La peggiore povertà è la mancanza di rapporti

Una radio a servizio della gente

Margarita e Raúl Bermúdez sono due coniugi che nel 1988 hanno fatto nascere una radio comunitaria in una zona molto povera nella periferia di Buenos Aires (Argentina). Essi ci raccontano qualche tratto di questa storia e presentano alcuni flash dell’influsso della radio sul tessuto sociale in cui opera.

Una scelta coraggiosa

Raúl: Con il ritorno della democrazia nel 1983 in Argentina si sono aperte nuove possibilità di partecipazione e di espressione in tutti i campi. La nostra esperienza è iniziata in una zona della periferia di Buenos Aires, nota col nome di "quartieri spazzatura"dove Margarita era maestra.

Con un gruppo di amici abbiamo cominciato a collaborare nelle attività di alcune delle istituzioni già esistenti: scuole, chiese, comitati di quartiere.

Ad un certo punto è stato chiaro per noi che non dovevamo aiutare restando fuori, ma diventare parte integrante di quella comunità, andando ad abitare sul posto. E così nel 1984 ci siamo trasferiti con il nostro primo figlio di quattro mesi e lì sono nate e cresciute anche le altre nostre due figlie.

Abbiamo subito avvertito che in quel quartiere, senza infrastrutture sanitarie, educative, stradali, idriche, ecc., quello che mancava di più era la comunicazione a tutti livelli, dentro le istituzioni, fra di esse e con la gente, tra i diversi gruppi e organizzazioni, e perfino tra le famiglie vicine.

Così abbiamo avuto l’idea di dar vita ad un "centro di comunicazione popolare".

Margarita: Il nostro primo successo si è avuto con l’elaborazione di un volantino per convocare un’assemblea su un tema gravissimo: la mancanza d’acqua!

Si è utilizzato un metodo con forte impatto visivo, con poche frasi chiare e tante immagini, particolarmente utili per persone di poca istruzione.

Dopo questo fatto, la ricerca di una nuova comunicazione è stato un compito entusiasmante per tanti di noi. Diapositive, cortometraggi, storie sonore, giornale murale, musica, teatro popolare, un giornale di quartiere arrivato a duemila copie, un megafono, una macchina fotografica, finché è maturato il progetto di una radio comunitaria.

Con un sussidio iniziale di un’organizzazione olandese, abbiamo comprato l’equipaggiamento di base e, dopo qualche mese di formazione, si è costituita l’équipe che ha dato inizio alle nostre trasmissioni.

Era il 20 marzo dei 1988 e la gente dimostrava la sua gioia sostando sui marciapiedi con le proprie radioline al massimo del volume per udire e far udire la voce... dei vicini.

Una radio che esprime la comunità

Raúl: La radio sin dal suo nascere è espressione di varie organizzazioni: centri di comunicazione popolare, gruppi giovanili e di donne, negozi popolari, diverse cooperative, e così via. Dagli inizi porta l’impronta di una radio che non solo dice, ma fa. I suoi speakers non sono professionisti, ma animatori della comunità. I suoi obiettivi di base sono: diffondere le attività delle organizzazioni comunitarie; ricuperare l’identità culturale nazionale e locale; incoraggiare gli artisti del posto; collegare in rete i diversi quartieri dove arriva l’emittente.

Vuol essere una radio con un chiaro orientamento nazionale, popolare e cristiano; cristiano perché nel panorama di degrado del territorio c’è un grande vuoto etico e una grave mancanza di motivazioni ideali.

Radio "Reconquista" (così si chiama la nostra emittente) è via via diventata una vera rete di comunicazioni, appoggiata dalle varie istituzioni comunitarie di molti quartieri. Il suo raggio è di 10 km, raggiungendo le località di nove comuni, con una popolazione di circa mezzo milione di persone.

In essa le istituzioni hanno i loro spazi per avvisi in forma gratuita. Addirittura possono anche commercializzare la pubblicità dei loro prodotti, e questo a pagamento per coprire le spese di produzione.

La radio mantiene un’autonomia dai poteri pubblici e dai partiti politici, ma è a servizio di tutti. Per esempio, da anni collaboriamo con il piano nazionale e provinciale per la prevenzione nell’uso di droghe.

