L’esperienza pluridecennale della «Scuola Loreto» a Loppiano

 

Formazione di famiglie all’evangelizzazione

a cura di Letizia Magri

 

Sotto forma d’intervista, ci vengono presentate qui la storia, la metodologia e la finalità di una “scuola” originale che Chiara Lubich ha fondato nella cittadella del Movimento dei focolari, situata a Loppiano, nei pressi di Firenze. Qui, delle famiglie che hanno avvertito la chiamata a servire il “mondo della famiglia”, si sono volute trasferire per prepararsi a testimoniare il “Vangelo della famiglia”, in modo adeguato alle sfide di oggi.

 

All’ultima svolta tra gli uliveti si intravede una bella costruzione in stile toscano. Parcheggiamo nello spazio antistante, scendiamo e vediamo venirci incontro Maria e Nino, attirati dal rumore della nostra auto. Ci aspettavano e hanno preparato una gustosa merenda nella cucinetta della casa, che ospita i locali della scuola.

Sono loro, da due anni, i responsabili di questa struttura formativa permanente per coppie e famiglie, integrata nel tessuto vitale della Cittadella internazionale del Movimento dei focolari, a Loppiano.

Hanno un bel da fare: progettazione del corso, accoglienza delle coppie-“allieve”, gestione degli appartamenti, cura dei numerosi figli delle coppie stesse, provenienti da diverse parti del mondo e dunque di lingua e cultura molto varia, da inserire nel contesto scolastico e relazionale del territorio.

Certo, non fanno tutto da soli: lavorano sodo anche Mazia e Rod, Silvana e Marco, Maria e Vito, Giuliana e Aldo, e Grazia (suo marito Valentino fa la sua parte dal Paradiso). Requisito indispensabile è la disponibilità a farsi carico di imprevisti e contrattempi, mettere in gioco tempi e spazi vitali, far circolare risorse e competenze personali e di coppia.

Tutto perché sia possibile quel bozzetto di “famiglia di famiglie dei figli di Dio” che Chiara Lubich ha intravisto proprio qui, nel 1975.

Mentre ci raccontiamo le ultime novità, ecco affacciarsi sulla porta volti nuovi; Maria e Nino provvedono alle presentazioni: «Luca e Letizia, da Roma. Yasser e Najla, dall’Iraq, Alejandro e Laura dal Paraguay, Dimitri e Elena dalla Bielorussia».

Michele De Beni, docente universitario e pedagogista noto per le sue numerose pubblicazioni, ha appena concluso la sua lezione ed è in partenza: Maria e Nino lo ringraziano, lo accompagnano alla porta e lo salutano calorosamente.

Poi ci accompagnano in un salottino, dove finalmente potremo dedicarci all’intervista per la quale siamo venuti a trovarli, per conoscere meglio origini e finalità di questa “Scuola Loreto”: un progetto formativo per famiglie, piuttosto originale sia per la sua storia che per il metodo  didattico che vi si sperimenta.

Da qualche anno è stato pubblicato un libro, che racconta tutte le tappe di questa avventura e tante esperienze delle famiglie che ne sono state protagoniste: Una famiglia grande come il mondo, scritto dal giornalista Rai, Gianni Bianco, e pubblicato dall’editrice Città Nuova.

Ci siamo preparati qualche domanda, ma è sempre inaspettato e coinvolgente quello che scaturisce dall’esperienza di chi, anche per il contatto vivo con quanti hanno condiviso con Chiara Lubich i primi passi e lo sviluppo del Movimento dei focolari, ne raccoglie oggi la sfida: valorizzare il ruolo dei coniugati e delle famiglie, come soggetti attivi nella comunità civile ed ecclesiale.

Le origini della «Scuola Loreto»

Maria: Quando è nata questa scuola?  In certo senso quando Chiara si è donata a Dio, durante la seconda guerra mondiale, e ha avuto le prime idee su questa spiritualità comunitaria: l’amore e l’unità, due caratteristiche della famiglia, perché nessuno può negare che la famiglia è chiamata all’amore e all’unità.

Nel luglio del ’67 Chiara, vedendo intorno a sé tante famiglie, lancia il Movimento “Famiglie Nuove” dicendoci di essere un popolo di famiglie, che non rimangano isolate, ma formino un movimento, tirando fuori dalla vita l’esperienza della famiglia alimentata dalla nostra spiritualità.

Nino: Volete sapere qualcosa di questa cittadella di Loppiano? Sorge nel ’62, con la presenza di persone chiamate a tutte le vocazioni, con tante espressioni normali di una città, per testimoniare la possibilità della fraternità universale fondata sul Vangelo: un’esperienza di “città-scuola di comunità”. Per contribuire alla sua costruzione vi si trasferiscono prima alcune famiglie italiane, poi altre, attirate da questa esperienza anche dai continenti più lontani. Le prime tre provenivano dall’Iisola di Futuna, dal Messico e dalla Nuova Zelanda.

