Parola di vita

 

"Sia fatto di me secondo la tua parola"

(Lc. 1,38)

 

< Sia fatto di me secondo la tua parola >. Non è facile per Maria rispondere Così a quanto le è stato detto dall'angelo, poiché questi le ha fatto un annuncio troppo grande per essere accolto con facilità. Lo sfondo, infatti, di queste parole di Maria è il suo stupore: « come avverrà questo poiché non conosco uomo? ». Riecheggiano le parole di Abramo, il quale, persino ridendo d'incredulità, risponde alla promessa della nascita d'Isacco: < A uno di cento anni può nascere un figlio, o Sara all'età di novant'anni potrà partorire? ».

E' la reazione spontanea dell'uomo. Ed è un'incredulità « giustifi­cata » dal punto di vista umano, perché è fondata sulla coscienza che l'uomo ha dei propri limiti postigli dalla natura con le sue leggi. Ma non così per Dio. Egli infatti sta al di là di questi limiti, essendo Egli stesso il creatore e signore della natura. « C'è forse qualche cosa che sia impos­sibile a Dio? », egli dice ad Abramo — ed il suo angelo a Maria: « nulla è impossibile alla parola che proviene da Dio ».

Si scontrano l'impotenza dell'uomo e la sovranità onnipotente di Dio. « Vince » Dio, ma soltanto dopo che gli uomini — Abramo e Ma­ria — si « arrendono » nella fede. Ed ecco emerge l'arco che collega Abramo e Maria, l'alleanza antica e quella nuova, e che da parte di Dio poggia sulla grazia, da parte dell'uomo sulla fede. « Hai trovato grazia presso Dio » — « sia fatto di me secondo la tua parola ».

E questa parola, alla quale nulla è impossibile e che suscita I risposta della fede da parte dell'uomo, non è niente altro che l'espres­sione della volontà di Dio. Quella volontà con la quale Dio esige tutto dall'uomo, anzi: esige tutto l'uomo, il dono totale dell'uomo, perché vuole dargli tutto e cioè tutto Se stesso in Gesù Cristo, suo figlio.

Dio vuole la « resa » totale dell'uomo; ma la vuole per portarlo alla libertà assoluta, perché egli possa ritrovare se stesso più piena­mente, in Cristo appunto, nell'« uomo nuovo».

Viene liberato pertanto anche l'agire dell'uomo, poiché viene spez­zata la limitatezza delle mete che l'uomo stesso si propone secondo quanto gli è possibile e — soprattutto — secondo quanto gli è impossi­bile. E si apre così all'uomo l'orizzonte infinito di Colui al quale nulla è impossibile, ed Egli, purché l'uomo gli faccia spazio, può compiere in lui e per mezzo di lui quelle « grandi cose » che Maria canta nel Magnificat.

La fede, quindi, se è vera fede, non ci rende inautentici, sperso­nalizzati, come talvolta si rimprovera al cristianesimo. In essa piuttosto ci è data la possibilità di sfondare i nostri limiti e di realizzarci — pro­prio in questo atteggiamento di disposizione totale di fronte a Dio — come personalità autentiche, diventando uomini nuovi. Ma lo possiamo diventare soltanto se rispondiamo alla volontà di Dio con la stessa radi­calità di Maria, sapendo che questo « sia fatto di me secondo la tua parola » ci porterà come lei ai piedi della croce di colui che ha detto: « sia fatta non la mia ma la tua volontà ».

Felix Heinzer