L’areopago del nostro tempo

Non è esagerato insistere sull’impatto dei mezzi di comunicazione sociale nel mondo di oggi. L’avvento della società dell’informazione è una vera e propria rivoluzione culturale, che rende i mezzi di comunicazione sociale il primo areopago del tempo moderno, nel quale l’interscambio di idee e valori è costante. Attraverso i mezzi di comunicazione sociale, la gente entra in contatto con persone ed eventi, formandosi una propria opinione sul mondo in cui vive e configurando un proprio modo di intendere il significato della vita. Per molti l’esperienza vitale è, in buona parte, un’esperienza di comunicazione sociale. La proclamazione di Cristo deve essere parte di questa esperienza.

Naturalmente, nell’annunciare Cristo, la Chiesa deve usare con vigore ed abilità i propri mezzi di comunicazione sociale (libri, giornali e periodici, radio, televisione, ed altri mezzi). I comunicatori cattolici devono essere intrepidi e creativi per sviluppare nuovi mezzi... e nuovi metodi di proclamazione. Ma, per quanto possibile, la Chiesa deve approfittare al massimo delle opportunità che le si offrono di essere presente anche nei media secolari. (...)

Una forma di proclamazione implicita del Signore può aversi attraverso produzioni che richiamano l’attenzione sulle autentiche necessità dell’uomo, ed in particolare quelle dei deboli, dei disabili e degli emarginati. Ma oltre all’annuncio implicito, i comunicatori cristiani devono cercare il modo di parlare apertamente di Gesù crocifisso e risorto, del suo trionfo sul peccato e sulla morte, in un modo adatto al mezzo utilizzato e alle capacità del pubblico.

Realizzare tutto ciò con efficacia richiede capacità e preparazione professionale. Ma richiede anche qualcosa di più. Per testimoniare Cristo è necessario incontrarlo personalmente, e coltivare questa relazione con Lui attraverso la preghiera, l’eucarestia ed il sacramento della riconciliazione, la lettura e la meditazione della Parola di Dio, lo studio della dottrina cristiana, il servizio agli altri. Se questo atteggiamento è sincero, sarà più opera dello Spirito che nostra. (...)

Il Grande Giubileo del 2000, anniversario della nascita di Gesù Cristo in Betlemme, dev’essere, per i discepoli del Signore, un’opportunità ed una sfida a testimoniare, entro e mediante i mezzi di comunicazione sociale, la straordinaria e consolante Buona Notizia della nostra salvezza. (...). Proclamare Cristo nei mezzi di comunicazione sociale all’alba del Terzo Millennio non è solo parte sostanziale della missione evangelizzatrice della Chiesa; costituisce anche un arricchimento vitale, ispirato e ricco di speranza per lo stesso messaggio dei mezzi di comunicazione.

Giovanni Paolo II