Un uomo realizzato

Valeria Ronchetti è una delle prime focolarine chehanno condiviso con Chiara Lubich l’avventura della nascita e del progressivo sviluppo che ha portato il Movimento dei focolari ad impegnarsi nel dialogo a tutto campo. Dal 1998, assieme a d. Silvano, in seno al Movimento è stata incaricata del Centro per il Dialogo fra i Movimenti all’interno della Chiesa cattolica e come tale ha avuto numerosi contatti con gli altri Movimenti ecclesiali e le nuove Comunità. Pubblichiamo la sua testimonianza sotto forma di intervista.

GEN’S: Se dovessi  tracciare un profilo di d. Silvano, come lo caratterizzeresti?

Quando Chiara Lubich ha presentato ad Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, d. Silvano come incaricato, per il Movimento dei focolari, del dialogo fra i Movimenti cattolici, ha usato queste parole: «D. Silvano è un uomo realizzato».

Era un tutt’uno con quanto la luce del carisma dell’unità gli faceva capire. Attuava subito la verità – ed era sempre nella luce. Il suo sorriso lo testimoniava. Era un uomo libero! Il vero Gesù Sacerdote.

GEN’S: E d. Silvano come sacerdote?

La Redenzione è già avvenuta e lui la apriva a tutti. Vedeva in ogni prossimo la scintilla d’infinito e con certezza di cielo si impegnava a far sbocciare il “meglio” in ognuno! Sempre “libero” e “solo”, intero per tutti!

GEN’S: Come hai visto agire d. Silvano nel campo dialogo fra i Movimenti ecclesiali?

Ha fatto propria la promessa fatta da Chiara Lubich a Giovanni Paolo II il 30 maggio 1998 in piazza San Pietro, al primo incontro fra Movimenti organizzato dal Papa stesso: «Grazie, Santo Padre, di tutte le conferme che ci ha dato nel tempo. E, per concludere, una promessa. Sappiamo che la Chiesa desidera la comunione piena fra i Movimenti, la loro unità che, del resto, è già iniziata. Ma noi vogliamo assicurarle, Santità, che essendo il nostro specifico carisma l’unità, ci impegneremo con tutte le nostre forze a contribuire a realizzarla pienamente».

Sapeva che toccava a lui, incaricato con me per il dialogo fra i Movimenti cattolici, amare sempre per primo.

Così ha fatto. Attingendo dalla “dinamica trinitaria” per imparare l’unità nella diverstà, ha intrecciato fra i carismi una rete luminosa di amore reciproco con un lavoro fedele, intenso, attuato con amore fino all’ultimo giorno della sua vita.

Proprio la vigilia della sua morte ha consegnato l’ultima relazione del lavoro fatto.

Sapeva non attendere mai, ma partiva sempre  con un disinteressato amore che coglieva il meglio di ogni Movimento e trovava il modo di aiutare molti nel loro cammino specifico.

GEN’S: D. Silvano e Chiara.

È stato chiamato da Dio a vivere il carisma dell’unità, illuminando l’uomo nuovo che lui ha saputo donare come modello di Gesù sacerdote.

E molti nel clero l’hanno seguito a beneficio dell’unità effettiva e affettiva nella Chiesa e nel mondo.