Dialogo con i lettori


Jim Gallagher, noto giornalista e scrittore inglese, nel suo libro "Chiara Lubich - Dialogo e profezia" della San Paolo, così descrive il momento in cui pose alla fondatrice dell’Opera di Maria la domanda su come immaginava il Paradiso: "Lei sollevò in aria le mani, ridendo: ‘Magari potessi raccontarti cos'è il Paradiso!’, come per dire: ‘Mica poco, quello che chiedi!’. E tornata subito seria, cominciò a dirmi come lo vedeva".


Il Paradiso

Penso che il Paradiso sia partecipare, attraverso Cristo, della Santissima Trinità; che sia trovarci nel cuore del Padre. E lì partecipare, come dice san Giovanni della Croce, alla vita delle tre Persone della Trinità. E alla vita di Gesù: una replica dei misteri della vita di Gesù. Questo, credo, sarà il Paradiso.

Vedremo sempre nuove cose, sempre nuove cose. Così come io lo vedo, saremo introdotti nella Trinità. Nella dinamica della Trinità. E sarà tutto sempre nuovo, sempre nuovo, sempre nuovo...

Perché, come dicono i padri della Chiesa, se avremo vissuto da cristiani, saremo divinizzati. E benché adottivi, saremo veri figli di Dio. Dunque, a me sembra, saremo veramente Dio; non uguali a Dio, perché Dio è Dio, ma saremo realmente Dio per partecipazione.

E riceveremo l’eredità di Gesù, che è tutto quanto il Paradiso, in tutta la sua evoluzione, perché il Paradiso non è una cosa statica, fissa. È una cosa dinamica. E penso che ci sia un continuo rinnovamento dell’unione con Dio, con le Persone della Trinità, con tutti noi. Ciascuno di noi sarà il Paradiso dell’altro. Ma il nostro Paradiso sarà prima di tutto la Trinità. Perché nella Trinità ci saranno Gesù, Maria, ciascuno di noi; saremo Paradiso per l’altro perché ciascuno di noi sarà Dio, ciascuno con la sua personalità. Ciascuno avrà qualcosa di diverso, pur essendo tutti Dio. E tutto ciò che costituisce l’eredità del Cielo ci apparterrà. In Gesù, come dice san Paolo, " ... non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede" (Gal 4,7). Così anche se già qui sulla terra avessimo una vita bellissima, straordinaria, magari come quella dei santi alla fine della loro vita, il Paradiso è infinitamente di più.

Così la morte non sarà nulla di triste, sarà una porta che si aprirà per noi su qualcosa di straordinario. E ci saranno cose nuove: nuovi cieli e nuove terre. Penso che tutto sarà pieno di colore. E proprio come noi, quaggiù, vediamo i campi e le stelle, ci saranno delle cose, perché ci saranno un nuovo cielo e una nuova terra.

Ci sarà l’unione delle anime. E, penso, ci sentiremo natura, perché la natura sarà tutt’uno con noi. Perché nella nostra umanità anche la natura troverà, in qualche modo, la propria redenzione. Il Paradiso è qualcosa di assolutamente meraviglioso.

Chiara Lubich