Appartenere a tutti

Proprio in questo periodo si svol­geva a Roma l'importante marcia organizzata da Mani Tese in fa­vore dei popoli del Terzo Mondo.

Noi ci siamo detti: essere cri­stiani è vivere nella gioiosa espe­rienza di comunione che ci fa uno in Cristo con qualsiasi uomo, e non appartarsi in un'oasi felice, lon­tano dalle lotte e dai drammi quo­tidiani di chi ci vive accanto.

Allora, nell'impossibilità di po­ter intervenire personalmente alla marcia, ci siam dati da fare per sensibilizzare altre persone. In con­creto abbiamo poi preso quanto di­sponevamo del nostro esiguo super­fluo per finanziare i « pedonauti ro­mani ».

Giampaolo

 

Sto rientrando a casa dopo aver girato tutto il giorno per Roma, a fare spese. Ho freschi nell'anima gli incontri fatti e i posti visitati... ma una cosa soprattutto mi viene da dire come bilancio della gior­nata: quanto sia vero che « una volta assaggiata una buona torta, non può avere buon gusto una ca­rota cruda». Dopo essermi abitua­to a stabilire con alcune persone un rapporto vero, trasparente, « creativo », di reciproca accetta­zione cristiano insomma —, non posso non soffrire vedendo i rapporti « normali » tra le persone: l'indifferenza per strada, l'interesse e i « sorrisi commerciali » in bot­tega, l'impazienza, il giudizio, l'e­goismo, il menefreghismo... Al pun­to che mi verrebbe voglia di man­darlo alla malora quel mondo lì... Ma proprio a questo punto mi accorgo che qualcosa in me non va, che sono io fuori strada e che sto rischiando di soffocare, spento nella mia libertà, sotto quel mon­do sbagliato. Avverto allora di es­sermi posto fuori dell'amore, di essermi dimenticato di vedere Cri­sto in ognuna delle persone incon­trate. E capisco ora, con una forza nuova, che veramente non c'è « né greco né giudeo, né uomo, né don­na » (né antipatico, né ripugnante, né...) ma uno solo, Cristo, da ser­vire in tutti: quel Dio che si è fatto uomo per fare « una » l'uma­nità, ma prima di tutto per darci quell'unità e libertà inferiori, senza le quali l'unità dell'umanità è una utopia.

Enrique

 

Ieri c'erano alcuni zingarelli in Chiesa; farsi uno con loro signifi­cava non ignorare le loro necessità, cosi con Aldo dopo averli ascoltati, abbiamo dato loro qualcosa da man­giare, cercando di farlo nel miglio­re dei modi come ad un amico ca­rissimo.

Roberto