Parola di vita

Mentre eravamo fra voi vi abbiamo dato quest'ordine: chi non vuol lavorare, non mangi (2 Tes. 3. 10)

« Voi ben sapete in qual modo dovete imitar noi. perché noi non siamo vissuti tra voi oziosamente, né abbiamo mangiato gratis il pane di nessuno, ma con fatica e con stenti abbiamo lavorato notte e giorno, per non essere a carico di nessuno di voi. E ciò, non perché non ne avessimo il diritto, ma per darvi, in noi stessi, un modello da imitare. Difatti, proprio mentre eravamo tra voi, noi vi abbiamo dato quest'or­dine: Chi non vuol lavorare, non mangi» (2 Tes. 3, 7-10).

Quest'atteggiamento di Paolo ci fa vedere meglio, ancora una vol­ta, ciò che ci dice la Scrittura su Gesù, il quale « incominciò a fare e ad insegnare» (Att. 1, 1), e cioè che tanto più la parola vale quanto più è sorretta dalla vita di chi la dice.

Per capire un po' il « modello da imitare » che abbiamo in Paolo, dobbiamo ricordare che il lavoro manovale era riservato agli schiavi; i signori al più potevano lavorare la propria terra. E se riflettiamo un momento vediamo che Paolo va contro il modo di vivere del mondo d'allora in contrasto col messaggio da lui annunciato. Lui è coerente nella sua vita alla dottrina che insegna, e non insegna se non ciò che per lui è vita; e non fa portare altri pesi, se non quelli che lui stesso è disposto a portare.

Per noi cristiani di oggi, il lavoro continua ad avere un valore fondamentale nella nostra vita.

Infatti, attraverso il nostro lavoro la creazione acquista quel tim­bro per cui anch'essa s'immette nel piano di salvezza voluto da Dio; d'altra parte il lavoro aiuta anche noi a vivere profondamente radica­ti nella realtà d'ogni giorno, in modo tale che il vivere il momento presente non sia una fantasia, ma vera risposta d'amore a Dio e agli uomini, nostri fratelli.

Di fronte a questa visione, come fare a vivere questa parola di Paolo se invece di lavorare si studia?

La risposta è che dobbiamo impegnarci nello studio in modo tale che sia anch'esso un vero lavoro; e d'altra parte sapere che lo studio di oggi è per prepararci a lavorare meglio domani, facendo tutto in modo tale di poter essere anche noi, come Paolo, un « modello da imitare ».

Comunque noi cristiani dobbiamo avere la certezza che se faccia­mo ciò che è volontà di Dio nel momento presente, stiamo « lavoran­do » per il regno dei cieli, perché è solo in Dio che la nostra vita trova il suo senso più vero.

Atilio Gimeno