Dopo I’incontro in Piazza San Pietro nella Pentecoste ‘98

 

L’unita tra i Movimenti ecclesiali

di mons. František Radkovský

                                                                

Pubblichiamo una conferenza tenuta a Praga, in occasione del II incontro naziona­le dei Movimenti ecclesiali e Nuove Comunità, nello scorso aprile, dal delegato per i laici della Conferenza episcopale della Cechia. Il vescovo Radkovský  tratteggia in poche pennellate il cammino di comunione in atto tra vari Movimenti in tante diocesi con l’incoraggiamento dei rispettivi vescovi.

 

«Dove è la Chiesa, lì è lo Spirito di Dio, e dove è lo Spirito di Dio, lì è la Chiesa ed ogni grazia», afferma sant’Ireneo di Lione già nel secondo secolo. Lo Spirito Santo spesso si manifesta attraverso i suoi doni che si chiamano carismi. Questi «posso­no prendere varie forme perché sono l’e­spressione della libertà assoluta dello Spirito che li mantiene, e sono la risposta alle varie necessità lungo la storia della Chiesa» (Christifideles laici 24).

La storia della Chiesa, contemplata dal punto di vista dei vari carismi, che fanno nascere diversi "Movimenti", ci offre nel suo insieme la visione complessiva della dottrina di Cristo. La sua comprensione si sviluppa verso una larghezza e una pienezza sempre più complete. Come dice la Costituzione del Vaticano II Dei Verbum, n. 8, «la Chiesa nel corso dei secoli tende incessantemente alla pienezza della verità divina, finche in essa vengono a compimento le parole di Dio». Il frutto concreto di questa crescita sono nuove forme della sequela di Cristo nei nuovi "Movimenti" carismatici. Specialmente gli ultimi decenni sono caratterizzati dalla loro nascita e da uno sviluppo straordinario.

Giovanni Paolo II, durante il suo pontifi­cato, spesso viene in contatto in tutto il mondo con il fenomeno dei nuovi Movimen­ti ecclesiali. Una delle sue intuizioni geniali è stata quella di mostrare a tutti questa nuova faccia carismatica della Chiesa, questa "pri­mavera della Chiesa" che sta per risvegliarsi e che è stata prevista già dal Vaticano II. Que­sto è avvenuto in Piazza San Pietro, alla vigi­lia di Pentecoste, il 30 maggio 1998. Alla fine del ventesimo secolo, tutti i presenti hanno dato la loro testimonianza d’unità nella diversità e della ricchezza dei diversi carismi, diffusi dallo Spirito Santo nella Chiesa all’alba del terzo millennio.

 

 

II volto carismatico della Chiesa

Si comprese la portata di quell’evento alla luce delle parole pronunciate dal Papa a con­clusione dell’incontro. «Quel che accadde a Gerusalemme duemila anni orsono è come se questa sera si rinnovasse in questa piazza!». Fu in quella occasione che il Santo Padre diede grande risalto alla dimensione carisma­tica della Chiesa, definendola "coessenziale" alla dimensione istituzionale-petrina.

Dopo quell’incontro, i Movimenti inizia­rono un nuovo cammino di dialogo, di collaborazione e di comunione fra loro. In quella circostanza Chiara Lubich, di fronte a vari Fondatori e a mezzo milione di membri dei Movimenti, fece una promessa al Santo Padre: «...poiché il nostro Movimento — gli disse — ha il carisma dell’unità, mi premu­rerò, assieme ad altri già da qualche tempo orientati a ciò, di intraprendere un’azione per la comunione più piena fra i Movimenti».

E comincio effettivamente una nuova sta­gione nella Chiesa. In ogni parte del mondo i responsabili nazionali o locali dei vari Movi­menti hanno iniziato a incontrarsi per pro­porre ai vescovi un programma da svolgere nelle cosiddette "Giornate Pentecoste ‘98": si voleva rivivere in loco l’esperienza fatta in Piazza San Pietro.

E si può dire effettivamente che l’effusio­ne dello Spirito Santo iniziata nel Cenacolo di Piazza san Pietro — come ebbe a dire il Santo Padre — non si e più interrotta. La gioia di incontrarsi, la scoperta che ognuno faceva della bellezza e della varietà dei carismi, la collaborazione che si e instaurata, la sorpre­sa, la contentezza e lo stupore dei vescovi di fronte a questo nuovo volto della Chiesa che univa al profilo petrino di essa anche il coes­senziale profilo mariano, sono stati le note comuni di ogni Giornata.