La facoltà di Scienze delle Comunicazioni dell’Università di Buenos Aires ha segnalato la nostra emittente come luogo di tirocinio per i suoi studenti. Riguardo ai partiti politici, tutti quelli che operano nella zona possono esprimersi liberamente nella radio, poiché essa ha un’impostazione ampiamente pluralista.

Non solo parla, ma fa

Margarita: Abbiamo detto che la radio Reconquista non solo parla ma fa, e che i suoi speakers sono abitanti del posto impegnati in diversi compiti: docenti, studenti, operatori, sacerdoti.

Quando c’è una qualsiasi emergenza, tutta l’équipe della radio si mobilita prestando servizio. Per esempio, per le inondazioni del 1988, essa ha compiuto una funzione fondamentale di collegamento e d’informazione rapida ed esatta alla gente, specialmente a quella rimasta sui tetti delle case inondate. Si sono lanciate campagne per la raccolta di generi di prima necessità, informando su ciò che era prioritario e dove portarlo; e ci siamo introdotti nelle zone allagate per registrare gli appelli delle famiglie e poi trasmetterli.

In questa zona a volte l’acqua è troppa e altre volte invece manca. Anche per questo problema gli abitanti hanno trovato uno strumento inestimabile e veloce di comunicazione e di convocazione di massa, soprattutto nei luoghi ad alta densità della popolazione e di difficile transito nei giorni di pioggia.

Durante le devastazioni e i saccheggi del 1989 per l’improvvisa svalutazione della moneta locale, la radio ha fatto conoscere tutte le iniziative parrocchiali e comunitarie di aiuto, come le mense, i magazzini popolari, gli acquisti in gruppo. In tal modo si è data speranza, evitando la violenza e mettendo in opera le capacità organizzative della gente.

Nel 1993 l’azienda che fornisce l’energia elettrica, ormai privatizzata, aveva messo un dispositivo nei trasformatori che tagliavano l’erogazione quando il consumo passava un certo limite, provocando un black-out totale anche nell’ospedale e nei centri commerciali. La situazione portava allo scontro tra gli abitanti che pagavano regolarmente la luce e gli abusivi. Questi ultimi erano persone di bassissime risorse economiche. La radio è intervenuta convocando assemblee e favorendo in ogni modo il dialogo tra le parti. Si è arrivati ad una soluzione giusta, con tariffe agevolate e con il rinnovo della rete.

Salvare i valori

Raúl: Viviamo l’opzione preferenziale per i poveri non solo per solidarietà con chi soffre, ma come un’azione d’inculturazione e di ricerca. È in gioco una cultura popolare da conservare come un tesoro, favorendo la costruzione di un progetto di vita sociale più giusto, nonostante gli influssi di tanta comunicazione distruttiva.

I valori e le espressioni culturali, che questi abitanti hanno portato dalle loro regioni di provenienza nell’interno del Paese, e che custodiscono e difendono nell’intimità delle loro famiglie contro l’aggressività della società di consumo, riprendono vita nel ricupero della parola e della musica. Così un popolo dimenticato, a volte anche disprezzato dai grandi mezzi di comunicazione, sta ritrovando la sua espressione genuina nel "rito" della "sua" radio.

Ai giovani che crescono in questa nuova sintesi culturale tra il mondo rurale e quello urbano, questa radio locale permette di esprimersi senza imitare la scala di valori o disvalori imposta dai grandi media.

Al microfono comunitario le donne mostrano il loro coraggio, per tanto tempo tenuto nascosto, perché misconosciuto. Si favorisce così lo sviluppo armonico delle famiglie e sorgono le campagne radiofoniche per la creazione di asili nido, quelle del mattone per costruire le scuole, e così via.

Abbiamo altri progetti per il futuro. I nostri interventi vogliono abbracciare il più possibile le questioni strategiche che interessano tutti. Per questo le strutture che si creano per dare soluzioni ai problemi, sono composte da persone che rappresentano le varie realtà del posto.

La radio, favorendo l’unità tra i diversi quartieri, ha spinto le stesse organizzazioni dei partiti politici a cercare insieme le soluzioni più appropriate ai problemi reali della gente. E col crollo di tante barriere è stato più facile raggiungere mete prima impensabili.

a cura della redazione