terapia del dolore
In questo periodo sto vivendo una esperienza molto semplice, ma per me molto bella, di Gesù Abbandonato.
Il mio scoglio più grosso è sempre stato lo studio. Non
riuscivo a dargli un senso perché non ne vedevo
i risultati e ciò rendeva scarso il mio impegno. A scuola poi certe
materie non mi andavano proprio giù. Studiare in queste condizioni
diventava molto duro.
A poco a poco sono finito col cadere in
un circolo vizioso. Se mi mettevo a studiare provavo un senso di angoscia,
e se, per sfuggire questa angoscia, passavo un'intera giornata senza toccare
libro, la sera mi assaliva un senso di colpa e una pena ancora più grossa perché avevo mancato a un mio
preciso dovere. Questa situazione finiva per
avvelenare anche i momenti più belli, come
quelli passati in unità con i miei compagni. Sotto sotto
c'era sempre quel tarlo che continuava a rodermi e non mi rendeva tranquillo.
Poi è venuto il giorno in cui ho capito che non serviva a niente fuggire
il dolore; la terapia autentica era proprio quella di abbracciarlo e di amarlo
perché la sofferenza, ogni sofferenza, è Lui, Gesù
Crocifisso e Abbandonato. Ho capito che per me scegliere Dio
significava soprattutto sceglierLo
li, nelle cose che andavano storto; nello studiare quando costa, anzi, perché costa; nel non vedere risultati brillanti; nella
vita di seminario a volte cosi piatta e pesante.
Quando mi sono deciso a fare questo passo
senza « se » e senza «
ma » le cose si sono capovolte. Non so per quale gioco di
alchimia divina ho visto che le gioie più belle mi venivano dall'amare anche ciò che non mi andava, che proprio
l'abbracciare nel Suo Nome la fatica di star chino sui libri mi dava una pace
piena.
Ma c'è di più: ho scoperto che c'è un
testo di teologia che vale più di tutti gli altri: la Croce. E' la luce che mi viene da li, quando riesco ad amarla,
che mi aiuta a studiare e a capire anche i trattati più difficili
da digerire.
Certo ho speso un bel po’ di tempo per scoprire che la strada per la Sapienza
vera è cosi a portata di mano ed è aperta anche a chi fa un sacco
di fatica a studiare. Adesso che l'ho imboccata spero
di percorrerla fino in fondo. Un'impresa difficile, d'accordo, ma che
affronto con serenità perché so di non camminare solo:
c'è la grazia di Dio, ci sono con me i miei amici, e soprattutto
c'è Lui in mezzo a noi.
Nicola (Fermo)