Il Papa al sacerdoti del Movimento

 

Parole rivolte dal S. Padre ai sacerdoti e Gens parte­cipanti al Congresso Europeo nel Centro Mariapoli di Rocca di Papa, durante l'udienza pubblica del 1 agosto a Castelgandolfo.

 

« Adesso abbiamo un gruppo che dà una qualifica spe­ciale a questa udienza e ne fa forse un momento notevole nel quadro storico della vita ecclesiastica del nostro tempo, ed è il folto gruppo di sacerdoti di varie nazionalità che ade­riscono al Movimento dei Focolari.

Dunque, ci dicono le statistiche che sono quasi cinque­cento; quindi tanto aumenta la nostra letizia nel salutare un gruppo cosi notevole anche perché sono riuniti li vicino a Rocca di Papa nel Centro, che ormai tutti conoscono, di Ma­riapoli per il loro congresso.

Un congresso che ha per tema, guardate che bellezza, " Maria Santissima come risposta alle esigenze della Chiesa e dell'umanità di oggi ". Quindi un tema estremamente deli­cato ma estremamente bello e fecondo che fa argomento delle loro relazioni e delle loro meditazioni. E perciò siate i benvenuti. Vi salutiamo come confratelli nel sacerdozio, sacerdoti carissimi.

Abbiamo saputo che con la vostra presenza intendete esprimere la fedeltà vostra e quella di tutti i vostri venerati confratelli del Movimento dei Focolari alla devozione alla Madre di Cristo. Ve ne siamo assai grati sia per questo squi­sito gesto di filiale affetto sia principalmente per la prova di fede e di pietà verso la Vergine SS. che avete dato con la scelta del tema delle vostre riflessioni.

Finché da parte dei sacerdoti si venera degnamente la Madre di Dio e la Madre nostra, la Madre della Chiesa, e se ne riconosce il ruolo che essa svolge nel piano della salvez­za, non potrà venir meno in essi la grazia, la fedeltà a Dio, l'amore a Cristo ed alla Chiesa, perché Maria è il modello autentico e ideale dell'umanità redenta, e perciò è special­mente nei riguardi dei ministri del suo Figlio divino che essa, come dice il Concilio, con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo; e noi sacerdoti sia­mo appunto i fratelli di Cristo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli ed affanni fino a che non siamo condotti alla patria celeste.

La loro presenza, il numero e la scelta del tema vuol essere una riaffermazione certamente del culto, del debito culto, che si deve a Maria SS.

Pensate cosa possa essere una religione cristiana che trascuri questo punto, diremmo, strategico, centrale del dogma, della dottrina e anche dell'umanità; sarebbe un vuoto tale che sembra quasi che debba crollare il resto. Come si può immaginare e avere il culto debito al mistero fondamen­tale della nostra religione, l'Incarnazione, escludendo il culto alla Madre SS., quando poi questa ci si presenta nelle linee evangeliche cosi pure, cosi bèlle, cosi piene di fede, di umiltà e anche cosi piene di entusiasmo lirico; ricordate il Magnificat?

Ebbene, carissimi sacerdoti, bravi! bravi, che avete incentrato la vostra fede e i vostri pensieri sul culto da rin­novare e da diffondere a Maria SS. e sappiate che è con voi il nostro plauso e la nostra benedizione ».

In effetti per non pochi dei gruppi sacerdo­tali convenuti per questo appuntamento annuale, che ha raccolto 560 partecipanti di tutta Eu­ropa e alcuni di oltre oceano il tema su Ma­ria ha coinciso con una riscoperta e con l'inizio di un rapporto nuovo con lei.

Si è cercato di lasciare da parte per un mo­mento accostamenti di tipo teoretico per guar­dare a Maria con gli occhi illuminati da tutta l'esperienza che la Chiesa ha fatto di lei dai Padri a noi. L'immagine di Maria come tipo dell'umanità e del cristiano in specie ha preso nuova consistenza.

Si è detto e si dice che il cristiano può essere

il cielo di Dio, la voce attraverso cui Egli può continuare a pronunciare la sua Parola. Ma come vivere e far diventare reale tutto questo? Come non contrabbandare la propria personale e limitata parola per parola di Dio? Perché Dio si esprima ci vuole un silenzio su cui possa par­lare, cosi come un quadro ha bisogno di uno sfondo per far risaltare la figura. E' una legge dell'essere, una legge universale.

Ecco perché Maria è il tipo: perché lei è que­sto silenzio interiore, lo sfondo su cui Dio ha espresso la sua Parola.

Si parlava di esperienza. Si, perché uno dei tranelli più grossi che spesso ci costruiamo è pretendere di capire delle cose che sono più alte di noi usando solo la testa, mentre l'unico modo di capirle è quello di sperimentarle, nel limite del possibile a creature come noi.

E si facevano degli esempi. Perché per avere Gesù in mezzo bisogna vivere Maria? Perché è proprio nel silenzio di sé come creatura che lei genera Cristo.

Cosi riscoperta, Maria ha subito nuovamente affascinato. E la risonanza di questo fatto era particolarmente evidente in alcuni gruppi di sa­cerdoti del nord europa, forse più di altri in­fluenzati da certi discorsi riduttivi e minimisti su Maria.

La Redazione