Da te come da Gesù

Quando qualcuno ti passa accanto durante la giornata, a scuola o al lavoro, la tua parte è sempre e solo quella di amare. Succede spesso che chi ti è ac­canto non ricorda o ignora il suo dovere di amare i fratelli come Gesù li ha amati. Questa ignoranza, molte volte involontaria, fa si che egli si comporti verso di noi in modo tale che spesso ci sembra di dover quasi spostare una montagna per amare. Ma il nostro dovere davanti a Dio rimane sempre quello di amare tutti: amarli, per amore di Gesù, a fatti, con le opere di misericordia, farci uno in modo che tutte le parole di verità che tu potresti dire loro, siano loro espresse da te, dalla tua persona fatta parola viva, vangelo vivo.

Ma occorre amare da Gesù.

Per fare questo occorre ascoltare bene la sua voce in te, perché non ti succeda di prendere delle cantonate e di sbagliare nell'amare per eccesso o per difetto.

Il Vangelo ci ammonisce, per esempio, di non dare le cose sante ai cani e tu (pur potendoti giudicare inferiore a tutti per la grazia che hai ricevuto conoscendo l'ideale e che forse non hai abbastanza sfruttato mentre essi non l'hanno), sta' accorto a non parlare di cose sante in un ambiente che non sia preparato a riceverle.

Succederebbe che, come dice il Vangelo, verrebbero disprezzate, « calpe­state » e tu deriso, « sbranato ».

Ricorda però che tanto il « non dare le cose sante ai cani », quanto il co­municare parole di Dio a chi è disposto a riceverle, perché già ama Dio, è Vangelo.

Nel primo caso puoi testimoniare Gesù, ma lo devi fare soltanto con la tua vita.

Ricordati che tutti i battezzati sono membra — vive o morte, ma pur membra — del Corpo mistico di Cristo, e quindi devi amare tutti, per amore di Gesù, così come egli vuole essere amato da tutti.

Lo sbaglio per eccesso è in coloro che offrendosi con parole esagerate ed universali, ad esempio: noi amiamo fino in fondo, noi aiutiamo tutti, ecc. solleticano nelle persone l'egoismo, senza ricordarsi che Gesù alla folla che lo seguiva e che forse era più attratta dal suo fascino che dall'amore alla verità, disse: « Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre e la moglie e i figli e i fratelli e le sorelle e persino la sua vita, non può essere mio discepolo ».

Cosicché queste persone si attaccano a noi come parassiti e ci impediscono di svolgere i nostri doveri e di amare quel prossimo che ci è stato partico­larmente affidato. Peccano per eccesso, dunque, e, aiutati dalla fantasia, cre­dono di vedere la mano di Dio dovunque e s'ingannano. Cercano di presen­tare la vita evangelica dal lato avventuroso poetico romantico e, sotto sotto, sono pieni di amor proprio e superbia spirituale. Tolgono alla nostra vita evangelica quel che vi è di più bello: la normalità di una vita soprannaturale pura limpida armoniosa semplice, non artificiosa né eccessiva, come la natura nella quale pure si vede la mano di Dio.

Basta guardare Maria, la Mamma. E' la madre del Creatore e di tutte le creature, eppure non si conosce nulla del suo apostolato tra i suoi contem­poranei, che erano tutti suoi figli. Ella fece solo la volontà di Dio: amò Gesù e assistette agli apostoli.

Con i tuoi compagni, ad esempio, tu, prima di tutto, devi consumarti in uno con loro per testimoniare Dio al mondo prima di tutto con la vostra unità, e non tanto con le più varie attività anche se sono rivolte alla conqui­sta delle anime o con altre opere grandi, ma sempre secondarie per chi ha sperimentato l'unità.

Chi eccede non conosce le parole di Gesù: « Non è bene togliere il pane ai figli per darlo ai cagnolini ».

Altri mancano per difetto, e sono quelli esageratamente legati ai propri doveri nei quali soltanto vedono la volontà di Dio, chiudendosi cosi a quella che Di ci esprime attraverso le circostanze, e finiscono perciò col non amare chi passa loro accanto.

Questi non ascoltano la voce della coscienza nell'attimo presente, vivono poco in intimità con Dio e non si danno con tutto il cuore. Pur credendosi giu­stamente attaccati ai loro migliori doveri sono di fatto attaccati a sé stessi. Non conoscono la poesia del Vangelo e non vedono la linea d'oro della prov­videnziale mano di Dio Padre in tutte le cose.

Mentre i primi, coloro che peccano per eccesso, appaiono a volte esaltati, questi sono pesanti e morti. La loro presenza non dice nulla e si ha paura di avvicinarli.

E' veramente « generazione nuova » colui nel quale vive Gesù; a lui tutti si avvicinano con amore e timore perché da lui emanano, come da Gesù, l'amore e la verità: egli è, in Gesù, luce del mondo.

Chiara Lubich