dall'ESTERO

Brasile

All'inizio di febbraio eravamo set­te Gens riuniti nel nostro apparta­mento sulla spiaggia: eravamo ve­nuti solo per fare un'esperienza di unità, e per scegliere più profon­damente Dio attraverso la croce. E come modello abbiamo riscoperto Maria.

Gli incontri serali per comunipar-ci l'anima sono stati preziosissimi, non solo per mettere in comune i beni spirituali, ma anche per puri­ficarci fraternamente.

L'unità fra noi si è concretizzata nella comunione dei beni, cosi che dopo pochi giorni tutti abbiamo messo i soldi in comune. Quando sono arrivati per un incontro par­rocchiale due Gens di Natal che, pur avendo fatto la comunione dei beni tra loro, potevano pagare sol­tanto la metà della spesa, noi ab­biamo raggranellato gli ultimi soldi che ci servivano per il viaggio e così anch'essi hanno potuto pagare la somma. Tutto avveniva in un clima di perfetta libertà.

Nella Mariapoli di Natal, all'ini­zio di questa nostra esperienza, ab­biamo avuto contatti profondi con i seminaristi locali.

Un padre gesuita che faceva il mese ignaziano è venuto a visitar­ci ed ha pranzato con noi: ha di­chiarato in seguito che il più bel giorno del mese ignaziano l'aveva passato tra noi, tanto era stato spi­ritualmente fruttuoso.

Molto importante è risultata la visita che abbiamo fatto alla dio­cesi di Palmares. Abbiamo potuto vedere come vive un presbiterio unito nel nome di Gesù e come può nascere una comunità cristiana in un ambiente socialmente tanto povero. E' là che abbiamo capito come la soluzione del problema so­ciale del Brasile sia il cristianesi­mo vissuto.

Infine abbiamo partecipato ad un incontro parrocchiale: esperienza in­dimenticabile! Abbiamo ringraziato i parrocchiani per averci fatto speri­mentare cos'è una comunità impre­gnata di Gesù, ed essi a loro volta ci hanno ringraziato per aver of­ferto loro un esempio di come sa­ranno i futuri sacerdoti della Chiesa.

Quelle che seguono sono alcune testimonianze date alla fine di que­sta convivenza:

« Faccio il secondo anno di teo­logia. Per poter continuare gli stu­di, durante queste vacanze ho la­vorato per quaranta giorni come fat­torino di pullman. Dopo una setti­mana mi sentivo scoraggiato, tanto l'ambiente era difficile. Un amico mi aiutò e mi ricordai che dovevo amare ogni persona che saliva sul pullman, vedendo in ognuna un fra­tello. Allora tutto divenne più fa­cile e sono riuscito a mantenere una profonda unione con Dio. Fi­nalmente potei cominciare il viag­gio per venire qui: 4066 Km e 71 ore di strada.

Era da tempo che desideravo fare un'esperienza di unità. Questo me­se è stato per me un dono di Dio ». « Questa la mia esperienza: una conversione, un incontro con Gesù e un morire nell'unità. Qui ho spe­rimentato in modo profondo che su questa terra importa solo una cosa: scegliere Dio.

Ora il sacerdozio è per me un mezzo per scegliere, abbracciare e assumere quel grido d'abbandono di Cristo, perché si faccia l'« ut om-nes ». Dio mi ha mostrato la bel­lezza di essere seme, di morire, per poter generare la vita. Ho anche scoperto in profondità la dimensio­ne della Chiesa. E' nata in me una passione per lei e un coraggio nuo­vo di andare avanti. Gesù mi dice: « affrettati a morire nell'unità, per­ché si realizzi il mio testamento ». « Una cosa che tanto mi è pia­ciuta è stato il contatto con i Gens brasiliani sia qui che nella Maria-poli di Natal: loro non sono invi­schiati nella problematica dei semi­nali, ma cercano piuttosto di fare una profonda scelta di Dio e vi si impegnano seriamente ».

Argentina

Dal 7 al 15 febbraio abbiamo partecipato in 5 a un corso Gen nella Mariapoli permanente Andrea Ferrari di O'Higgins.

E' stato per noi una grazia no­tevole l'arrivare a scoprire una cosa fondamentale: il fatto cioè che sia­mo un solo corpo. Tutti in verità conoscevamo l'Ideale e cercavamo di viverlo, ma ci siamo resi conto che questo sforzo non era ancora con­forme all'ideale che abbiamo rice­vuto in quanto era viziato da indi­vidualismo. Abbiamo capito che vi­vere l'unità è tutt'altra cosa!

Nel primo giorno ci siamo comu­nicati le esperienze personali per conoscerci di più e abbiamo co­statato che in questo rapporto so­prannaturale ognuno era effettiva­mente un dono per l'altro.

Nel secondo giorno abbiamo sen­tito parlare di Gesù Abbandonato; è stata una grazia, perché ci ha tracciato la linea per la nostra vita in seminario.

Portogallo

Si sta sviluppando in 6 seminali del Portogallo, tra la crisi che anche li esiste, una vita a corpo parti­colarmente significativa per l'impe­gno evangelico che appare dalle esperienze di alcuni Gens che là vivono.

Così ci scrivono: « Siamo un gruppo numeroso e questo crea del­le difficoltà per i raduni e l'appro­fondimento della vita tra noi. Que­st'anno poi, il Seminario sta forse attraversando la sua più grande cri­si e molti di noi non avevano an­cora la forza sufficiente per capire e vivere Gestì Abbandonato, condi­zione base per essere sempre risolti e in armonia con gli altri.

Si rendeva cosi necessario passare dall'entusiasmo a una decisione per­sonale. Da questa morte però è sca­turita una nuova vita. Alcuni han­no sentito il bisogno di realizzare la comunione dei beni in modo totalitario; vivere e non parlare. A tale scopo due volte alla settimana ci troviamo per la meditazione: è una occasione per mettere in co­mune quello che Dio realizza in ognuno. Ci è anche venuta l'idea di fare una giornata in cui tutti gli aspetti della nostra vita fossero vis­suti insieme, perché quanto più di­ventiamo corpo, tanto più ritrovia­mo la salute del Corpo Mistico e siamo Chiesa.

Abbiamo sete di essere una vera famiglia, di realizzare la comunio­ne: per questo ci siamo preparati un ambiente che vogliamo ordinato e accogliente, dove possiamo ritro­varci, scambiarci le esperienze, sen­tir musica, leggere le notizie che ci arrivano. In tutto questo quello che più ci interessa è mantenere viva la presenza di Gesù in mezzo a noi.

Riteniamo lo studio di grande importanza perché senza di esso non potremmo approfondire la spi­ritualità nella nostra vita.

Per far circolare tra noi di vari Seminati le notizie e le esperienze, facciamo un ciclostilato mensile: è per noi un mezzo straordinario per realizzare l'unità.

Siamo però sicuri che tutto que­sto non gioverebbe a nulla se non vivessimo prima di tutto il « saper perdere » cioè G. A.