Per possedere la luce della sapienza nel bailamme odierno delle ideologie

costruire sulla roccia

 

Oggi il mondo, nella insofferenza per qualsiasi tipo di tutela e di guida che voglia esercitarsi dall'uomo sull'uomo, sembra quasi creare la situa­zione in cui risulta attuale più che mai la parola di Gesù: « Non chiamate nessuno maestro fra voi, perché uno solo è il vostro maestro e tutti voi siete fratelli » (Mt 23, 8).

E a noi torna in mente la fondamentale espe­rienza fatta agli inizi del Movimento.

Il Movimento nacque fra poche persone. E a quel gruppo, i primissimi tempi, si diede un nome: scuola, anzi « scuola fuoco ». Era infatti una scuola, aveva la funzione della scuola. Ma era una scuola molto originale. Non erano i libri, le aule, gli studi che la facevano scuola. No, quel gruppo era una scuola perché vi era un Maestro. Era Colui che viveva fra gli alunni uniti nel suo nome: era Gesù. Naturalmente, quel che si apprendeva dalla realtà di Gesù fra noi, veniva sottomesso al Gesù che è nell'autorità della Chiesa: solo così noi acquistavamo la piena certezza delle nostre sco­perte e intuizioni.

Ora, quella realtà era cosi grande, cosi divina, da far si che quella scuola non potesse essere paragonata a nessun'altra. Non solo, ma, poiché Gesù era il Maestro, le sue lezioni erano speciali e non avevano nulla a che fare neppure con quelle dei più grandi maestri della terra. Anzi, alle volte sembrava che egli insegnasse cose che potevano apparire stoltezza agli occhi degli stessi uomini più saggi, come quando ci manifestava il valore del dolore.

Oppure, poteva sembrare che la sua non fosse nemmeno una dottrina, se per dottrina s'intende un fatto puramente intellettuale.

Una cosa però era certa: Colui che viveva in mezzo a noi era Dio e quindi lui avrebbe saputo rispondere a tutte le domande che gli uomini di tutti i tempi avrebbero poste.

Ebbene, noi possiamo domandarci ora: Gesù, Maestro nostro, risponde alle domande degli uo­mini di questi tempi?

Noi affermiamo: Gesù risponde alle domande degli uomini dei nostri tempi in proporzione di quanto siamo fedeli a lui, di quanto abbiamo vis­suto la sua parola.

Ancora all'inizio del Movimento, c'è stato un periodo che non possiamo e non dobbiamo dimen­ticare. Fu quando Gesù ci fece capire chiaramente che era assurdo cercare altrove la verità, se essa era tutta contenuta in lui, il Verbo, la Verità fatta carne; quando ci disse in pratica: lascia i maestri, segui me e imparerai ogni cosa; quando, alle sue prime illumuiazioni, ci fu chiaro che c'era una luce, non tanto frutto di un ragionamento, ma che scendeva dall'alto; quando ci rese attuale la realtà, che cosi fortemente sentiva Agostino: nell'intimo dell'anima abita la verità; quando noi abbiamo dato a. questa luce, che veniva dal cielo, un nome e l'abbiamo chiamata Ideale.

Fu quando, per porsi a Maestro nostro e inse­gnarci la Verità, Dio ci chiese il sacrificio di tutta la verità che gli uomini potevano darci. Fu quando, per rivelarsi a noi, Dio ci diede la forza di met­tere tutti i libri degli altri maestri in soffitta.

di Ch. Lubich

 

 

Questo atto della nostra vita sta alla base di ogni sforzo per apprendere la verità. Esso non può non essere messo alla base da chiunque vuol seguire Gesù in questa sua via.

Tutti infatti siamo chiamati a spostare i libri, a farlo almeno spiritualmente, per capire in modo vero, vitale e divino il libro di Dio: il Vangelo, la Bibbia, che è il codice della nostra nuova esistenza.

Ma non basta fare questo passo una sola volta. Occorre ripeterlo sempre nel nostro cuore, anche se dobbiamo prendere in mano proprio i libri. Si, Gesù vuole il vuoto completo della nostra mente per illuminarci, per insegnarci la verità e per farci capire quanta parte di verità vi può essere in coloro che la storia ricorda, i grandi pensatori ad esem­pio che sono riusciti a carpire qualche frammento di luce alla Luce della Verità.

Questo atto, di spostare i libri per conoscere la verità, è fondamentale. Infatti, soprattutto oggi, il mondo ha bisogno non tanto di persone colte, ma di sapienti, di gente piena di Spirito Santo, di uomini veramente evangelici, dei quali Gesù possa ripetere: « Ti ringrazio, Padre, che hai nascosto queste cose ai saggi e ai prudenti e le hai rivelate ai piccoli ».

E che cosa ci ha insegnato Gesù durante questi anni? E' impossibile dirlo in poche parole. Il fatto è che la sua luce è stata così abbondante e pene­trante che è arrivata fino agli ultimi confini della terra e continua ad affascinare e a trascinare innu­merevoli creature di tutte le razze e di ogni men­talità.

Egli ci ha dato una luce che tutte le contesta­zioni negative, tutti gli errori, tutte le deviazioni, non possono spegnere. Infatti, egli ha detto: « Chi ascolta la parola di Dio e la mette in pratica, è simile ad un uomo saggio che ha costruito la casa sulla roccia. Cadde la pioggia, vennero le inonda­zioni, soffiarono i venti e imperversarono contro quella casa, ma essa non rovinò perché era fondata sulla roccia » (Mt. 7, 24-25).

Ma che cosa sono la pioggia, le inondazioni, i venti, se non le varie dottrine più o meno giuste, più o meno equilibrate, partorite dalla mente degli uomini di tutti i tempi, che incantano e ingannano i loro contemporanei con bagliori passeggeri e poi si spengono per lasciar posto ad altre?

Gesù maestro ci ha insegnato che, per capire la verità, per approfondirla, per possederla vera­mente, occorreva non solo impararla teoricamente ma soprattutto metterla in pratica.

Ebbene, se tutti metteremo in pratica la parola di Dio, saremo una casa costruita sulla roccia. Vengano pure allora tutti i terremoti spirituali, noi rimarremo saldi. Ma occorre non lasciarsi in­gannare da nessuno. Occorre seguire un solo Maestro, come il Vangelo ci insegna.

Con Gesù, serviremo la Chiesa, serviremo l'u­manità e si realizzerà il nostro programma: « Che tutti siano uno» (Gv. 17, 21).