carismi e universalità

 

Riportiamo ancora un'altra risposta data nel corso del dialogo aperto tenuto all'ultimo incontro per seminaristi. La domanda è di quelle ormai di prassi nei nostri raduni e mette in luce una difficoltà abbastanza frequente soprattutto in quanti sono al primo contatto con questa spiritualità.

 

« Vivere in profondità un carisma, non ci porta a chiuderci agli altri? La vocazione del sacerdote diocesano non dovrebbe essere quella di essere "Chiesa", quindi aperto a tutte le spiritualità, prendendo il buono in tutte, facendo eventualmente una sintesi, ma non compromettendosi con nessuna? »

 

Sono anni che andiamo ripetendo ai sacerdoti diocesani: « se vivi il Vangelo ti realizzi pienamente nella tua vocazione e quindi proprio come sacerdote diocesano ».

Cosi quando un francescano conosce e vive questa spiritualità non diventa un'altra cosa: sente di « attuarsi » come francescano, poiché se la povertà non viene vivificata dall'amore non vale nulla.

Quanti salesiani, ad esempio, ci dicono: « Ma è proprio questo che don Bosco voleva da noi. Lui diceva che non avrebbe voluto darci nessuna regola se avessimo sempre vissuto la carità scambievole». E si accorgono che rimettendo alla base della loro vita l'amore scambievole, con precedenza sul loro sistema pedagogico, riscoprono con entusiasmo il carisma autentico del proprio fondatore.

La stessa cosa succede quando — per continuare gli esempi — un trap­pista conosce la nostra vita. Non gli diciamo di uscire dalla Trappa. Gli diciamo: « Guarda che se tu vivi questa spiritualità e stabilisci un rapporto d'amore scambievole con i tuoi confratelli — perché l'ante omnia del Van­gelo è sempre l'amore scambievole — in quel momento tu hai la luce e riporti vivo fra gli uomini d'oggi il carisma del tuo fondatore ».

E se sono due sposati che vogliono vivere questa spiritualità diciamo loro: « Vivendola veramente, voi vi attuate come persone sposate; potrete stabilire cioè una comunione di vita tra voi e coi figli che testimonierà ante omnia l'amore. Diventerete cosi segno per il mondo dell'unità che c'è tra Gesù e la Chiesa ».

Ogni spiritualità aiuta le persone a realizzarsi in quella vocazione speci­fica, ma è anche chiaro che ogni spiritualità si spegne se non viene ali­mentata e vivificata dalla carità reciproca. E quando questa c'è, è proprio allora che, oltre a sentirti realizzato nella tua vocazione particolare, scopri con infinita meraviglia la bellezza di tutte le altre spiritualità e di tutte le altre vocazioni.

Di conseguenza, è proprio il vivere in profondità un carisma la strada per aprirsi a tutti gli altri e scoprire cosi la bellezza della Chiesa.

Quanto al compromettersi, poi, questa è una legge di vita, è la legge dell'incarnazione. Dio lo trovi sempre, nella storia, attraverso persone con­crete, in una Chiesa concreta, e se uno non vuol compromettersi con qual­cuno fino in fondo, in realtà non vuol compromettersi con Dio.