spesso l'amore non è amore

di Chiara Lubich

 

Perché molto spesso l'amore non è amore nel mondo, vale per esso il detto: l'amore è cieco. Ma se un'anima si mette ad amare come Dio insegna — Dio che è l'Amore — vedrà molto presto che l'amore è luce.

Del resto Gesù lo disse: « A chi mi ama mi manifesterò ».

Un turbinio di voci dalle più varie provenienze inondano spesso l'anima nostra, specie quando essa non sa ancora che significhi amare Dio. Sono voci insonore ma forti: voci del cuore, voci dell'intelletto, voci di rimorso, voci di rimpianto, voci delle passioni... e noi seguiamo or l'una or l'altra riempiendo la nostra giornata di atti che concretizzano o almeno in qualche modo sono determinati da quelle voci.

Per questo a volte, pur vivendo in grazia di Dio, la vita ha solo brevi squarci di sole, e il resto è immerso in una noia che una voce più forte di tutte le altre s'alza spesso a condannare: quasicché non fosse quella la vera vita, la piena vita.

Se l'anima invece si volge a Dio e si mette ad amarlo ed il suo amore è vero, è concreto, è di ogni istante, fra le tante voci che accom­pagnano la vita ne avverte, di tanto in tanto, una. Più che voce è una luce che soavemente fa breccia nell'intricato concerto dell'anima. E' un pensiero quasi impercettibile che si offre all'anima forse più delicato degli altri, più sottile.

E' questa, alle volte, voce di Dio.

Allora l'anima sa che s'è decisa per il Signore, che non misura con Lui, ma a Lui vuol tutto dare, estrae dalla palude quello zam­pillo limpido e sereno; è uno zaffiro fra tanti sassi, è come l'oro fra la polvere.

Lo prende, lo ripulisce, lo mette in luce, lo traduce in vita.

E, se per avventura quell'anima ha stabilito di andar a Dio con altre anime affinché il Padre goda dell'amore fraterno fra i figli suoi, ella — consigliatasi con chi le rappresenta Dio in terra — comunica, con discrezione, il suo tesoro agli altri, affinché sia comune il bene, circoli il divino e, come in una gara, l'uno impari dall'altro ad amare meglio il Signore.

Cosi facendo l'anima ha doppiamente amato: amato nell'attuare il voler di Dio, amato nel comunicare ai fratelli. E Dio, fedele alle sue parole eterne, continuerà grado a grado a manifestarsi a lei.

Tutto ciò è sommamente desiderabile finché l'intero giorno il nostro cuore non sia immerso che in pensieri di Cielo al punto da traboccarne e la nostra vita, alimentata dai Sacramenti, ne sia indiata.

Dio si dà, se si ha; e si ha, se lo si ama.

Allora si potranno accendere nel mondo buio e piatto piccoli soli che indicheranno a molti la via. Soli che riscalderanno, nell'umiltà totale della loro vita completamente immolata al Signore, dove essi più non parlano, ma parla Lui, dove più non vivono, ma vive Lui.