Cantiere gens e Genfest

 

Due seminaristi della Polonia, per risparmiare e poter contribuire economicamente con le spese al loro soggiorno, avevano preso la decisione di venire al Cantiere gens di quest’estate in autostop. Dopo cinque ore di attesa sulla strada senza trovare qualcuno che li prendesse, pensavano d’aver sbagliato idea. Stavano già decidendo di prendere un treno, quando arriva un uomo, polacco, che dice loro: «Ho saputo che avete bisogno di un passaggio. Io vado in Slovenia». Giunto sul posto, li ha lasciati a soli 10 minuti dal Centro Mariapoli “Spes”, dove si è svolto il Cantiere gens dal 21 al 27 agosto. Sono arrivati da 17 paesi una cinquantina di seminaristi in rappresentanza di tutti i continenti. Inoltre alcune presenze particolari hanno arricchito l’incontro: tra i dieci seminaristi ungheresi tre erano di rito greco-cattolico.

La tematica centrale «Dove due o più sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro» (Mt 18, 20) è stato il motto vissuto in questo Cantiere, attraverso la meditazione quotidiana e la condivisione nei gruppetti, ma anche nelle attività di servizio e di lavoro (presso il centro che ci ospitava, la parrocchia e la casa di riposo di Postumia), e ancora nel tempo dello sport e delle uscite (con la visita della capitale Ljubljana e delle grotte di Postumia), infine nei tanti momenti spontanei di conoscenza, di riposo, di canto... In occasione dell’adorazione eucaristica dell’ultimo giorno ci siamo impegnati a vivere l’uno per l’altro, in modo da portare l’esperienza del “due o più” nelle nostre comunità.

Siamo stati arricchiti anche da varie testimonianze, tra cui quella di alcuni membri del Movimento dei focolari che ci hanno parlato del progetto della “pedagogia di comunione”, e dal racconto di una vittoria referendaria, a difesa della famiglia, promossa dai Movimenti ecclesiali impegnati insieme in dialogo tra loro.

A conclusione abbiamo preparato una serata nella quale abbiamo donato esperienze e contributi artistici alla popolazione, rimasta contenta e colpita dal clima familiare e “sorridente” che avevano sperimentato con noi. Una signora che si era allontanata dalla Chiesa si è espressa così: «È valsa la pena essere venuta, mi è piaciuta tanto l’Ave Maria cantata in cinese».

Alla fine uno dei seminaristi ha detto: «Per me sono stati giorni intensi quanto gli esercizi spirituali. Se il mio primo anno di teologia l’avevo cominciato con un congresso gens, ecco che il VI anno è stato preceduto da questo bellissimo incontro. Ora penso di avere l’anima predisposta per questo ultimo anno di seminario, decisivo per la mia vita e per il cammino verso il sacerdozio».

La forte unità vissuta durante il Cantiere ci ha preparati e guidati a Budapest al Genfest (http://www.genfest.org) dove stavano arrivando più di 12.000 giovani da tutto il mondo. Siamo giunti il 28 agosto per aiutare nei diversi servizi. Uno di noi diceva: «Il dono di sé nella preparazione, il clima nelle prove, i talenti e la disponibilità, ci hanno fatto sentire a casa, come se ci conoscessimo tutti, e anche con i più lontani o di altra fede eravamo in famiglia».