Alcuni testi patristici sulle

opere di misericordia

 

« Soprattutto nutrite chi ha fame; date da bere agli assetati; vestite ì nudi; visitate i malati; soccorrete, quando potete, i carcerati; accogliete i pellegrini, con tutta alacrità, nelle vostre case». (Ep. Clem. ad lac, X). « E' bello e utile visitare gli orfani e le vedove, specie le povere e cariche di figli... E' bello e buono visitare, per amore di Dio il prossimo... Amia­mo i poveri come servi di Dio e assistiamoli nelle visite... Noblissimo al cospetto di Dio e degli uomini ricordarsi dei poveri, amare i fratelli e i forestieri...» (PSEUDO-CLEM., Ep. I, Ad Virg. XII).

 

Tra i mezzi di remissione dei peccati, l'elemosina è messa in ordine d'importanza dopo il battesimo e il martirio (cf. ORIGINE, In Ep. ad Rom. IX, 11).

Le opere dell'elemosina, della carità, sono complemento della pre­ghiera (cf. S. CIPRIANO, De opere et elemosynis).

 

« La carità elimina ogni disuguaglianza, ignora ogni preminenza e di­gnità» (S. GIOVANNI CRISOSTOMO, De profectu Evangelii, 7).

 

« Le opere di misericordia non giovano niente senza l'amore » (S. AGOSTINO, De fide et op., 15; cf. id., In Ioh., 76).

 

« Senza verginità si può accedere al regno, senza misericordia ed elemosina no» (S. GIOVANNI CRISOSTOMO, In Matth., hom. 46, 3; cf. ibid., hom. 47, 4) giacché « la dignità verginale consiste non solo nell'astenersi dalle nozze, ma anche nella benignità, nell'amore dei fratelli, nella persistenza della compassione» (Id., De verbis Apostoli, Habentes, 1, 6-9).

 

« La più grande delle elemosine è perdonare ai nemici e amarli » (S. AGOSTINO, Enchir., 73).

 

« Questa è elemosina: se dai con gioia, sapendo di ricevere più che di dare» (S. GIOVANNI CRISOSTOMO, De elemosyna, 4).

 

Poiché noi formiamo il corpo di Cristo, servendo uno dei suoi mem­bri poveri serviamo Cristo, serviamo un membro del nostro stesso corpo (cf. S. GIOVANNI CRISOSTOMO, In Ep. I ad Cor., hom. 44, 4; id., In Ep. 2 ad Cor., hom. 20, 3).

 

« Nulla ha l'uomo di cosi divino quanto il beneficare... non passar oltre al fratello bisognoso: è tuo membro » (S. GREGORIO NAZIANZENO, Oratio, 9, 26).

 

«Dal tuo patrimonio fa prestiti a Dio; nutrì il Cristo» (S. CIPRIANO, De hab. virg., 11).

 

« Nu­trì Cristo nel povero» (S. LEONE MAGNO, Sermo 6, 1; cf. S. GIROLAMO, Ad Hedibiam, Ep. 120).

 

« E' bisognoso Cristo quando è bisognoso il povero» (S. AGOSTINO, Sermo 38, 8; id., Sermo 239, 4)

 

«Servi il povero ed hai servito Cristo» (S. AMBROGIO, De viduis, 9, 54).

 

« Chi dona al povero presta a Dio » (S. GIROLAMO, In Ep. ad Eph., 3, 5, 1; cf. S. AGOSTINO, In Ps. 48, 9; id., Sermo 1; S. BASILIO, Ep. 15,3).

 

« Se presti a un uomo prendi la centesima; se presti, tramite il po­vero, a Dio, prenderai non la centesima, ma il centuplo » (S. GIOVANNI CRISOSTOMO, In Genes., 1, 4; cf. id., In Matth., hom. 66, 4, 5; id., In Ep. 2 ad Cor., hom. 16, 4; id., De verbis Apostoli, - Habentes, 1, 8).

 

« Quando diamo ai poveri quello che gli è necessario, restituiamo

loro qualcosa che gli appartiene, non qualcosa di nostro; realizziamo più un'opera di giustizia che non di misericordia » (S. GREGORIO MAGNO).

A cura di Enrique Cambón