PAROLA DI VITA

"Mi ami tu?" Gv. 21, 15

In questa domanda di Gesù la parola che conta è quel « tu ». Che l'amore sia la legge del cristiano, la legge di ciascun uomo è cosa chiara: quello che viene in evidenza è la risposta personale che ognuno deve dare a Gesù. E' già scontato che egli ti ama; ora egli passa e chiede a te, proprio a te, uomo tra mille, tra miliardi dì uomini, se « tu » lo riami, e aspetta la tua risposta. Da questa risposta dipende tutto; tutto il tuo avvenire, tutto l'orientamento della tua vita, e, in definitiva, la tua ultima meta, il fine della tua esistenza: « Se qualcuno mi ama, anch'io lo amerò... e manifesterò me stesso a lui ».

Il segreto della vita di ciascuno di noi è in questa risposta, in questo amore. Qualunque posto noi abbiamo nella Chiesa, tale risposta, se positiva, illumina la nostra vita e ci rende capaci di assolvere il nostro compito. San Paolo, stabilendo Timoteo alla testa della Chiesa di Efeso, gli scrive: « Lo scopo di questo tuo incarico è l'amore ». Nell'Apocalisse, al vescovo di Efeso, Gesù dice: « Ho questo contro di te: che hai lasciato il tuo primo amore » e a quello di Laodicea: « Tu non sei né freddo, né fervente... così, perché sei tiepido, e non sei né freddo, né fervente, ti vomiterò dalla mia bocca ».

Come sempre Gesù è esigente e non vuole mezze misure: « Chi non è con me è contro di me ». Egli è sempre concretissimo e va diritto alla persona: « Mi ami tu? ».

Alla fine ad uno che insiste tanto si potrebbe anche dare la risposta attesa: « Ma si, ti amo ». Siccome, però, Gesù è concreto nel chiedere l'amore a te, egli si identifica col prossimo che hai accanto: « Qualunque cosa avete fatta anche al più povero di questi miei fratelli, l'avete fatta a me ». Non è necessario rispondere, è necessario fare: allora sarà vero che ami Gesù.

Sempre si sente dire che la domanda di Gesù a Pietro ebbe per con­seguenza la concessione del primato: « Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore »; ma anche per Pietro Gesù non si contentò della risposta: lo attese all'ultimo atto che fu un atto di amore perfetto, la crocifissione. Così anche noi non ci aspettiamo primato, o primi posti o incarichi spe­ciali: egli ci aspetta all'ultimo atto, che deve essere la conclusione, la consumazione di tanti atti d'amore, il coronamento di tutta una vita.

Annibale Ferrari