Il profilo mariano oltretutto ci suggerisce la vera comprensione del ruolo della donna nella Chiesa. La donna è il cuore della Chie­sa come vergine, sposa e madre, e da qui deriva la sua indiscussa "autorità mariana" che consiste nel custodire il valore più pre­zioso nella Chiesa che e l’amore. È un’auto­rità con il suo carattere, diverso dall’ autorità del sacerdozio ministeriale, con il quale tut­tavia può molto bene coesistere. L’uso giusto di ambedue queste autorità nella prassi della vita dei Movimenti opera come una medicina perfetta contro le deformazioni maschiliste oppure femministe nella Comunità ecclesiale. Attraverso il rinnovamento delle Comunità di base si arriva al rinnovamento della Chiesa intera dove i Movimenti — data la vasta scala dei loro doni — possono avere un ruolo deci­sivo ed insostituibile.

Un’altra caratteristica importante dei Movimenti è quella che nella struttura della Chiesa di oggi mantengono viva la sua dimensione spirituale e sono un correttivo salutare alla corrente mentalità secolarizzata. Hanno la forza di creare e presentare una cul­tura ecclesiale propria; e già col loro essere richiamano costantemente alla dimensione universale della Chiesa in armonia con quel­la della Chiesa locale.

 

 

La collaborazione tra i Movimenti e le diocesi

Vorrei menzionare alcuni esempi di come è sentita questa collaborazione.

Una delle ultime Giornate celebrate è stata quella di Lisbona, che ha raccolto 14.000 membri di 50 Movimenti nel Padiglione Atlantico della capitale.

«Oltre ogni aspettativa», hanno scritto; tanto da suscitare echi di ammirazione sulla stampa locale con titoli come questi: «I cat­tolici hanno invaso la capitale»; «Il più grande incontro di Movimenti laici, tutti porto­ghesi...»; «L’ altro volto della Chiesa»; «Una marea di laici con una grande presenza di giovani celebrano la Fede»...

E il Patriarca di Lisbona, mons. Jose Poli­carpo, dopo un caloroso ringraziamento, ha esortato i Movimenti «a conservare la loro forza, forza non tanto di strategie quanto dei rispettivi carismi che portano alla santità».

Nel bellissimo incontro tra i laeders dei nove principali movimenti presenti nell'Ar­chidiocesi di Los Angeles, USA, il vescovo Gerald Wilkerson ha affermato: «Oggi è stato un segno di speranza per la Chiesa e il mondo intero. Questa unità, già sperimentata tra di noi, sarà la forza risanatrice contro la disunità. Siate fedeli ai vostri carismi: voi siete i custodi di questo sogno... con la vostra testimonianza continuate a iniettare fuoco e passione nella vita della Chiesa e dell’umanità. Voi siete un visibile segno di speran­za!».

A Sofia, in Bulgaria, dopo l’incontro dei Movimenti, mons. Christo Proàkov, Esarca apostolico e presidente della Conferenza epi­scopale bulgara, ha detto: «Voi tutti avete ringraziato gli organizzatori, ma io ringrazio voi Movimenti che, con la vostra presenza, avete reso possibile vivere questo momento. Oggi avete fatto vedere che nonostante la Chiesa cattolica bulgara sia piccola, vive la stessa realtà della Chiesa Universale. Vi incoraggio a proseguire sulla strada che oggi avete inco­minciato. Si dice che la bellezza consiste nella diversità, ma vi dico che la bellezza e l’unità nella diversità».

A Spalato, in Croazia, a conclusione della Giornata, mons. Barisic ha detto: «Stanno arrivando tempi nuovi per la Chiesa, tempi che hanno futuro. I Movimenti formano anche sacerdoti, e i parroci li devono appog­giare e incoraggiare».

E, sempre a Spalato, mons. Juric: «I Movi­menti sono fondamentali per la nuova evangelizzazione. A contatto con loro ho apprez­zato la loro umiltà, la sottomissione alla autorità ecclesiastica, l’unità col vescovo e questa è la conferma che sono sulla strada giusta».

Il vescovo di Zara, mons. Prendjia, ha detto fra l’altro: «La Chiesa non deve temere i Movimenti, perché la arricchiscono e sanno portare le persone direttamente a Dio».

 

Comunione tra carismi nuovi e antichi

Possiamo dire che questa comunione è già iniziata. L’occasione e stato l’invito della vasta famiglia francescana per iniziare con loro la via del dialogo e della collaborazione.

Nel mese di ottobre scorso, Chiara Lubi­ch, accolta dal caloroso "abbraccio" di tutta la Famiglia francescana, desiderosa di ascol­tare la sua testimonianza, ha sviluppato il suo tema riguardante la comunione fra i carismi, presentandola come una «comunione sempre possibile, sia perché i vari carismi, essendo diversi l’uno dall’ altro, si attraggono, sia perché, essendo tutti doni dello stesso Spirito Santo, hanno, non di rado, qualcosa di simile fra loro».

