integrità

 

La Madonna è certamente il tema iconografico più ricco di tutta l'arte cristiana. Dalla sua più. antica immagine conosciuta quella del terzo se­colo nelle catacombe di Priscilla alle più recenti raffigurazioni, essa ci viene presentata in una va­rissima gamma di atteggiamenti, interpretata con straordinaria libertà inventiva sia dal sentimento popolare che dalla più alta immaginazione poetica.

Ieratica nelle figurazioni fino al medioevo, più umana soprattutto nell'interpretazione occidentale dopo Giotto e Simone Martini, essa è sempre carat­terizzata da un fascino particolare che la distingue da ogni altra figura femminile.

E' forse la sua interiorità, è forse la sua inte­grità che ha toccato il cuore degli artisti, che tocca il cuore di ogni uomo.

Assisa in trono con accanto il Figlio che la inco­rona regina, o all'opposto raffigurata come Vergi­ne dell'umiltà; fatta cielo che contiene la Trinità nel suo grembo, o donna del dolore col Figlio morto sulle ginocchia; seduta tra i fiori nel giardino del Paradiso come pure scolpita in Maestà sui tim­pani delle chiese gotiche dov'è sormontata da un baldacchino simboleggiante la Gerusalemme cele­ste, oppure immersa nella natura quasi sintesi della creazione; umanissima nei temi della Maternità quando nutre col suo latte il Bambino, o commo­vente quando viene ritratta come Madre di mise­ricordia con le mani tese ad aprire l'ampio manto per accogliere l'umanità, Maria è sempre l'espres­sione della più autentica nostalgia dell'uomo tesa a ricuperare quell'integrità che è la condizione del­la sua bellezza e perfezione.

Anche nella letteratura « madonna » è sinonimo di « donna di pura bellezza ». Ed è sintomatico il fatto che il cubismo, il surrealismo e l'astrattismo non abbiano affrontato la tematica di Maria.

In realtà si parla oggi di crisi dell'arte, crisi spesso rivelatrice del disagio dell'umanità, della frantumazione inferiore dell'uomo, della disgrega­zione del corpo sociale. Il razionalismo, il secola­rismo e il tecnicismo hanno contribuito a spegne­re nell'uomo l'aspirazione alla totalità che nasce soprattutto dal suo naturale bisogno religioso gra­zie al quale ha sempre visto nella Vergine e Madre il tipo dell'umanità realizzata, e dal suo naturale « senso » religioso che costituisce anche l'amalgama e l'unitarietà e il pacificante equilibrio delle pro­prie contrastanti e irrequiete tendenze.

Ma può darsi che oggi Maria, più che nell'icono­grafia suscitatrice di devozioni ed espressione esteriorizzata della nostalgia inconscia dell'umani­tà — si voglia rendere presente nel mondo in ma­nipoli di persone che ne rivivano la marginalità e pertanto la sua funzione di universale maternità.

Questa potrebbe essere la più bella opera d'arte che l'umanità attende. Questa nostra umanità che forse è stanca di proiettare i propri aneliti in una pur sublime descrizione pittorica, tanto più quando si intuisce che è possibile ed estasiante identifi­carsi con lei, rivivendola insieme una volta rivergi­nizzati dall'amore, epperciò divenendo capaci di ri­generare misticamente Cristo nella nostra preca­ria convivenza umana.

Silvano Cola