Il Giubileo del 2000

La Bolla di indizione del Grande Giubileo indica i temi prioritari che la Chiesa cattolica propone da vivere nell’anno 2000. Ne abbiamo affrontati alcuni, cercando di offrire elementi utili alla riflessione e alla vita delle nostre comunità.

La Bolla si apre con un lungo paragrafo dedicato alla persona di Cristo: "Il nostro oggi e il futuro del mondo sono illuminati dalla sua presenza. Egli è il Vivente (Ap 1, 18)", si legge tra l’altro. Infatti ciò che l’Anno Santo celebra non è un fatto accaduto 2000 anni fa, ma un evento sempre attuale: Gesù vivo oggi in mezzo a noi. Perciò abbiamo voluto cominciare questo numero con uno studio biblico di Gérard Rossé sulla presenza di Gesù "dove due o più…", presentato in un incontro ecumenico internazionale di vescovi ad Amman. Il contributo di questo studio è che non solo pone in rilievo una realtà che l’esperienza fa apparire adatta per tutte le culture e fondamentale per l’evangelizzazione ("importa offrire questa presenza di Gesù al mondo come ha fatto Maria... Tutto il resto viene di conseguenza", diceva C. Lubich in un suo scritto inedito), ma allo stesso tempo, mette l’espressione matteana in rapporto con tutta la Scrittura e ne rileva il suo spessore ecclesiale.

Il n. 2 dello stesso documento d’indizione è dedicato all’impegno missionario della Chiesa. Forse mai nella storia si è parlato tanto come oggi sulla necessità della missione. Eppure tutti sappiamo che le "vocazioni missionarie" non crescono soltanto scrivendo trattati o predicandone la necessità. Quando viene vissuto un cristianesimo evangelico genuino, quando si "è visto" qualcosa, quando si è fatta un’esperienza profonda di Dio e della sua Parola gustando in qualche modo la realtà di cielo promessa dal Vangelo, la vita straripa da sé incontenibile, si diventa missionari per necessità interiore, perché si desidera condividere con gli altri la propria pienezza e felicità. Senza badare a fatiche, stenti, rischi. E si acquista una fecondità straordinaria, perché si comunica ciò che si è sperimentato, si fa partecipare agli altri la realtà che si vive, assistendo spesso a dei miracoli. Lo conferma una rapida sintesi offertaci da Lia Brunet, una delle prime compagne di Chiara Lubich, raccontandoci i primi passi dell’Ideale dell’unità nell’immenso continente latinoamericano.

Il n. 3 del documento enuncia il tema centrale del Giubileo: Gesù "rende manifesto il mistero di amore della Trinità… L’Anno Santo dovrà essere un unico, ininterrotto canto di lode alla Trinità". E il n. 4 prosegue: "Possa questo inno alla Trinità… essere innalzato insieme da quanti, avendo ricevuto lo stesso Battesimo, condividono la medesima fede nel Signore Gesù. Il carattere ecumenico del Giubileo sia un segno concreto del cammino che, soprattutto in questi ultimi decenni, i fedeli delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali stanno compiendo". Perciò nella rubrica Notizie ecclesiali informiamo su qualche avvenimento ecumenico che apre forti prospettive per il futuro.

Dopo aver parlato di altre realtà caratteristiche del Giubileo, come il valore del pellegrinaggio o il senso della porta santa, nei nn. 9-10 la Bolla affronta il tema delle indulgenze. Com’è noto si tratta di un argomento delicato, che costituisce una "croce ecumenica" e non solo. Per cui, sempre nelle Notizie ecclesiali, riportiamo una breve nota dove si suggeriscono alcuni elementi che speriamo possano essere utili per la catechesi, la predicazione e la vita concreta delle comunità.

Nel n. 11, in continuità con la Tertio millennio adveniente, si afferma che il Giubileo è un momento eccezionalmente propizio per una "purificazione della memoria", che "chiede a tutti un atto di coraggio e di umiltà nel riconoscere le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani". Oltre a chiedere perdono, "i cristiani sono invitati a farsi carico, davanti a Dio e agli uomini offesi dai loro comportamenti, delle mancanze da loro commesse". Abbiamo perciò dedicato un breve articolo a riflettere sul segno dei tempi che costituisce questo nuovo atteggiamento della Chiesa, cercando di capire quali condizioni sono richieste per assecondare l’azione di Dio nella storia e per non ritardare i cambiamenti necessari.

Infine il n. 12 parla di una realtà oggi sentita in modo particolare: "la carità, che apre i nostri occhi ai bisogni di quanti vivono nella povertà e nell’emarginazione". Si sofferma specialmente sul debito – da cui sono oppresse tante Nazioni, specialmente quelle più povere –, che "ha assunto proporzioni tali da renderne praticamente impossibile il pagamento". Su questa tematica abbiamo realizzato un’intervista ad Alberto Ferrucci, particolarmente competente in questo campo, perché ci chiarisca i termini del fenomeno, qualche possibile via di soluzione e quali strade potrebbe battere il nostro impegno concreto.

La Bolla si conclude facendo presenti due temi fondamentali: il martirio, riconosciuto come "la prova più eloquente della verità della fede", e la figura di Maria, Madre di Dio e della Chiesa, "donna del silenzio e dell’ascolto, docile nelle mani del Padre… (fino) ai piedi della croce", che tutti possiamo rivivere affinché il cammino giubilare ci faccia crescere personalmente e comunitariamente nel diventare Cristo, portandoci ad "entrare", a "dimorare" in modo sempre più consapevole e denso di conseguenze per l’umanità, nel seno del Padre.

 

 

E. C.