IL NOSTRO IDEALE

I. Via buona per tutti

Il nostro Ideale!

Parliamo del nostro ideale, ma con una deci­sione in cuore: vivere, perché rimanga così com'è, non annacquato, non deturpato, non deformato.

E allora affinché rimanga quello che è, garan­tiamolo con alcunché di eterno che non muore, che non passa.

Ma che cos'è che non muore, che non passa? « Passeranno — dice Gesù — i cieli e la terra, ma le mie parole non passeranno mai ».

Ebbene: se così è, come è, passiamo tutte le nostre idee al vaglio delle parole eterne. Vediamo se le nostre affermazioni trovano un'eco in esse e se le parole eterne sottolineano le nostre con­vinzioni.

Anche chi conoscesse ben poco della storia sa infatti che tutte le grandi correnti ideologiche hanno fatto la loro epoca ed hanno conosciuto il tramonto.

Noi, dovendo raggiungere un obiettivo pel quale occorreranno più generazioni: tutta l'uma­nità riunita secondo il testamento di Gesù, desi­deriamo modellare la nostra vita su idee che possiamo trasmettere intatte a quelli che ver­ranno; e solo il Vangelo porta un ideale che non muore perché è parola di Dio.

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Dice la Scrittura: « ...non miriamo alle cose visibili, ma alle invisibili: perché le cose visibili sono effimere, le invisibili, invece, eterne».

E' il punto di partenza di chiunque vuol vivere lo spirito del nostro Movimento.

Quando tu vedi che tutto può crollare, poiché il Signore ti mostra a fatti la vanità delle cose, è Dio che ti chiama, l'unico che non può venir meno. E fai di lui l'ideale della tua vita.

Vuoi rendere questa tua vita coerente all'ideale scelto, assolutamente coerente, senza compromessi e riserve, e ti domandi perciò come devi fare. Ti sembra di capire che un ideale va amato con tutto te stesso.

Ed ecco che cosa dice il primo comandamen­to: « Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l'anima tua e con tutta la tua mente». Se lo leggi dopo la tua scelta, esso ti appare nuovo nel suo significato, e logico.

Dapprima Dio per noi è un semplice nome, perché non lo vediamo. Dice Giobbe: « Avevo in­teso parlare di te per sentito dire ».

Poi Dio si manifesta a te quando lo ami. In­fatti anche questa è parola eterna: « A chi mi ama mi manifesterò». E Giobbe continua: «ma ora il mio occhio ti vede ».

Comprendi subito che amarlo non significa solo un sentimento, ma un atto. E leggi nel Van­gelo di Giovanni: « Se uno mi ama osserverà la mia parola ».

Capisci che osservare la parola di Dio, fare cioè la sua volontà, è l'espressione pratica del tuo amore a lui. Dice Matteo: « Non chiunque mi dice: Signore, Signore! entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli ».

Tu fai allora immediatamente unità tra la tua volontà e la volontà di Dio: vuoi la volontà di Dio. Unica tua volontà diventa la volontà di Dio.

Comprendi però che la volontà di Dio va compiuta nel momento presente della tua vita, unico momento nelle tue mani.

Essa ti è dettata dalla voce interiore della coscienza. Trovi infatti nei Salmi: «Ascolterò ciò che dice in me il Signore ». Questa voce ti ri­corda un dovere da compiere, un compagno da amare, un suggerimento d'un amico esperto; un imperativo della legge di Dio da attuare in quel momento.

Ascoltandola impari a distinguerla presto dal­l'altra che è in te: quella dell'uomo vecchio che tu vuoi ormai contestare, ogni volta che si fa sentire.

Fare nostra, dunque, la volontà di Dio nell'at­timo presente per amare, è l'inizio positivo della vita cristiana.

Cominci a capire molte cose scritte nei libri di Dio: ad esempio quello che Gesù ha detto: « Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato».

E senti che puoi ripetere altrettanto.

Ti accorgi con ciò che vivi come un altro Cristo e lo trovi confermato in san Paolo: «e non più io vivo, ma Cristo vive in me».

Non vuoi certo imitare Gesù in modo solo esteriore (in una povertà, in una flagellazione, in un andar senza bisaccia, visti solo « dal di fuo­ri »), ma nell'intimo, nel fatto che, come lui, vuoi fare la volontà di Dio.

Vedi che questa parola è buona per tutti, adatta a santificare tutti e a dare con ciò a tutti Dio per ideale, perché tutti vi sono chia­mati. E scopri nella Scrittura, affermato per tutti: « Siate perfetti come il Padre mio ».

Non occorre, per essere come lui, avere una vocazione speciale. Basta che ognuno faccia, là dove Dio lo vuole, la volontà di Dio.

Fare la volontà di Dio è la vita che ci lega tutti, bianchi e neri, uomini e donne, ricchi e po­veri, vecchi e giovani..., in fraternità con Gesù e figli col Padre.

Apri san Paolo e trovi: «Non c'è dunque più né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo né donna, perché tutti siete un sol uomo in Cristo Gesù ».

Come puoi vedere l'Ideale Gen poggia su pa­role che non muoiono.

II. Luce per ogni uomo

Prima ti potevano dividere dagli altri tante differenze, ora l'unica volontà di Dio, fatta da ognuno, ti affratella con tutti. Siamo tutti uno fra noi e con Gesù. E siccome Gesù è uno col Padre, perché è la volontà viva del Padre, la volontà in atto del Padre, sei uno col Padre. Capisci qui le parole di Giovanni: « E la nostra società sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cri­sto ».