E ha continuato: «Ho sempre in cuore quelle parole di Giovanni Paolo II, quando ha definito i Movimenti come "significative espressioni dell’ aspetto carismatico della Chiesa, anche se non le sole". Anche se non le sole, ha detto, perché esistono nella Sposa di Cristo gioielli senza numero, fucine di santi, di eroi, dottrine stupende (...) frutti di carismi elargiti dallo Spirito attraverso i secoli. (...) Che il Signore voglia questa comunione anche con loro, gloria e vanto della Chiesa, affinché il suo aspetto carisma­tico acquisti nuovo vigore, nuovo splendore e, nella unità piena e cordiale con l’aspetto istituzionale, dia frutti mai visti (...), una Chiesa più una, più attraente, più calda, più familiare, più dinamica, più mariana, più carismatica».

Questo dialogo tra carismi antichi e nuovi ha tutta l’aria di essere un momento storico, di fondazione. Un francescano commenta: «Abbiamo assistito a una nuova effusione dello Spirito Santo che parla alla Chiesa del terzo millennio. Non si può più tornare indie­tro!».

 

 

Un ecumenismo dei cuori

Il fatto che non possiamo tornare indietro vale pure per la collaborazione iniziata tra i Movimenti cattolici e quelli della Chiesa evangelica. Chiara è stata invitata in Germa­nia, a Rothenburg, per parlare della sua espe­rienza e del dialogo nato tra i movimenti cat­tolici ad un centinaio di responsabili di circa 50 movimenti, la maggior parte della Chiesa evangelica-luterana, alcuni delle Chiese libe­re ed altri delle nuove Comunità spirituali.

Suor Anna Maria, priora della Fraternità di Cristo di Selbitz, che faceva parte del gruppo che prepara questi incontri di responsabili, comunicando la sua impressione personale ha detto: «I giorni a Rothenburg per me sono risultati un grande segno di speranza. (...) Ho avuto l’impressione, come poche volte prima, che Dio stesso agisse. Lui ci riunisce e ci indica una via per superare gli ostacoli che a causa del passato si frappongono tra noi cristiani delle diverse Chiese. Questo incontro ha aperto un sentiero verso l’unità. (...) Ci vuole effettivamente un’altra cosa, come ho sperimentato all’incontro di Rothenburg: Lì ho costatato in effetti che i cuori s’incontrano. Parlerei cosi di un "ecu­menismo dei cuori". Penso che questi due modi di fare ecumenismo si completino a vicenda».

Decisero intanto di andare a Roma per incontrare, oltre il Centro del Movimento dei Focolari, anche la Comunità di Sant’Egidio e il Rinnovamento nello Spirito italiano. Ma il denso programma conteneva la visita alla Comunità evangelica di Roma, al card. Cas­sidy del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, e l’udienza dal Santo Padre.

Qualcuno di loro ha poi riassunto: «Siamo andati all’origine della nostra fede comune e abbiamo visto tante pietre antiche. Ma soprattutto abbiamo visto pietre vive della Chiesa di Cristo oggi. Con la loro ospitalità ed il loro amore concreto ci hanno fatto spe­rimentare la Chiesa viva di Gesù Cristo».

 

Una nuova primavera

Abbiamo l’impressione che in quest’inizio di millennio lo Spirito Santo voglia rivelare al mondo un nuovo e più maturo volto della Chiesa. Si tratta del suo profilo carismatico-­mariano. Ma questa ventata di Spirito Santo è stata fortemente favorita dal Pontificio Consiglio per i Laici che in Vaticano aiuta il Santo Padre per tutto il laicato cattolico.

Per dare un esempio, vi accenno alle risposte date in una intervista dal Presidente dello stesso Consiglio, il Card. Stafford. Egli ha dichiarato che uno dei momenti più signi­ficativi dell’importanza data dal Santo Padre al laicato a stato «tra gli eventi recenti, (...) il raduno a Roma nel 1998 di 500 mila membri dei movimenti e delle associazioni laiche, insieme a molti dei loro fondatori e leaders».

«Sono essi — ha continuato — il principio della primavera. Le iniziative più prometten­ti nella Chiesa oggi vengono dal laicato. (...) Sarebbe utile indagare perché questi nuovi movimenti e associazioni sono emersi nella Chiesa oggi. Provo a suggerire una spiega­zione. La formazione e lo sviluppo di questi nuovi gruppi laicali indica che i bisogni spi­rituali di molti cattolici non sono adeguata­mente intercettati dalle istituzioni tradiziona­li della Chiesa.

I desideri spirituali disattesi del laicato hanno portato benefici inattesi alla Chiesa e alla società. (...) Le aggregazioni laicali sono l’avanguardia della "nuova evangelizzazio­ne". Sono la manifestazione dei nuovi signi­ficati dell’evangelizzazione, "nuovi in ardo­re, metodi ed espressioni", per usare le paro­le di Giovanni Paolo».

La maturità crescente dei Movimenti ecclesiali si manifesta nella fedeltà ai loro rispettivi carismi, messi pienamente a dispo­sizione della Chiesa e della sua unita. Infatti, questa è la premessa di ogni sforzo della Nuova evangelizzazione, espressa nelle paro­le di Gesù «che tutti siano uno perché il modo creda» (Gv 17, 21).

 

František Radkovský