In un mondo incallito da passioni e
contagiato da false ideologie,
unica speranza resta il
Vangelo, se riesce a diventare il nostro
pane quotidiano
di Chiara Lubich
«
Passeranno i cieli e la terra, ma le mie parole non passeranno mai! »
Son passati i persecutori che in ogni secolo ebbe la Chiesa, ma sopra le fiere e le fiamme e le stragi,
ha vinto Cristo che è rimasto.
Vivono ed imperano ora secolarismo, relativismo.
Ma passeranno, e rimarrà Cristo.
Rimarrà
Cristo nella Sua Chiesa, contro la quale le porte dell'inferno non prevarranno;
e rimarrà Cristo in ogni membro del Corpo mistico, in ognuno che Lo
avrà lasciato vivere in sé.
* * *
Non c'è
da cercare tanto lontano per trovare rimedio e risoluzione ai fiumi che
ammorbano l'aria del mondo. Il Vangelo è la salute eterna e chi in nome
di esso e per esso pur muore scomparendo, anche ai
nostri giorni, ignorato forse da tutti, vive.
Egli, perché ha amato e perdonato e difeso e non ha ceduto, è un
vittorioso e tale viene accolto nei padiglioni eterni.
* * *
Ma il Vangelo non ha da essere solo la norma
della nostra morte; dev'essere il pane quotidiano della nostra vita.
Passando per le vie di città tradizionalmente cattoliche, vien spesso da
dubitare della fede di molti. Del resto noi
sappiamo quanti anche nella nostra Italia cattolica abbiano perso il senso di
Dio. E questo lo si vede, lo si sente e lo si sa: e
cinema e teatri, televisione e moda, pittura e musica e giornali lo
manifestano.
Alle volte certe situazioni mozzano il fiato
e un senso di scoraggiamento ci prenderebbe al vedere coi grandi gli
innocenti immersi in un mondo tanto poco cristiano... Ma allora la fede,
se vive ancora nel nostro cuore, ci suggerisce una parola di Gesù, di quelle eterne: e tu resti li
convinto ed illuminato. Sicuro soprattutto che quella sua parola ha
l'attualità di sempre. E nasce in cuore la speranza che, nutrendoci di essa, non solo il nostro animo acquisterà la pace, ma
che con essa e per essa potremo passare dalla difesa all'offesa contro il male
che ci circonda, per il bene di quanti amiamo e vogliamo salvi.
* * *
«
Confidate, ho vinto il mondo! »
Quando o la noia, o la svogliatezza, o la
ribellione minacciano di indebolire l'anima nostra nell'adempimento della
divina volontà, dobbiamo
superarci. Con Gesù è possibile che l'uomo nuovo viva costantemente in noi, e i vapori di fumo del mondo che
imbrigliano l'anima nostra si dilegueranno.
Quando l'antipatia e l'odio ci farebbero
giudicare o detestare un nostro fratello, dobbiamo lasciar vivere Cristo
in noi e, amando, non giudicando, perdonando, vinceremo.
E quando ci pesano in animo situazioni che da
anni si protraggono nella famiglia, nella comunità di lavoro, nelle associazioni: piccole o grandi diffidenze,
gelosie, invidie, tirannie, dobbiamo svolgere la funzione di pacieri o
mediatori fra le parti avverse e ricomporre l'unità tra i fratelli in
nome di Gesù, che portò questa idea in terra come la verità,
gemma del suo Vangelo.
E se un mondo, come quello politico o
sociale, incallito da passioni, da carrierismi, contagiato a volte da ideologie
false e utopiche e istigatrici, svilito di ideali, di
giustizia e di speranza, ci circonda, non sentiamoci soffocare.
Dobbiamo confidare e non abbandonare soprattutto il nostro posto e il nostro
impegno: con uno che ha vinto sulla morte si può sperare contro ogni speranza.