La nostra speranza è nella comunione
a cura di Stefan Ultz
Nella
difficile situazione dell’Austria, che in tempi recenti ha comportato
particolari sofferenze per i sacerdoti e per i seminaristi, un’effettiva
condivisione di vita appare come chiave decisiva per poter vivere con equilibrio
il proprio ministero e testimoniare il Vangelo con gioia.
Helmut
Burkhard:
Sono vi-cario generale della diocesi di Graz-Seckau che conta circa un milione
di cattolici e quattrocento parrocchie. Attualmente la
mia maggior preoccupazione è trovare sacerdoti per le comunità parrocchiali e
per le altre attività pastorali. L’età media dei sacerdoti nostri è di circa
sessant’anni e i giovani ordinati sono pochi. Ci sono notti nelle quali non
riesco a dormire a motivo di queste preoccupazioni.
La comunione con i miei confratelli del focolare e con la parte laica
del Movimento, e l’unità con tanti altri, giovani ed adulti impegnati a vivere
il Vangelo, mi è di grande aiuto in questa situazione. Non è
che posso comunicare a loro tutti i problemi, ma nella vita di comunione
fraterna riesco a portarne il peso, perché non mi sento solo. Sapermi sostenuto
dall’amore reciproco mi dà speranza, luce e forza.
Cerco inoltre di vivere in profondità la parola di San Pietro: «Gettate in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di
voi». Cerco perciò di accogliere nelle situazioni difficili Gesù crocifisso, e allo stesso tempo affido a Lui tutti i
problemi.
Sperimento sempre di nuo-vo come Dio apre possibilità fino a quel momento
impensate. Così posso svolgere il mio ministero con
riconoscenza e spesso anche con gioia.
Andreas
Monschein:
Sono seminarista. Tutti conoscete i casi di pedofilia
accaduti in uno dei seminari dell’Austria. Quest’anno poi, a sorpresa, due
rettori hanno lasciato il sacerdozio. Tutto ciò ha causato un grande shock nel
popolo cristiano e in modo speciale nei seminaristi.
Ho
cercato di vedere in questi fatti un volto di Gesù crocifisso
e, sostenuto da lui, sono andato avanti. Cerco di vivere in seminario “l’arte
d’amare” e di creare un clima di famiglia. È nato così un rapporto di fiducia
con tanti.
Un
grande dono è per me il contatto fraterno con i
sacerdoti del Movimento. Sapere dei loro problemi e vedere la loro vita così serena mi aiuta a guardare al futuro con
speranza.
Ho
cominciato ad invitare altri seminaristi a trascorrere ogni tanto una serata
con questi sacerdoti. Vederli cucinare insieme – compreso il vicario generale e
l’ufficiale del tribunale ecclesiastico – e sperimentare l’atmosfera semplice e
fraterna che li unisce, è stata una grande sorpresa
per i miei compagni. «Che bella serata! – mi ha detto uno di loro – Avevo paura della possibile
solitudine e dei rapporti superficiali fra i presbiteri. Questa serata ha
fugato i miei dubbi».
Stefan Ulz: Da sette anni sono padre spirituale
nel seminario minore di Graz.
All’età di quindici anni – durante una crisi di fede – sono stato in Mariapoli. Lì ho fatto due grandi scoperte:
«Dio mi ama immensamente». E l’altra scoperta: un popolo di
persone – giovani, anziani, bambini, – che vivevano il Vangelo in modo profondo
e semplice. Come non buttarsi in una vita del genere? Quello che ho
trovato allora illumina oggi la mia vita di sacerdote, il mio
lavoro con i 90 seminaristi e i 600 alunni del liceo della diocesi.
Come Helmut ha detto, avvertiamo fortemente il
problema delle vocazioni. Di rado qualcuno dei nostri
studenti passa direttamente al seminario maggiore. Ho constatato che
spesso cominciano a pensare seriamente alla propria vocazione solo dopo l’esame
di maturità.
Finora ho cercato di seguire personalmente quei pochi che davano
qualche segno di chiamata. Ma adesso stiamo pensando
di proporre loro di trascorrere un periodo insieme a sacerdoti che vivono
questo spirito di comunione. Sia il vescovo diocesano che l’ausiliare hanno fatto propria questa idea.
Non solo: a sorpresa Willi, un parroco che vive con noi questa
spiritualità, è stato nominato rettore del seminario minore e incaricato pure
della pastorale vocazionale e dei sacerdoti giovani. Così abbiamo la possibilità
di realizzare una vita di comunione ancor più intensa e di
offrirla ai futuri sacerdoti.
a cura di Stefan Ultz