Parola di vita

Il Signore vi faccia crescere e abbon­dare in amore
tra voi e verso tutti (1 Tess. 3, 12)

 

Quando san Paolo scrive ai tessalonicesi, ha davanti a sé l'opera che aveva iniziato e che vuole portare a buon fine. Timoteo gli aveva portato liete notizie della comunità, ma desideroso di completare ciò che poteva mancare ai suoi interlocutori dice loro che prega Dio affin­ché gli conceda di « rivedere la vostra faccia, e completare quel che ancora manca alla vostra fede» (3, 10). Ed è a questo punto che ag­giunge ancora: « Il signore vi faccia crescere e abbondare in amore tra voi e verso tutti, come noi lo proviamo verso di voi ».

Così come Paolo ce la presenta, la vita cristiana appare come un « progetto » da realizzare. Il mezzo che porta avanti questa maturazione è l'amore; non un amore qualunque, ma l'amore in tutta la sua novità, quello rivelato da Cristo: amore scambievole e aperto a tutti, o in altre parole, amore intraecclesiale e universale.

Paolo stesso ci dice come praticare l'amore gli uni verso gli altri: nel suo amore che è vuoto di sé, abbiamo il modello: dimenticare il nostro dolore per gioire con chi gioisce, fare a meno della nostra gioia per soffrire con chi piange (Rom 12, 15), lasciare da parte i nostri problemi per ascoltare chi ci è vicino in modo da offrirgli un valido contributo. Questo programma di vita cristiana sembra un andare contro corrente, e lo è. Perciò Paolo prega Dio che ce lo faccia crescere, perché l'amore cristiano non è di origine umana bensì divina.

Ma i cristiani non si possono fermare ad amarsi fra di loro: deb­bono aprire le porte e guardare a tutti gli uomini. L'amore ai nemici era stato insegnato da Gesù (Mt 5, 44; Lc 6, 27-35) dandogli allo stesso tempo un respiro più ampio (Lc 10, 25-27) e san Paolo, da parte sua, aggiunge ancora: « Non rendete a nessuno male per male, procurate di fare il bene dinanzi a tutti gli uomini; vivete in pace con tutti » (Rom 12, 18). «Finché abbiamo tempo, facciamo del bene a tutti» (Gal 6, 10). Anche il suo era un amore universale (cfr. Att 27, 13-38).

Oggi questo amore è richiesto ai cristiani forse più che mai, dato che ogni giorno si fa più chiara la crescente e mutua dipendenza degli uomini, in un mondo che si va sempre più unificando.

Noi sappiamo però che solo l'amore può far nascere l'unità tra gli uomini, perché ci permette di avvicinare l'altro non per servirci di lui, ma per servirlo; di arrivare fino al più profondo del suo essere senza profanarlo; di capirlo nella sua verità mentre porgiamo la Verità.

Da tutto ciò possiamo capire come l'amore è la legge di ogni crescita e di ogni realizzazione di sé — sia nella Chiesa come nel mondo, nel rapporto interpersonale come nei rapporti tra i popoli — perché l'uomo • non può trovare la sua propria pienezza se non attra­verso un dono sincero di sé» (Gaudium et Spes e Lc 17, 33).

Attilio Gimeno