoprire che Cristo è il Figlio di Dio e che noi siamo tutti fratelli nel regno dei cieli.

Amare il prossimo come , implica perciò anche e necessariamente una testimonianza cristiana viva, efficace, e non solo le opere materiali di misericordia. E occorre allora imparare da Gesù, mettersi alla sua scuola. Gesù è certamente il Maestro che ci ha mostrato con la vita come si fa a portare il cristianesimo agli altri. Amare gli altri spiritualmente come sé non significa soltanto predicare agli altri, non significa soltanto catechizzare gli altri. Queste sono opere di misericordia spirituale, importanti, necessarie, che ci indicano un aspetto di come possiamo amare il prossimo, ma se meditiamo sul motivo profondo dell'incarnazione, della vita cioè di Gesù, ci accorgiamo che egli è venuto per morire in croce, e darci così la sua vita.

Amare perciò come sé veramente, significa prendere a modello il Signore ed essere pronti a dare la vita per il prossimo. Dare la vita è l'estrema possibilità del più grande amore al prossimo, ma implica un atteggiamento totale del nostro esistere proiettato verso gli altri, implica cioè non tenere più a sé stessi, non preoccuparci più di noi, essere sempre rivolti al bene degli altri, avendo come unica ancora e come unica guida Ciò che ci dà la possibilità di amare gli altri.

Ci accorgeremo allora che l'amare come sé, implicando tutto il nostro essere, ci fa rivivere la vita del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ci fa ripetere un po' il dono totale del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre; ci fa scoprire che sotto queste parole che si trovano già scritte nel Levitico centinaia e centinaia di anni prima della venuta di Gesù, è adombrata una vita che ci sarà poi detta da Cristo come la vita intima della Trinità. Noi dobbiamo amare gli altri come noi stessi perché Dio ama come sé, e in ciò sta il mistero della Trinità.

Queste parole si svelano allora in tutta la loro profondità misteriosa e ci preannunciano quanto Gesù dirà alla vigilia della Passione: « Padre Santo custodiscili nel tuo nome... affinché siano una sola cosa come noi» (Gv. 17, 11).

di Pasquale Foresi

 

(tratto da “Fede, speranza, carità nel Nuovo Testamento”, ed. Città Nuova, pg. 82-85)