Ripetere l’esperienza di Nazareth

Maria: Negli anni ’70 Chiara ha un’intuizione: anche gli sposi hanno bisogno di formazione per svolgere meglio le loro responsabilità all’interno e all’esterno della famiglia; dunque a Loppiano potrà nascere una “scuola”  per loro, sostenuta da coppie disposte a trasferirsi stabilmente qui per questo. Nel 1982 Chiara riceve alcune foto della scuola nascente e le viene chiesto di darle un nome: «Scuola Loreto – rispose – con l’augurio che ripetiate l’esperienza della famiglia di Nazareth: Gesù sempre in mezzo a voi per portare a tanti la gioia».

Da allora sono passate più di 8.000 famiglie da tutte le nazioni del mondo, per alcuni mesi, anche per un anno o due. Chi si ferma più a lungo è inserito nelle strutture lavorative della cittadella, sia per permettere il proprio mantenimento sia per attivare una comunione più profonda con tutti gli altri abitanti; si partecipa anche alle iniziative di accoglienza ai numerosi visitatori e ospiti, con la presentazione delle proprie testimonianze. Anche recentemente un gruppo internazionale di vescovi è venuto a conoscere la “Scuola Loreto”: un momento di dialogo e conoscenza molto costruttivo.

Mondialità

Nino: Quando Chiara ha fondato il Movimento “Famiglie Nuove”, ha dato un orizzonte: «un movimento di famiglie per le famiglie del mondo», cioè ci ha fatto subito guardare all’umanità.

Le famiglie che vengono qui, stabilmente o temporaneamente, dovrebbero imparare a vivere in modo tale da mostrare a tutti cos’è l’unità in famiglia ed essere strumento di unità per il mondo. Una famiglia così è un grande annuncio, col suo solo essere, non perché fa qualcosa. Inoltre, poiché la testimonianza non è solo quella della singola famiglia, ma dell’intero Movimento “Famiglie Nuove”, può incidere maggiormente nella società.

Maria: La luce del carisma dell’unità si sta diffondendo nel mondo della famiglia, aprendo sempre più anche la visione di Dio su di essa.

Qui vengono famiglie di culture molto diverse, ma tutti vivono questa spiritualità, fortemente comunitaria.

Per questo, chi parla fa il “vuoto di sé”, offrendo per amore il proprio pensiero, e chi ascolta fa lo stesso, per accogliere il dono. È in questa comunione che emergono i valori fondamentali della vita che sono in tutte le culture, mentre si indeboliscono, perché svuotati dall’interno, gli aspetti negativi legati all’una o all’altra cultura.

Un’altra cosa importante di questa scuola è che si imparano elementi di fondo, spirituali, ma anche scientifici. Sono inizi di approfondimento per conoscere più in profondità anche i contenuti umani della famiglia, e capire come fare per aiutare l’umanità a vivere con gioia l’essere uomo, donna, sposi e genitori, figli e fratelli.

Gesù Maestro

Nino: Un’esperienza caratterizza questa scuola: la scoperta che certamente c’è chi insegna e chi apprende, ma in realtà il maestro è uno solo, quello con la “M” grande: Gesù fra noi, attirato dall’amore reciproco tra i vari componenti.

Chiara nel 1987 ha fatto una riflessione su Gesù Maestro, sul suo modo di educare e, parlando ai genitori, ha detto: «Siate come lui. Alla fine dovreste anche voi dire come Gesù ai vostri figli: amatevi scambievolmente come io ho amato voi». Questa è la nostra scuola: imparare a vivere la comunione, per garantire la presenza di un solo Maestro.

Programma e didattica

Li ringraziamo del racconto appassionato di questa esperienza di vita e studio che ha ormai la sua identità e la sua tradizione e ci facciamo dire qualcosa del corso di quest’anno: oltre alle tre coppie incontrate al nostro arrivo, sono presenti due dal Vietnam, una dal Brasile, una dalla Romania e una dalla Spagna, con la partecipazione complessiva di 18 figli, di età diverse.

Il programma prevede un corso di lingua italiana, l’approfondimento della spiritualità del Movimento e di documenti della Chiesa cattolica riguardanti la famiglia, oltre ad elementi di antropologia ed etica, pedagogia e psicologia, sociologia e scienza della comunicazione. Un particolare rilievo viene dato alle problematiche emergenti, come la formazione dei giovani al matrimonio, la prevenzione dei conflitti della coppia e l’accompagnamento delle situazioni di crisi e separazione. La didattica si svolge attraverso relazioni di laici (spesso coppie di sposi) e sacerdoti, competenti nelle diverse discipline, seguite da un sostanzioso spazio per il dialogo, e laboratori per la riflessione su casi concreti, tratti dall’esperienza dei docenti e degli stessi allievi.

Ripartendo, ci resta nel cuore l’attrattiva di questo stile di comunione a 360°, 24 ore su 24, tra persone, coppie e famiglie che dedicano un tempo significativo a questa esperienza, nel desiderio profondo di ripartire più “attrezzati” per proseguire il loro cammino ma anche per offrirsi come compagni di viaggio di tanti altri, al servizio della società, della Chiesa e del Movimento “Famiglie Nuove” nel mondo.

Letizia Magri