"Erano assidui alle riunioni comunitàrie (Atti, 2,42)

 

Chiesa del futuro e piccola comunità

 

Del card. F. König

 

 

L'amore tende alla comunità

La Chiesa deve diventare Regno di Dio. In cento parabole, racconti, esempi, esortazioni e promesse Gesù ne ha indicato la strada: il Suo Amore portato all'estremo.

Questo amore si realizza, per la sua stessa essenza, nella comunità. Un amore senza comunità e una contraddizione in se stesso. « Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri » (Gv. 13, 35). Queste le caratteristiche che devono contraddistinguere la Chiesa: che l'amore dei cristiani e diventato forte: che ognuno porta il peso dell'altro, l'uno si preoccupa per l'altro: che sono diventati « amici »: e tra questi uomini ha preso vita la pace e la concordia: « comunità dei santi ».

Comunità esiste la dove la vita degli altri e divenuta cosa « mia », «mio» interesse, «mia» gioia, «mia» propria vita... La comunità perviene alla realizzazione la dove « mio » e « tuo » sono diventati un'unica realtà: « Ama il prossimo tuo come te stesso ». Questo a Chiesa. Questo dice il Signore. Altrimenti Egli non avrebbe parlato innumerevoli volte del « Regno di Dio ». Altrimenti non ci avrebbe dato il suo Corpo, perche noi tutti diventassimo « Suo Corpo », perche tutti diventassimo uno.

 

Impossibile?

Questo gli uomini lo ritengono impossibile. Una tale Chiesa dell'amore e della comunione — essi dicono — e un sogno: la realtà invece presenta un aspetto del tutto diverso: la crudezza della lotta per la vita, la caccia alla ricerca di un po' di gioia, successo, carriera...

So che oggi ci sono molti cristiani che ritengono impossibile arrivare a quella Chiesa dell'amore e della verità come Cristo la intende. Infatti oggi ci manca qualcosa di fondamentale per la costituzione di essa: quella comunità nella quale perseverava la Chiesa primitiva: essi « erano assidui alle riunioni comunitàrie (Atti 2, 42). Gesù ha costituito la sua Chiesa come comunità: attorno all'ultima cena. La si e manifestato, la lo hanno riconosciuto come il Vivente in mezzo a loro. Gesù non ha dato vita alla sua Chiesa per mezzo di Ponzio Pilato, non ha tratto le sue origini dallo Stato, ma dalla comunità intorno alla mensa. La Chiesa primitiva, quella delle persecuzioni, ha tenacemente perseverato in queste comunità: perche aveva bisogno di questa sorgente vitale, del coraggio del fratello, dell'appoggio per l'altro, della comunità di fede.

Questi uomini erano consapevoli di avere bisogno di uno slancio che facesse superare loro la situazione di ristagno. Avevano bisogno di questa comunità perche erano consapevoli della loro intrinseca debolezza. In questa comunità con altri, esperimentarono il Cristo vivente in mezzo a loro.

Comunità come queste, costituite intorno alla mensa, hanno continua-to ad esistere anche nella successiva storia della Chiesa? La Chiesa infatti vive di queste comunità veramente credenti. Ma nel corso lei secoli ci furono troppo poche comunità. La Chiesa divenne forte, potente, protetta dallo Stato: al posto della « comunità » subentrò la grande « assemblea ». Ma in una cosi grande « assemblea » non conosco più l'altro.

Chi vive nella grande città spesso non sa pia il nome nemmeno di colui che gli siede vicino nel banco in chiesa: un'assemblea di alcune centinaia di persone non può pia essere vera comunità: questo generalmente e impossibile. Vera comunità si realizza attorno a una mensa: tra dieci, dodici, venti persone, ma non tra pia. Vera comunità può esistere tra tanti uomini quanti può contarne una famiglia. Una dozzina di persone può dar vita alla comunità, può essere uno, può diventare un gruppo di amici. Comunità ha bisogno di una mensa e non può implicare phi persone di quanti siano i posti a sedere.

Questo però non deve venir frainteso: la Chiesa rimane sempre la Chiesa per i molti. Ha bisogno perciò di posto e spazio anche per coloro che non hanno ancora scoperto il cammino che porta alla piccola e profonda comunità. Ma d'altra parte la grande comunità parrocchiale ha bisogno di queste piccole comunità per poter sviluppare la propria autentica vita.

 

Hai bisogno di uno con cui poter parlare

Il cristiano dei nostri giorni ha bisogno di questa comunità. Ha bisogno di uomini con i quali possa parlare degli interrogativi phi essenziali e significativi della sua vita: uomini che non lo deridano subito: uomini che lo sappiano comprendere: uomini che siano come lui alla ricerca; che abbiano già compiuto delle esperienze: uomini cui possa credere quando parlano: uomini assieme ai quali possa « riflettere » su Cristo, rinnovare il ricordo di Lui. Il cristiano isolato oggi non regge phi. Chi da solo cerca la strada, presto vi rinuncerà.

Hai bisogno di uno, nel quale riporre la tua piena fiducia, perche egli ha raggiunto una certa sicurezza. Hai bisogno di uno che ha gia trovato una strada e perché può essere di esempio: non già perche e buono in un modo speciale, ma piuttosto perche sta ricercando da phi tempo di te.

Anche egli forse ha quattro bambini a tuttavia riesce a pregare, a meditare. Anch'egli ha una professione di grande responsabilità a regola se stesso e i suoi affari secondo la sua coscienza e non con l'occhio volto al guadagno. Anch'egli deve affrontare un matrimonio difficile e tuttavia riesce a creare quella pace nella quale e già insita la croce.

Di uomini di questo tipo hai bisogno.