Ma il vivere così non lascia le cose come prima. Anzi tutto muta. Cadono, ad esempio, molti tuoi progetti. Diffidando di te, sei perfetta­mente abbandonato a Dio, a cui ti rimetti senza timore, perché sai che è Amore.

Tu infatti credi all'Amore.

E' questo un atteggiamento tipicamente cri­stiano, eco di quelle altre parole della Scrittura: « e noi abbiamo creduto all'amore ».

Conosci solo l'attimo presente e non vuoi ipo­tecare il futuro, perché sai che non è in mano tua.

Questo abbandono non è rinuncia, perché anzi in ogni attimo, vista la volontà di Dio, la fai tua e la compi con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutte le forze, sforzandoti di essere il più possibile coerente ad essa, anche se conti­nuamente mutevole.

Ben presto tu acquisti una grande elasticità nel seguirla.

Quando sei alle prime armi forse, in qualche attimo della tua vita, non sai distinguere quale realmente sia la volontà di Dio su di te.

Come ti comporterai? Dicendo, in fondo al tuo cuore, a Dio che ci abita: seguo questa strada credendo che sia quella da te voluta; se cosi non è, m'affido a te perché mi rimetta sul giusto binario.

Ti senti ormai avviato ad una divina avven­tura, di cui non conosci nulla se non che chi te l'ha preparata è un Padre, e che tutte le circostanze intorno a te e dentro di te, sia volute da Dio, sia da lui permesse, sono voci del suo amore. E come tali le accetti.

Comprendi allora i santi, ognuno tanto di­verso dall'altro, eppure simili per la sola volontà di Dio che essi hanno fatto.

Dio infatti è come il sole, e la sua volontà sugli uomini come tanti raggi partenti da esso. Vari sono i raggi, ma tutti raggi del sole. Varia la volontà di Dio su ciascun uomo, ma sempre volontà di Dio.

Sai che anche la tua anima è toccata da un raggio di sole; è chiamata a percorrere un rag­gio. Prendi coscienza che anche su di te c'è un disegno d'amore, di santità. Il Padre lo conosce: a te sta il disegnarlo, momento per momento, innestando la tua volontà in quella di Dio.

Bisogna che tu rimanga sempre in quel raggio di sole, ma per far ciò, occorre la violenza, onde far tacere ogni attimo la tua volontà e far vivere quella di Dio.

Ma, se fai l'esperienza di vivere per parecchi attimi susseguenti la divina volontà, osservi che questa vita non è poi tanto dura, e ti ricordi le parole di Gesù: « Il mio giogo è leggero e soave ».

Vivendo cosi mutano i tuoi rapporti col pros­simo.

Infatti, prima di iniziare questa vita, tu an­davi da chi ti piaceva e amavi quelli che ti garbavano.

Ora avvicini tutti coloro che la volontà di Dio vuole, e resti con essi, finché è volontà di Dio.

Esperimenti anche che, se sei proiettato nella divina volontà dell'attimo presente, viene di con­seguenza il distacco da tutte le cose e da te stesso, distacco che l'autenticità della vita cri-stiana esige. Ma osservi che esso non è tanto cercato di proposito, dato che tu cerchi Dio solo, bensì trovato di fatto, perché dove c'è una cosa non può starvene un'altra: dove è la divina volontà non può starvi la tua.

E quando ti accorgi di aver trascorso qualche attimo nella tua volontà (fuori del raggio, nelle tenebre, lasciando vivere l'uomo vecchio), unico modo di migliorarti è buttarti a far la divina volontà dell'attimo successivo perché, se non hai amato il Signore nei momenti precedenti, è bene che tu lo ami almeno ora.

Nella volontà di Dio, fatta con tutto il cuore, la mente, le forze, hai tanta pace: una pace che il mondo non sa dare. E la distingui subito come la pace che dona Gesù.

Ti sovviene allora il canto degli angeli a Betlemme: « E pace in terra agli uomini di buona vo­lontà», e buona è solo la volontà di Dio.

Fuori della volontà di Dio è tormento, l'as­senza di luce, di amore, di pace.

Facendo tale esperienza ti abitui a distinguere la vita naturale dalla vita soprannaturale. Anche prima in te c'era la vita soprannaturale, se eri in grazia di Dio, perché cristiano battezzato, ma non sfruttavi perfettamente questa vita divina. Vi­vevi praticamente come un pagano avendo il cuo­re, la mente, le forze attaccati a tante cose, an­ziché a Dio solo.

E vivendo la volontà di Dio fai infine un'altra scoperta: incominci a capire Maria. E' sua infatti la frase: «Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola ». E vedi in lei la crea­tura più perfetta perché ha fatto unicamente la volontà di Dio. Anche tu vuoi far cosi e sai che questo è il miglior modo per piacere a Gesù e alla madre sua.

Comportandoti in tale maniera ti vengono in luce altre parole del Vangelo: « Discesi dal cielo — dice Gesù — non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato ».

« In verità non la mia, ma la tua volontà sia fatta ».

« Quelle cose che piacciono a lui (al Padre) fac­cio sempre ».

« Ho compiuto l'opera che mi desti da fare ».

E il Nuovo Testamento ti appare come il libro più bello, contenente la regola per ognuno. E am­miri Gesù veramente come la luce per ogni uomo che viene in questo mondo.

Ch. Lubich