Assisi – Parigi – Hollywood

di Vera Araújo

 

Nello spirito del Concilio Vaticano II, l’evangelizzazione è chiamata a spingersi decisamente oltre l’ambito religioso e ad incidere in tutti i campi della cultura, dall’arte alla politica, dall’economia allo sport e alle comunicazioni. La consistente esperienza del Movimento dei focolari in questo ambito viene presentata dalla sociologa brasiliana Vera Araújo.

 

Una intuizione divenuta certezza che ha accompagnato Chiara Lubich sin dall’inizio della sua straordinaria esperienza spirituale era questa: il carisma che Dio le andava donando era un carisma universale. In che senso?

Universale nel senso che sarebbe arrivato in tutto il mondo: infatti, sin dai primi giorni, l’obiettivo era l’ut omnes unum sint, per cui questo carisma sarebbe dovuto arrivare sino agli ultimi confini della terra. Ed è questo che è successo nei decenni seguenti.

Universale, ancora, nel senso che, non solo avrebbe dato vita ad una spiritualità nuova – la spiritualità dell’unità – ma che avrebbe illuminato e trasformato tutti gli aspetti della vita umana. Chiara già allora diceva: «Nascerà una filosofia nuova, nascerà una medicina nuova, un’arte nuova…».

Sarebbe interessante e utile seguire negli anni lo sviluppo di questa intuizione. Mi limiterò a brevi accenni.

Una tappa fondamentale è l’estate del 1949: un periodo bello e luminoso quando Chiara ha avuto da Dio doni particolari, speciali doni di luce, di comprensione dei misteri di Dio, ma anche delle realtà umane e della creazione; di comprensione delle relazioni e dei rapporti umani visti alla luce dei rapporti trinitari.

Di quel periodo è uno scritto intitolato Risurrezione di Roma. In una nota a questo scritto Chiara dice: «L’uomo in tutte le sue dimensioni e capacità umane non va mortificato ma elevato. Accanto ad una teologia rinnovata, “nuo-va” (basata sulla vita trinitaria, vissuta nel Corpo Mistico di Cristo) occorre anche una scienza nuova, una sociologia nuova, un’arte nuova, una politica nuova…: nuove perché di Cristo, rinnovate dal suo Spirito. Occorre aprire un nuovo umanesimo, dove veramente l’uomo è al centro, quest’uomo che è anzitutto Cristo e Cristo negli uomini».

Tre decenni dopo, circa, Chiara spiegava meglio un pensiero avuto negli anni ’50: «Noi distinguiamo nel nostro Movimento tre periodi: il primo è quello in cui è nata la nostra spiritualità, il nostro stile di vita. E lo abbiamo chiamato “Assisi”.

Il secondo è stato quello nel quale ho incominciato a studiare per confrontare gli aspetti della nostra spiritualità con la dottrina della Chiesa (…) E l’abbiamo chiamato Parigi.

Noi – si affermava – vogliamo che Parigi esista, ma anche Assisi. Noi viviamo la spiritualità, ma vogliamo anche studiare.

E ora (…) si è già aperto il terzo periodo che abbiamo intitolato a un’altra città simbolo: Hollywood. Esso presenta e presenterà il contenuto del nostro Movimento in pubblico attraverso le varie espressioni artistiche e i grandi mezzi di comunicazione».

Per decenni e decenni il punto di forza del Movimento è stata la sua spiritualità che si è andata chiarendo, approfondendo nei suoi punti nodali, nelle sue espressioni molteplici. E soprattutto è stata vissuta, incarnata in ogni latitudine da ogni genere di persone: uomini e donne, adulti, anziani e bambini, di ogni razza, etnia e nazionalità, di ogni vocazione – vescovi, sacerdoti, religiosi/e e laici –, di ogni professione, persone dotte e gente semplice.

Ma sotto sotto si sapeva che questo carisma prima o poi doveva fiorire in cultura, in dottrina, doveva incorporare Parigi.

Bisogna aspettare gli anni ’90 per vedere nascere in modo definitivo il Centro Studi del Movimento dei focolari chiamato Scuola Abbà. La Scuola Abbà è composta da una trentina di membri del Movimento, di vocazioni diverse, esperti in discipline teologiche, umanistiche e scientifiche con Chiara stessa a capo. È un vero e proprio laboratorio dove si coniuga vita e pensiero, sapienza e saggezza, spiritualità e cultura. Il tutto indirizzato all’elaborazione di una dottrina ispirata al carisma dell’unità. Una dottrina che dialoga con tutto il sapere di ieri e di oggi e che ambisce ad esserne una sintesi nuova ed originale.

Ma questa dottrina non vuole essere per una élite di ispirati e di intellettuali. Vuole arrivare a tutti, grandi e piccoli, dotti e gente semplice.

Proprio per questo sono nati gruppi di studiosi attorno ai membri della Scuola Abbà che hanno come compito quello di portare questa dottrina nei vari ambiti del sapere, nelle varie discipline e professioni. Certo in modo serio e scientifico, ma anche semplice e alla portata di tutti.

Questa operazione culturale sta facendo fare al Movimento un ulteriore passo in espansione e profondità. Stiamo costatando che, attraverso attività culturali come Congressi, Convegni, Seminari, Forum, pubblicazioni, ecc., questo carisma raggiunge delle persone che coi soli metodi usati precedentemente non sarebbero mai state toccate.

E i frutti sono gli stessi: conversioni di cuore e di mente, ribaltamento di concezioni antropologiche e del mondo, ricerca della verità, incontro con Dio.

In tanti campi ormai sta avvenendo una vera e propria inondazione di sapienza, di Spirito Santo, ma vestito di cultura. Sono ormai dodici i campi in cui stiamo operando regolarmente: economia, sociologia, pedagogia, psicologia, diritto, politologia, arte, medicina, architettura, ecologia, scienza della comunicazione e sport.

Il Movimento vive così un nuovo slancio e una nuova primavera. Sentiamo di dover portare l’unità nel mondo della cultura onde riuscire ad incidere con la luce dello Spirito in un campo che ormai si è allontanato da Dio e naviga in acque non certo tranquille.

Il nostro operare assume la forma di un dialogo. Dialogo intessuto di fiducia, di ascolto, di amore, di rispetto, di ricerca sincera della verità che non è monopolio di nessuno ma che va ricercata insieme, anzi in unità.

La cultura dell’unità ha proprio questa caratteristica; trovare i semi del Verbo, dunque i semi di verità certamente presenti nella fatica degli uomini e delle donne che nella storia dell’umanità si sono interrogati sul senso della vita, del mondo e del cosmo. Vogliamo raccogliere questo patrimonio immenso in unità per condividere con tutti una verità più completa, più ampia, quella che nasce da Cristo stesso presente là dove due o più uniti nel suo nome si amano.

Vera Araújo

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01)       C. Lubich, Risurrezione di Roma, in “Nuova Umanità” 17 (1995) n. 6, pp. 5-8.

02)       Id., L’amore genera sapienza, in “Nuova Umanità” 23 (2001) n. 6, p. 799.