Parola
di vita
«Quelli che sono di Cristo, hanno crocifisso la
carne
con le sue passioni e i suoi desideri.
Se viviamo
per lo Spirito, camminiamo dunque per lo Spirito».
(Gal. 5, 24-25)
Paolo ha detto queste
parole dopo aver enumerato quali sono le opere della carne e quelle dello
Spirito: « la carne ha desideri opposti allo
Spirito e lo Spirito desideri opposti alla carne: essi stanno in lotta tra
loro, così che voi non fate ciò che volete... le opere della
carne sono ben note: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria,
magia, inimicizia, risse, gelosie, impeti d'ira, rivalità,
discordie, fazioni, invidie, ubriachezze, gozzoviglie e altre simili cose. Circa tali cose io vi prevengo, come già vi ho
prevenuti, che chi le commette non erediterà il regno di Dio. Il frutto
dello Spirito invece è amore, gioia, pace, longanimità,
benignità, bontà, fedeltà, mitezza, temperanza». (5, 17-23).
Vedendo la situazione di buona parte della
nostra società, basata sull'egoismo, il benessere,
l'ansia frenetica di piaceri e di potere, sembrerebbe ridicolo e
sorpassato fare discorsi di questo genere. Non possiamo ingannarci: è
una difficoltà reale che trovano, oggi, tutti i cristiani che vogliono
impegnarsi a vivere seriamente il loro cristianesimo. Non è per niente
facile farlo in mezzo ad una umanità che sa
presentare tutte le « opere della carne » in una veste così
attraente e adulta. Questo vale anche per sacerdoti e seminaristi, uomini del
loro tempo. All'origine di tante defezioni, dietro a tante intellettualizzazioni
per spiegare le crisi, c'è in realtà il peso di questo mondo che
li travolge.
Di fronte a questo i cristiani devono essere
conseguenti e domandarsi, con un amore spietato alla verità: Se Cristo è venuto a portare tra noi la
vita stessa della Trinità, è possibile che non sia la vita
più interessante e attraente che ci possa essere? Se non appare
così, vuol dire che non siamo sulla strada giusta.
Tutte le speculazioni teologiche ed i
ragionamenti logici di questo mondo non basteranno né a a
mantenere in piedi i cristiani, né tanto meno a far sì che Dio
< torni di moda » nella società. Solo sarà capace di
farlo un cristianesimo vissuto, che mostri quanto più razionali, belli,
affascinanti, sono i frutti dello Spirito. Infatti, quei cristiani che
attraverso la toro santità personale o una esperienza
autentica di Cristo nella comunità, hanno gustato qualcosa delle
meraviglie di Dio, ti dicono: accanto a quello che abbiamo provato, il cattivo
che hai attorno ti sembra paglia, ed il bello troppo poco se non è in
Dio.
Certo, un cristianesimo tale possono
costruirlo soltanto delle persone che abbiano scoperto
che seguire Cristo significa rivivere Gesù
Crocefisso e Abbandonato. Certi richiami della natura si possono posporre solo
per un amore più grande.
L'amore (primo « frutto dello Spirito »), portato a questa dimensione (la
«pazzia della croce»), è l'unico che ci può fare
capaci di vivere queste parole di Paolo e di comprovarne tutta la potenza e
l'attualità.
Enrique Cambón