la sapienza
Nella lettera a Nepoziano
— un tempo molto
famosa, oggi meno conosciuta — Girolamo con una
sintesi geniale parla della sapienza e di Maria in poche righe, là dove
scrive: « E' l'abbraccio della sapienza che voglio... Essa
è senza macchia, la sua verginità è senza interruzione; a
somiglianza di Maria, ogni giorno genera, continuamente ti dà alla
luce », e identifica inoltre la sapienza con l'amore nel passo in
cui, accostando i passi di Zaccaria e Matteo sulla fine del mondo, ne conclude
che quando « verrà meno l'amore di molti » la
sapienza comincerà a perdersi e persino i pastori daranno segni di
pazzia. Non per nulla la Chiesa vede Maria come la madre dell'amore e —
pertanto — sede della sapienza.
Dio è amore, lo sappiamo, e la sua parola è il Verbo; ma
affinché questa Parola di Dio fosse intelligibile agli uomini, ha dovuto nascere da Maria. Voglio dire che se « Cristo è la sapienza di Dio »,
questa sapienza è diventata per noi intelligibile in
Maria. Sembra pertanto inconcepibile voler capire Gesù
indipendentemente da Maria, come lo sarebbe pensare al Verbo indipendentemente
dal Padre.
Allora la sapienza non è un qualcosa che posso imparare,
bensì il Cristo che Dio genera in me stesso quando,
rivivendo io Maria, sul mio silenzio interiore dei sensi e dell'intelletto, sul
mio sentirmi superfluo, sulla mia convinzione non soltanto diplomatica che
tutto al mondo è vanità dette vanità se non è
espressione dello stesso Dio che è Amore, Lui esprime la propria Parola.
Non si conoscono, su Maria, parole che
rivelino qualche sua cognizione teologica, non ci è stato riportato nulla che mettesse in risalto
qualche aspetto della sua personalità. Di lei conosciamo solo un
atteggiamento: il suo essere silenzio. E le poche parole da lei pronunciate non
sono che la ripetizione fedele della Parola rivelata, incisa su un nastro
vergine.
E' senza dubbio, il suo, un atteggiamento che
oggi potrebbe apparire a noi un metodo quasi pazzesco, un rischio di totale
anacronismo e di emarginazione dalla società: quello di far tacere tutto in noi
affinché Dio su questo vuoto possa pronunciare se stesso e generare in
noi la luce attraverso la quale troveremmo il senso di ogni cosa; quello di non
cercare o azzardare soluzioni nostre preconcette ai problemi che travagliano
l'umanità senza prima vederle in quella stessa luce. Ma il gioco vale la
candela, poiché se effettivamente Dio continua a parlare, per rendersi
intelligibile Lui non cambia metodo, ma quando lo fa pronuncia se stesso
nel tempo nostro, agli uomini di oggi, sui problemi reali, sui bisogni concreti
di noi uomini. E pertanto l'unica cosa necessaria è di
fare come Maria: lei era là dove erano gli uomini del suo tempo, ha
vissuto in mezzo alla gente del suo tempo, totalmente persa negli altri, da non
dare nell'occhio a nessuno, tanto che quando suo Figlio si presenta per la
prima volta alla sinagoga per parlare, fa scandalo: « Dove l'ha presa, costui, questa sapienza? » La domanda, in realtà, rivela
l'equivoco degli uomini: la sapienza non si prende né si apprende;
scende da Dio, viene concepita in Maria e generata da
Maria.
«
Tu pure — scrive Girolamo alla vergine Eustochio
— puoi essere madre del Signore ». Chi, come Maria —
dice Origene — accoglie nella sua anima la Parola di Dio, diventa
madre per essa e riceve da Dio la capacità di
partorirla. Maria infatti è la condizione
perché la Parola eterna diventi Parola storica, sempre attuale —
e quindi comprensibile — perché sempre attuale è
la ricettività alla progressiva e variante volontà di Dio su di
lei.
Sarebbe davvero strano che la Sapienza,
penetrata nel mondo, non avesse nulla da dire al mondo stesso e ai suoi
problemi, o non fosse per lo meno un invito costante a modellare i nostri
rapporti sul tipo della società trinitaria, dal momento che a occhi chiusi si
capisce che i problemi economici si potrebbero risolvere con la comunione, i
problemi sociologici e politici con una effettiva volontà di
integrazione, quando la filosofia e l'arte e la letteratura e la tecnica e la
psicologia e la statistica diventassero amorevole servizio all'uomo.
Tutto ciò è senz'altro possibile dal momento in cui « la
Verità ha preso corpo dalla terra (Maria) » e se i cristiani, rivivendo Maria, continuassero a generarla.
Oltretutto si ridurrebbero i sintomi di
pazzia nell'umanità.
Silvano Cola