Sulla terra della Pace di Augusta

Ottmaring, cittadella ecumenica

di Ch. Lubich

 

Dopo la pubblicazione dell'articolo : Atenagora, profeta dell'unità, qualcuno ci ha chiesto: avete iniziative concrete anche con gli evangelici? Rispondiamo con questo articolo della medesima autrice riportato da l’Avvenire il 10 marzo scorso.

Con un cordiale benvenuto il ve­scovo di Augsburg mons. Stimpfle ha accolto, il 24 febbraio scorso, un gruppo di 12 vescovi e prelati tra i quali alcuni rappresentanti del Se­gretariato Vaticano per l'unione dei cristiani. Nell'indirizzo di saluto il Vescovo ha rilevato l'importanza di Augsburg nella storia religiosa della Germania e dell'Europa. La antica Augusta Vindelicorum, sede di una fiorente comunità cristiana già nel III secolo, ebbe un ruolo partico­lare nello scisma del XVI secolo. Ad Augsburg ebbero luogo la Confes­sione augustana e la pace di Augu­sta, che seguì il tragico episodio della Riforma. Tra le principali te­stimonianze del movimento ecume­nico di Augsburg, il vescovo Stim­pfle ha citato il « Centro di vita ecumenica » di Ottmaring che è stato poi visitato con notevole interesse dal gruppo degli illustri ospiti.

Augsburg, che ha visto la fine del­le lotte per la religione, in una pace congelata, necessariamente di compro­messo, vede oggi — anche attraver­so il Centro di Ottmaring — lo Spi­rito Santo all'Opera nell'intento di attenuare e far scomparire, nell'ora segnata da Dio, la secolare ferita che deforma il volto della cristianità in Germania, e nello sforzo di far ri­fiorire tra le due parti, la cattolica e la luterana, la pace di Cristo, si­nonimo di unità.

Il cuore del Centro ecumenico, « Oekumenisches Lebenszentrum », è formato da una cinquantina di per­sone, cattoliche e luterane, comple­tamente dedite alla causa dell'unità. Attorno alle case che le ospitano si stanno ora insediando nuclei fami­liari cattolici e una comunità di si­gnorine evangeliche consacrate.

Pur distinti nella vita liturgica e nell'ordinamento interno di ciascun gruppo, cattolici e luterani cercano di praticare un amore reciproco esem­plare fra tutti, che si traduce in una fortissima testimonianza cristia­na e in una collaborazione a varie iniziative ecumeniche.

I visitatori di ogni denominazio­ne affluiscono a centinaia e il Centro di Ottmaring sta diventando un no­me, un segno, una speranza: a poco a poco prende corpo una cittadella ecumenica.

Il crescente interesse dei vescovi e pubblico verso un tale tipo di ecu­menismo ha indotto il vescovo di Augsburg ad accogliere nella sua cit­tà il Congresso di Pentecoste 71 che, per la prima volta, dopo la se­parazione ha visto riuniti in dialogo circa 20.000 cattolici e protestanti tedeschi.

Il tutto ha avuto le sue origini nell'incontro provvidenziale, 12 anni fa, di alcuni focolarini italiani con pochi teologi luterani.

Il Movimento dei Focolari, nato dalla base e non per iniziativa della gerarchia, e la sua spiritualità, che pone l'accento sul « vivere il Van­gelo » li aveva fortemente interessa­ti. Negli anni seguenti si sono suc­ceduti, in un crescendo continuo, incontri con decine di pastori, con parrocchie luterane, con professori di teologia a Norimberga, con le nuove comunità luterane sorte nel dopo­guerra, e ancora « giornate » e « set­timane ecumeniche nazionali », anche di 600-700 persone, in varie città del­la Germania.

Contemporaneamente, essendo nato nei fratelli luterani, al contatto con i focolarini, un grande interesse per la Chiesa cattolica, ecco che sin dal '63, ogni anno, circa 200 di loro sono giunti a Roma per « vedere il Papa da vicino », per conoscere i vescovi e il mondo cattolico.

Nel '65 l'incontro a Roma tra lu­terani e focolarini metteva solide ba­si per una profonda comunione spi­rituale. Paolo VI, accogliendo quel gruppo nella Basilica di San Pietro, l'aveva salutato così: « Un partico­lare saluto va oggi a un gruppo di fratelli e sorelle di un'altra confessio­ne cristiana...; la loro visita ci onora e ci rende gioia. Possa essa contri­buire a conoscere più profondamente qui nel suo centro la Chiesa catto­lica... ».

