Parola di vita

 

«In me ogni grazia di via e verità,

in me ogni speranza di vita e di virtù»

(Eccl. 24, 18)

 

La tradizione cristiana, specialmente nel Medioevo, ha preso spesso questa frase, che nel libro dell'Ecclesiastico è riferita alla Sapienza, per applicarla a Maria, sede della Sapienza, poiché ella, nella sua carne, ha accolto Colui che ha detto di sé: « io sono la via, la verità, la vita » (Gv. 14, 6).

Maria, vuota di sé e piena del Verbo di Dio, è la cristiana per eccel­lenza, l'« umanità realizzata » e il modello di chi aspira ad essere vera­mente uomo.

Anche Paolo VI l'ha detto ultimamente nella esortazione apostolica sul culto mariano (n. 37): « La lettura delle Scritture, compiuta sotto l'in­flusso dello Spirito Santo e tenendo presenti le acquisizioni delle scienze umane e le varie situazioni del mondo contemporaneo, porterà a scoprire come Maria possa essere assunta a specchio delle attese degli uomini del nostro tempo... Si costaterà con sorpresa che Maria di Nazareth, pur com­pletamente abbandonata alla volontà del Signore, fu tutt'altro che donna passivamente remissiva o di una religiosità alienante, ma donna che non dubitò di proclamare che Dio è vindice degli umili e degli oppressi e rovescia dai loro troni i potenti del mondo (cf. Lc. 1, 51-53); e ricono­scerà in Maria, che « primeggia tra gli umili e i poveri del Signore », una donna forte, che conosce povertà e sofferenza, fuga ed esilio (cf. Mt. 2, 13-23): situazioni che non possono sfuggire all'attenzione di chi vuole assecondare con spirito evangelico le energie liberatrici dell'uomo e della società; e non le apparirà Maria come una madre gelosamente ripiegata sul proprio Figlio divino, ma donna che con la sua azione favori la fede della comunità apostolica in Cristo (cf. Gv. 2, 1-12) e la cui funzione materna si dilatò, assumendo sul Calvario dimensioni universali. Non sono che esempi, dai quali appare chiaro, tuttavia, come la figura della Vergine non deluda le attese profonde degli uomini del nostro tempo ed offra ad essi il modello compiuto del discepolo del Signore».

Felix Heinzer