Vi segnaliamo
DIMENSIONI DELLA SPERANZA, Autori vari, Città Nuova Editrice, Roma 1970.
Sintesi degli articoli.
I - Carmelo Failla: Filosofia e teologia della Speranza.
Sappiamo tutti che oggi si sta riscoprendo la speranza come costitutivo dell'uomo: l'uomo è speranza, speranza di essere uomo. Su questa base si può fondare un dialogo interessante tra il cristianesimo e il marxismo. Infatti con Bloch, un pensatore tedesco, il pensiero marxista comincia a comprendersi come annuncio dell'uomo come futuro: possibilità umane da attuare, tutte da scoprire e da esaminare. Ivi compresa la «possibilità» della fede. Il cristianesimo, a sua volta, si riconosce come un messaggio che è « popolo », il popolo di Dio in cammino verso la promessa di Dio la quale è Gesù. La speranza è appunto la presenza di Dio che proclama in noi, e per noi, al mondo la sua promessa.
II - Gérard Rossé, La speranza nelle lettere di san Paolo.
Questo tema è centrale nell'insegnamento di san Paolo. La salvezza è speranza. Cristo è la nostra speranza. Dunque la « dimensione » speranza ci apre ad una comprensione più profonda del cristianesimo e del mondo contemporaneo.
III - Piero Pasolini e Jean Michel Merlin, La speranza cosmica di Teilhard de Chardin. Possiamo cogliere ciò anche nel messaggio di Teilhard de Chardin: non solo l'uomo è speranza, ma il cosmo intero. Un unico immenso respiro verso qualcuno che chiama. La speranza è la presenza, oggi, di questa Parola che ci appella tutti.
IV - Silvano Cola, Angoscia e speranza - Note di psicologia analitica.
Certo, per passare da una possibilità ancora «possibile» ad una possibilità « attuata », bisogna abbandonare la prima. Bisogna morire alla prima. Questo morire per vivere è chiamato angoscia dell'esistenza. Essa è il silenzio in cui, solo, può risuonare l'appello della speranza. L'angoscia come malattia, invece, è il rifiuto di ascoltare la Parola, il bloccarsi nel silenzio, in una chiusura su un « me stesso » che non esiste: perché io sono nella speranza. Li solo posso trovarmi. Fuori di questa corsa, mi riduco ad una occhiata impaurita su un pozzo vuoto.
Peppuccio Zanghì