Redazione a lavoro

Da alcuni giorni in redazione si sta lavorando con ritmo ac­celerato: l'edizione del giornale deve essere anticipata e le pri­me bozze devono essere pronte entro pochi giorni.

Siamo abituati a questi cam­biamenti, e spostare un impe­gno per un altro è questione che ripete sempre lo stesso gio­co. Cosi chi sta preparando de­gli esami all'università, li met­te per un momento « tra paren­tesi » e si mette alla macchina da scrivere. Si impostano arti­coli e li si corregge.

Dopo due giorni di lavoro, qualcosa è pronto, però man­ca ancora il materiale per co­prire una pagina e il tempo stringe. Cosa mettiamo, a che materiate attingiamo?

In questa « urgenza », trovare qualcosa che non si ha subito a portata di mono diventa dif­ficile, perché non si tratta di mettere assieme delle belle pa­rote, ma di comunicare una vi­ta. E ci accorgiamo che anche per noi non si tratta tanto di cercare di qui, di scartabellare di là, in ricerca affannosa. E' vero, siamo pressati, il lavoro ha una scadenza precisa co­me aveva un orario preciso il pranzo che Marta, con assillo, preparava —. « Marta troppo ti preoccupi; una cosa sola e ne­cessaria ».

Allora ci « aggiorniamo » e puntiamo, nell'affrontare la dif­ficoltà, più ad avere un rappor­to autentico tra di noi, di at­tenzione e di amore reciproco, che alla difficoltà stessa.

Continuiamo la nostra ricer­ca, ma ora è una cosa nuova. L'amore, è matematico, chiama la luce.

Ora il giornale è pronto e ar­riverà in tante parti del mon­do e con esso se ne va pure una parte della nostra vita.

la Redazione