contatti
vitali
L'ultimo incontro per seminaristi che si è svolto qui a Rocca dal 6 al 10 marzo si è
concluso con un interessante dialogo aperto. Tra le tante domande e
risposte — anche per ragioni di spazio — ne abbiamo scelto una:
«
Sappiamo che spesso si parte dai raduni ben disposti e rinnovati. Ma,
ritornando nei propri ambienti a volte si perde entusiasmo e vitalità.
Cosa ci consigli per continuare a crescere in questa vita anche dopo essere
ritornati a casa? ».
«
Ricordate il ritornello della canzone che avete cantato prima: "ama e capirai perché"; quello dice una
verità che è valida sempre, in ogni momento. Difficoltà
certamente ne incontrerete, perché mentre qui si crea una rete di
rapporti dove c'è in genere reciprocità, tornando a casa vi
trovate in ambienti dove voi amate, donate, e spesso non trovate
risposta; è facile allora scoraggiarsi.
Vorrei ricordarvi che la redenzione passa
attraverso il morire, non attraverso le risposte che gli
altri danno al vostro amore. Quindi non aspettatevi niente; di difficoltà ne incontrerete attimo per attimo: ma è
questa la logica dell'incarnazione nel mondo.
Come fare —
mi chiedete — a continuare in questo clima? Vi porto alcune mie esperienze
concrete. Durante gli otto anni in cui ho avuto a che fare con ragazzi da
rieducare, e molte volte mi sembrava di impazzire, spessissimo prendevo in
mano il telefono e comunicavo con i miei amici del Movimento: "Senti, non
ne posso più". E l'altro mi rispondeva: "Non hai scelto
Gesù Abbandonato?". "Si". "Allora avanti,
perché è proprio colui che hai scelto quello che ora
incontri". Il segreto di tutto è l'unità.
Un principio fondamentale della psicologia è questo: tutto quello che c'è nell'anima, nella
psiche, e che non viene comunicato, fosse anche una
cosa santa, diventa veleno. Quindi anche se avete avuto una illuminazione
da Dio, e (a meno che Dio non voglia proprio cosi), ve la tenete nel cuore e in
qualche modo non la comunicate, quella illuminazione o si spegne o si distorce.
E se invece di una illuminazione
avete una difficoltà, tiratela fuori,
non aspettate di essere morti. Tanti — per portare un esempio —
passano periodi di crisi dal punto di vista affettivo perché vedono una
bella ragazza e se ne innamorano. Subentra un senso di colpa, un sentimento di
debolezza, e si scoraggiano. E' sciocco questo, perché siamo anche noi
persone normali. Quello è proprio il momento di ribadire la nostra
consacrazione a Dio, la quale non è un atto fatto una volta per tutte,
ma che si deve rinnovare sempre. La consacrazione a Dio esiste, se in quel
momento ridonate la vostra vita a Dio. Cercate allora uno con cui ci sia
reciprocità e ditegli: « guarda, sono stato uno sciocco, mi sono
innamorato di quella ragazza! ». Il problema è risolto, si sgonfia
subito, mentre prima vi sembrava una montagna insuperabile.
L'unità
è un segreto potentissimo, perché in questo rapporto di reciprocità
c'è Gesù fra noi, ci sono i frutti dello Spirito, dell'amore
scambievole. E allora ritorna la pace, la serenità, il gaudio.
Non per niente esistono dei « perni d'unità » in tutte le zone.
Bisogna
essere intelligenti e cercare di costruire questo rapporto con chi è più allenato in questa vita ».