Come potrò farcela?

 

In questi ultimi anni la mia sa­lute precaria, incapace di reggere con costanza al lavoro che offre una grossa parrocchia, aveva creato no­tevoli ostacoli al mio lavoro pasto­rale. Proprio per questo avevo sem­pre visto in questa mia debolezza fisica qualcosa che minacciava di annullare la mia attività di sacer­dote.

Spesse volte mi dicevano: « Lei di tanto in tanto dovrebbe lasciare tutto e non fare proprio niente », ma quei consigli non trovavano a­scolto, perché se mi concedevo ri­poso avevo l'impressione di tradire quel lavoro che a me spettava di svolgere. A mala voglia accettavo quando vi ero costretto dai fatti.

Ancora dieci giorni fa, quando mi sono accorto che la salute stava nuo­vamente per cedere, ho pensato su­bito a quella montagna di impegni che mi attendevano in parrocchia, dopo questi mesi passati alla Scuola sacerdotale di Grottaferrata. Con la solita disperazione: « Come potrò farcela? », e mi scoraggiavo.

Nei giorni seguenti però ho intra­visto una piccola luce che si è fatta sempre più forte, alimentata dallo amore di chi condivideva questa mia sofferenza. Per descriverla con Pascal vorrei dire: « Come tutte le cose materiali non valgono insieme un solo atto dello spirito, cosi infi­niti atti di spirito non valgono in­sieme un solo atto di amore».

Ho visto che, anche per me, li stava la risposta al problema, che non era dunque questione di salute, di lavoro o riposo, ma di amore, dal momento che solo l'amore fa cresce­re il Regno di Dio nella mia par­rocchia.

Anche la mia debolezza fisica, e l'incertezza che ne derivava, pote­vano diventare occasione di amore e di offrire la mia vita proprio come nei momenti di benessere, di fre­schezza e di sicurezza. E se, pro­prio perché donata, questa mia im­potenza si riempie di amore, allora anche i momenti in cui mi sentirò incapace di portare il peso di un lavoro eccessivo, saranno il ponte per cui passa l'amore di Dio che genera.

Sono libero! Ho capito qualcosa della libertà dei figli di Dio. Essa nasce dall'amore e si chiama: « Quando sono debole, allora sono forte ». E questo vale per tutte le mie debolezze.

Kurt G.