Riandando col pensiero a quel giorno, ricordo alcune espressioni uscite sommessamente, con commo­zione, dalle labbra dei luterani pre­senti a quell'udienza. Un ministro ammesso al baciamano, osservando il S. Padre che si avvicinava, aveva sussurrato: « E' il Papa! ».

Un pastore di Norimberga, perno spirituale di tutto il gruppo luterano, parlando in pubblico nel pomeriggio al Centro Mariapoli di Rocca di Pa­pa, aveva affermato: « Il giorno di oggi, 12 giugno 1965, mi sembra un'ora storica... Nell'incontro perso­nale ho cercato di guardare il Papa negli occhi... e devo dire che in fon­do a quegli occhi, e perciò in fondo a quell'anima, ho visto un dolore, un amore, una speranza profonda e fiduciosa, una grande umiltà. E' stata l'ora di un profondo incontro in Cri­sto. Il Papa non era davanti a noi come uno che pretende... in quel mo­mento egli faceva posto solamente all'amore di Dio, affinché l'amore di Dio possa fare quello che noi uomi­ni non possiamo fare ».

Poi, quei nostri fratelli durante quel giorno, ricordando tra loro co­me la storia luterana aveva descrit­to la Basilica di San Pietro « uno sfarzo di ricchezza e di splendore », commentavano: « Oggi abbiamo ca­pito: questa Chiesa è necessaria... Il Papa tanto semplice è come un pa­dre che fa festa ai figli, mentre i figli fanno festa a lui », « A San Pietro ci siamo sentiti a casa », « Co­sì devono essere stati gli incontri dei primi cristiani », « Vedendo molte nazioni diverse e unite ho sperimen­tato di nuovo la Pentecoste », « Ab­biamo sentito alcune canzoni sulla Madonna, ma in questo clima abbia­mo capito Maria », « La mia speran­za — diceva uno — è nella Chiesa cattolica, nella Chiesa madre, perché essa ha conservato la verità », « Ciò che più mi ha commosso è stato il momento in cui il Papa ha benedetto anche me, pastore luterano ».

Quell'anno gli evangelici, tornati in Germania, hanno portato ai cono­scenti le parole che il Papa aveva loro affidato: « Dite che il Papa li ama tutti e apprezza i loro sforzi religiosi ».

Ed è stato proprio in quell'incon­tro a Roma che si è deciso la co­struzione di un « centro di vita » che permettesse rapporti costanti.

Il vescovo di Augsburg, mons. Stimpfle, presentando questa inizia­tiva scriveva: « E' da vedersi con grande gioia che le « Bruderschaften von Gemeinsamen Leben » (le frater­nità luterane) e i Focolarini non vo­gliono rimanere in relazione tra loro solo con discorsi e con parole, ma vogliono vivere così uniti che Gesù sia in mezzo a loro... Sia (il Centro) come una città sul monte e possa esser vista da tutti quelli nel cui cuore arde l'ansia della Chiesa una ».

Da parte sua il vescovo luterano della Baviera, dottor Dietzfelbinger, presidente della conferenza luterana della Germania, dava la sua appro­vazione. In quel colloquio, al quale avevo partecipato, concludeva: « Qui c'è la mano di Dio. Seguiamo lo Spi­rito Santo. Chissà dove ci porterà ».

Il giorno dell'inaugurazione, nel giugno del '68, il cardinale Agosti­no Bea, presente in un suo lungo indimenticabile messaggio, che ci sembra proietti luce su tutto il futuro ecu­menico, scriveva tra l'altro:

« ... Mentre per lungo tempo, nel percorso ecumenico, si era considerata soprattutto la scienza teologica, at­traverso il lavoro degli specialisti, oggi si scoprono sempre più le gran­di possibilità che offre a tale riguar­do la vita quotidiana di tutti i cri­stiani. Il significato della vita cristia­na, vissuta autenticamente secondo il Vangelo è stato mésso in rilievo dal Concilio Vaticano II con queste pa­role: « Si ricordino tutti i fedeli, che tanto meglio promuoveranno, anzi vi­vranno in pratica l'unione dei cri­stiani, quanto più si studieranno di condurre una vita più conforme al Vangelo ».

Il cardinal Bea aveva « capito » il Centro di Ottmaring. Ora lo proteg­ge dal cielo, mentre il suo spirito e la sua sapienza sono sempre presenti nei focolari del Centro, uno dei quali porta il suo nome, mentre un altro è dedicato a Papa Giovanni.