Uomini nei quali vedi Cristo, perche essi lo rendono presente, perche sono Corpo di Cristo. In una comunità come questa puoi trovare sicurezza, calore, cosicché la tua poca fede non scompaia. Ogni volta di nuovo hai bisogno di uno stimolo che ti faccia superare la situazione di ristagno. In una comunità di tal genere potrete realmente celebrare il «memoriale di Cristo », vivere il « gran rendimento di grazie » e la comunione ».

 

Senza opere la comunità muore

Dove l'amore cresce, lo spirito aumenta, là l'uomo e chiamato ad agire. Se rimanete inattivi, la comunità cesserà dall'essere per voi motivo di gioia; appunto perche manta il frutto. Un giorno si allontana uno, poi il secondo, poi il terzo e cosi infine se ne va l'ultimo. Voi stessi ne sarete colpevoli: un amore che non passa all'azione, inaridisce e si atrofizza. Riguardo alla vostra comunità di che attività si tratterà? Anzitutto la prima azione sta nel duro lavoro con se stessi: che diventiate uomini coscienziosi, uomini che riflettono, uomini che fanno la volontà di Dio, uomini del silenzio, della riflessione, uomini saggi, uomini di preghiera, responsabili, uomini del vero amore. Se ognuno non richiede a se stesso un duro lavoro, la vostra comunità morirà.

La seconda azione consiste nella preoccupazione per la propria famiglia e verso chi ti sta vicino.

In questo campo c'e cosi tanto da fare per tutti! E' un lavoro che richiede tanta fatica. In ogni famiglia ci sono frizioni, dalle quali impariamo ad aver pazienza. Ogni famiglia è una botte senza fondo, che tu puoi riempire di smisurato amore: il tuo amore diventa forte finche e tenuto in allenamento. La preoccupazione per la tua famiglia, verso chi ti e più vicino, verso i tuoi amici, compagni e conoscenti non conoscerà mai fine. E' un lavoro duro: un agire che costa fatica. Ma se non c'e questo tipo di azione verso quello che ti sta pia vicino, tutto il resto corre il rischio di diventare una mezza bugia.

Il terzo tipo di azione riguarda la società: tu sei uno tra quattro miliardi di uomini, ma tuttavia essi hanno bisogno di te. Devi vivere per loro. Fare del tuo lavoro un significativo servizio per gli uomini. Ricerca il compito della tua vita in questo mondo, cosicché tu possa portare frutto per questi miliardi di uomini fra i quali tu vivi e per quelli che ti seguiranno. Col tuo impegno devi contribuire a che la tua patria, la tua città, il tuo lavoro diventino parte del g Regno di Dio ». Questo sia il vostro agire: il tuo agire.

 

II presupposto: alcuni veri discepoli nella comunità

Se degli uomini che si perdono in montagna e non sanno pia venirne a capo cercano assieme la strada nella nebbia, in poco tempo si perderanno, anche se sono in molti.

Gesù a un'altra montagna. Per questo c'e bisogno di guide esperte, uomini che battono la strada, « discepoli » che sono cresciuti per lungo tempo e in maniera profonda alla scuola di Gesù. Se una comunità cristiana non ha tra i suoi uomini almeno alcuni di questi discepoli, tutti si troveranno a cercare nella nebbia. Ma ce la faranno? Riusciranno a trovare la via verso quell'alta montagna che è Cristo? Le strade sono strette, lo ha detto Lui: non strade larghe tali che anche un cieco possa trovarle. Avrete bisogno di « discepoli » nella vostra comunità, altrimenti vi stancherete nel vostro ricercare.

 

Migliaia di questi gruppi in ogni grande città

Queste piccole comunità della Chiesa sono nuclei pieni di calore nel Regno di Dio. Ora se ci sono molti di questi nuclei pieni di calore, la temperatura cristiana salirà di nuovo nelle grandi metropoli del nostro paese. Ogni grande città ha bisogno di migliaia di tali piccole comunità. Allora si sentiranno i cristiani della grande città pieni di vita: muterà anche il clima spirituale. Allora si potrà riconoscere un cristiano a prima vista, in ogni officio, in ogni famiglia. Allora gli uomini potranno credere di nuovo perche hanno visto Cristo. La fede non sarà pia un velame grigio, ma diverrà una montagna piena di luce. Migliaia di gruppi di cristiani, ognuno attorno ad una mensa, saranno un fuoco al quale molti si riscalderanno. Non ci sarà pia mancanza di sacerdoti, poiché giovani uomini sapranno: un tipo di vita che radicale e impegna tutta la persona e che porta alla pienezza. E questo tipo di vita io lo scelgo perche gli uomini hanno bisogno di me. Se i nostri cristiani si convertiranno a queste piccole comunità, allora anche l'Asia e l'Africa si accorgeranno che vale la pena prestare attenzione ai cristiani: perche in essi e facile scoprire Dio. Se i cristiani a migliaia si impegneranno nelle attività di servizio, perche appunto vogliono amare, allora gli uomini comprenderanno chi e Cristo: di fronte al fatto che tante infermiere, maestri, assistenti sociali, uomini generosi nelle loro professioni si dimostrano cristiani, gli altri comprenderanno che cosa Cristo ha voluto.

Sono convinto che la Chiesa del futuro imboccherà la via delle piccole comunità: anzi deve imboccarla. Questa non e facile, ma possibile. Non a possibile con le sole forze umane, ma a possibile con la forza di Dio. Solo quando inizieremo, allora riusciremo. Se siamo pieni di coraggio ce la faremo. Se rimarremo uno con il Padre, riusciremo. Se presteremo ascolto allo spirito di Dio, ce la faremo.

(tratto da « Consacrazione-Servizio n. 2 - 1974)