Incontro Europeo Gens
quando Gesù spiega se stesso
Ho partecipato alcuni giorni fa ad un incontro tenutosi al
Centro Mariapoli di Rocca di Papa. Duecentoquaranta seminaristi venuti da ogni parte d'Europa vi prendevano parte,
oltre ad alcuni studenti venuti dall'Asia,
Africa e America, che si trovano in diverse città
europee per studi. Per la maggior parte di essi
questo era il primo contatto con la spiritualità del Movimento dei
Focolari. Vi presenziai forse anche con l'inconscio desiderio di vedere
come è possibile, ancora oggi, fare
qualcosa in un ambiente cosi
difficile e travagliato.
Tutti sanno, d'altronde, che nei seminali le difficoltà
ci sono. Tante cose sono contestate, altre non reggono più, e forse
la difficoltà più grande la si trova non
appena si vuole impostare un discorso che venga incontro ai bisogni odierni e
ai desideri dei giovani.
Vorrei dire subito che delle cose grosse sono state dette, e anche
fortemente, cosi come vengono espresse certe verità
dal Vangelo. E forse qualche frase cadeva come una spada a doppio taglio;
ma c'era un qualcosa che permetteva di esprimersi
cosi. Mi spiego.
Oggi nessuno vuol sentire parlare di povertà,
castità, obbedienza. Queste cose, affermano, non dicono niente
all'uomo d'oggi. Qualcuno sottolineava come anche nel suo seminario da anni non
si parla più di queste realtà. Tutti
conoscono inoltre le difficoltà che si fanno a riguardo del celibato,
sui rapporti coi superiori e sulle esigenze della vita comunitaria.
In questi giorni, invece, si è parlato
proprio di questi argomenti. Don Foresi, soprattutto, l'ha fatto in
modo cosi vivace, cosi attuale e cosi audace, da farmi pensare che il Vangelo noi cristiani
l'abbiamo semplicemente dimenticato o per lo meno travisato.
Ma perché queste stesse
verità che qui venivano accettate da tutti, e subito vissute, altrove
sono messe in discussione? Sicuramente c'era qualcosa tra loro che li
rendeva cosi ben disposti verso la parola di Dio e verso coloro che la
trasmettevano; e mi pare di aver capito che non era altro che l'amore
scambievole vissuto il quale, come afferma la stessa Scrittura, porta con
sé la luce: perché Dio è amore e chi sta con lui non
cammina nelle tenebre. Li per li mi sono ricordato che
questa stessa esperienza l'ave
vano fatta le prime focolarine quando scoprirono
che questo Dio, che è Luce, è in mezzo a quelli che si
amano (Mt 18, 20); dicevano infatti: « ci
sembrava che il cielo ci avvolgesse, il paradiso fosse fra le nostre anime.
Gesù riaffiorava spiritualmente fra noi fratelli in Lui e, un po' come
ad Emmaus, accendeva i cuori di una fiamma che il mondo non conosceva, e
faceva sparire nell'ombra uomini e cose, mettendo in rilievo solo
ciò che è grande e bello e buono davanti
a Dio». E, sempre sotto questa luce, le parole della Scrittura apparivano
« d'una potenza rivoluzionaria, d'una vitalità sconosciuta, le
uniche capaci di mutare radicalmente la vita: anche di noi, cristiani di
questo tempo ».
Un dubbio, in verità, mi tormentava:
e dopo? Ma ho potuto sentire con le mie orecchie testimonianze semplici e
genuine: non erano parole, bensì una vita che sta penetrando in
parecchi ambienti.
Certo che se un tale risveglio evangelico è
già presente nei seminali, non c'è che guardare con fiducia al
futuro di questo pezzo di chiesa.
Jose' Padilla
rettore del seminario di Tucuman