riposo a Folgaria

 

In una società consumistica come la nostra, la salute del corpo è la prima che ci rimette nello stress quotidiano a cui l'uomo è sottopo­sto. Sembra anzi, qualche volta, che non si dia importanza alcuna a questo aspetto della vita come per esempio là dove un falso eroi­smo o le esigenze dell'apostolato portano ad una forsennata attività.

In questo contesto, dove a volte manca l'equilibrio, spesso viene me­no anche la libertà di saper pren­dere con la stessa serietà un pe­riodo di vacanza, di dire ad esem­pio: « Sono felice, il rettore mi ha detto di prendermi un periodo di riposo e tra qualche giorno an­drò a Folgaria, una località nel Trentino, presso un sacerdote, per continuare quella cura che già mi dà qualche beneficio ».

E' un brano di lettera, arrivata in redazione, di un gens di Trie­ste, Tarcisio, che si è trovato a metà maggio con una forte disfun­zione ai reni e per la fatica dello studio e per i continui viaggi che

ogni sabato e domenica faceva per incontrarsi con vari gruppi di semi­naristi che sono nel Triveneto. E' il momento di sospendere i viaggi, di accantonare le lettere, ma in fondo è sempre lo stesso gioco: « Sono felice: pronto a vivere que­sti momenti di riposo e nello stesso tempo libero di rinnovare il dono della mia vita per la Chiesa, per l'unità, per voi... E questo senso di offerta voglio che sìa concreto. Perciò cerco di essere amore nel presente. C'è ad esempio Annuncia­to che mi sembra un pò troppo insistente nel raccomandarmi ripo­so, nel farmi le iniezioni, nel con­trollare l'orario delle pastiglie: cer­co di amarlo cosi... ».

Se è impossibile incontrarsi di persona, se per la malattìa Tarcisio è costretto a isolarsi, si ricorre ad altri mezzi per mantenere vivo il clima di famiglia che si è creato, per dividere questa sofferenza: « Grazie delle vostre lettere scri­ve Tarcisio della cartolina, ma soprattutto grazie a Dio che concre­tamente ci dà la possibilità di ri­volgerci a Lui come Padre, da fra­telli».

Anche tutto il lavoro di Tarcisio non è sospeso, prende soltanto una altra forma. Durante l'ultimo con­gresso gens a Rocca di Papa, Chiara ci aveva parlato del « lavoro a due », di quel lavoro cioè che uno non potendo svolgere perché impegnato in un'altra volontà di Dio affida a Dio. Per Tarcisio è l'occasione di usare questa tattica: « Ho l'opportunità di fare l'espe­rienza suggeritaci da Chiara "la­voro a due con Dio" soprattutto per quanto riguarda i collegamenti con i gens della zona ».

Aspetti vari di una esperienza semplice che sotto sotto si rivela come un momento di un profondo incontro con Dio: « Sono libero, e faccio una esperienza formida­bile: le difficoltà fisiche non mi allontanano dall'amore ma mi of­frono di esso una prospettiva più luminosa: Il Signore mi ha por­tato attraverso queste difficoltà di salute ad una rinnovata e più forte scelta di Lui. Avevo bisogno di solidificare la mia vita in Lui e questi momenti di riposo fisico mi si presentano come un'occasione che contiene la possibilità di met­tere armonia nella mia persona a livello fisico e a livello spirituale, e lo faccio con gioia ».

a cura di Luigi Bonazzi