il modello

di Chiara Lubich

 

Gesù abbandonato è il modello di quelli che amano Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze, degli « innamorati » di Dio. Infatti Gesù abbandonato ama Dio proprio quando Dio l'abbandona.

Gesù abbandonato è il modello di chi deve fare l'unità con i fratelli. Infatti io non posso entrare in un altro spirito se il mio è ricco. Per amare un altro fratello devo farmi costantemente tanto povero di spirito da non possedere se non amore. E l'amore è vuoto di sé. Gesù abbandonato è il modello perfetto di un povero di spirito: è cosi povero che non ha nemmeno Dio, per cosi dire. Non lo sente.

Gesù abbandonato è modello di rinnegamento e di mortificazione. Infatti egli non è solo mortificato in ogni senso esterno, perché crocifisso, ma anche mortificato nell'anima. Nell'anima rinuncia a sentire ciò che ha di più caro: la sua unione con Dio.

E' la rinuncia a se stesso di un Uomo-Dio.

E' il modello perfetto di colui che perde la propria anima in Dio. Modello delle persone, per esempio, che devono rinunciare alle proprie idee, non solo, ma anche alle ispirazioni della grazia, per sottometterle ai propri superiori. E' modello quindi di vera unità con chi rappresenta Dio. Come Gesù e il Padre sono una cosa sola, cosi ogni persona col proprio superiore che gli rappresenta Dio, deve essere una cosa sola.

Gesù abbandonato è colui che dà luce a chi spera contro ogni spe­ranza. Gesù abbandonato è il modello di colui che confida: « Confidate — aveva detto — io ho vinto il mondo! » (Gv. 16, 33). Infatti nessuno ebbe una fiducia più grande di lui che, sentendosi abbandonato da Dio, si fidò di Dio; abbandonato dall'Amore si affidò all'Amore.

Gesù abbandonato è il modello di chi vuole dar gloria a Dio. Infatti egli nell'abbandono, annullando completamente se stesso, dice che Dio è tutto.

Gesù abbandonato è il modello dei « morti che muoiono nel Signore » (Apoc. 14, 13). Infatti egli è misticamente morto e come tale muore in Dio. Dice l'Apocalisse: « le loro opere vanno dietro a loro ». E l'opera di Gesù è stata quella di aver dato al Padre tanti figli, rigenerandoli con la propria vita.

Se prendessimo in rilievo ogni esortazione di Gesù fatta nel vangelo, vedremmo che egli le ha vissute tutte in quel momento.

Gesù abbandonato rivive in sé, in quell'attimo: « Chi pospone padre, madre... e anche la propria vita » (Lc. 14, 26).

Il vangelo dice: « Se il chicco di grano non cade in terra e vi muore, resta solo; ma se muore, porta molto frutto » (Gv. 12, 24). Dice: muore. Gesù abbandonato è veramente la figura del chicco di grano che muore. Ma quel chicco di grano non resta solo, perché porta come frutto il popolo di Dio, la Chiesa.

Gesù abbandonato può ripetere in sé tutte le beatitudini.

In Gesù abbandonato splendono in maniera unica la fortezza, la pazienza, la temperanza, la perseveranza, la giustizia, la magnanimità...

Gesù nell'abbandono appare solo uomo: mai quindi è stato cosi vicino all'uomo come in questo momento e mai perciò l'ha amato tanto. E, nello stesso tempo, mai è stato cosi vicino al Padre; è per amor suo che muore, e muore in quel modo. Se dunque nell'amor di Dio e del prossimo sono « la legge e i profeti » (Mt. 7, 12), Gesù qui ha adempiuto pienamente ogni desiderio e comando di Dio.

Gesù abbandonato è dunque la via diritta alla santità perché provoca l'unità col Santo.