Grande risorsa per la vita e la missione della Chiesa

 

La famiglia evangelizzata e evangelizzante

del Card. Ennio Antonelli

 

L’articolo riporta una sintesi di quanto il Cardinale Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia ha detto in un convegno delle Comunità Familiari di Evangelizzazione. Ringraziamo della possibilità che ci è stata data di pubblicarlo.

 

Eclissi di Dio in Europa

L’Europa di oggi si presenta come il continente più secolarizzato. Molto scarsa è la partecipazione alle celebrazioni religiose (in particolare la Messa della Domenica). La religione da moltissima gente viene considerata poco rilevante per la vita. Si diffondono ateismo e nihilismo, negazione di Dio e della dignità trascendente dell’uomo1.

[…] La sfida indubbiamente è dura e pericolosa; ma può offrire l’opportunità di una scelta di fede e di vita cristiana più personale, consapevole, libera, controcorrente, coraggiosa. Di fatto vediamo una fioritura di movimenti, associazioni, nuove comunità, nuclei impegnati di cristiani e di famiglie cristiane in moltissime parrocchie. Sono un dono dello Spirito Santo, rispondente alle necessità del nostro tempo, e un forte motivo di speranza per il futuro, energie nuove per la nuova evangelizzazione.

[…] In un tempo di crisi delle ideologie e di sfiducia nelle dottrine, il fascino della santità vissuta rimane intatto. Nella lettera apostolica Novo Millennio Ineunte a conclusione del grande Giubileo, Giovanni Paolo II affermava: «Gli uomini del nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di parlare di Cristo, ma in un certo senso di farlo loro vedere»2.

In questa prospettiva egli additava, come prioritaria e decisiva, la testimonianza delle famiglie cristiane esemplari.

«Ogni famiglia è una luce! (…) Nella Chiesa e nella società questa è l’ora della famiglia. Essa è chiamata a un ruolo di primo piano nell’opera della nuova evangelizzazione»3.

«Chiesa santa di Dio, tu non puoi compiere la tua missione nel mondo, se non attraverso la famiglia e la sua missione!»4. […]

La famiglia cristiana…

Dentro il sacramento generale della salvezza, che è la Chiesa, la famiglia cristiana è sacramento particolare della comunione con Dio e tra gli uomini.

Secondo l’insegnamento di Giovanni Paolo II, la famiglia, già come realtà semplicemente naturale, trova la sua sorgente e il suo modello nella Trinità divina. «L’immagine divina si realizza non soltanto nell’individuo, ma anche in quella singolare comunione di persone che è formata da un uomo e da una donna, uniti a tal punto nell’amore da diventare una sola carne. È scritto infatti: a immagine di Dio li creò; maschio e femmina li creò (Gen 1, 27)»5. «Il noi divino costituisce il modello eterno del noi umano; di quel noi innanzitutto che è formato dall’uomo e dalla donna, creati a immagine e somiglianza di Dio»6. 

Dunque ogni comunione di persone fondata sull’amore è in qualche modo un riflesso di Dio amore, uno e trino. Ma la famiglia lo è in modo specifico, tanto da meritare la qualifica di sacramento primordiale della creazione. Fin dall’inizio della storia «si costituisce un primordiale sacramento, inteso quale segno che trasmette efficacemente nel mondo visibile il mistero invisibile nascosto in Dio dall’eternità. È questo il mistero della Verità e dell’Amore, il mistero della vita divina, alla quale l’uomo partecipa realmente»7.

Il matrimonio, già realtà sacramentale in virtù della stessa creazione, è stato elevato da Gesù Cristo a sacramento della nuova ed eterna alleanza8, «rappresentazione reale (…) del suo stesso rapporto con la Chiesa»9. Il Signore Gesù, sposo della Chiesa, comunica ai coniugi il suo Spirito, il suo amore per la Chiesa, maturato fino al sacrificio supremo della croce10, in modo che il loro amore reciproco sia alimentato dal suo stesso amore sponsale, sia elevato a carità coniugale e prefiguri le nozze eterne dell’amore e della gioia, quando Dio sarà «tutto in tutti» (1Cor 15, 28). Nella famiglia cristiana il sacramento della nuova alleanza porta a compimento il sacramento primordiale della creazione; perfeziona la partecipazione e la manifestazione della comunione trinitaria.

La famiglia cristiana “piccola Chiesa” (o chiesa domestica) non è un modo di dire, una metafora, per suggerire una vaga somiglianza. Si tratta, invece di una attuazione della Chiesa, specifica e reale; di una comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante come la Chiesa. Ascoltiamo ancora Giovanni Paolo II: I coniugi «non solo ricevono l’amore di Cristo, diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante»11.

Come la Chiesa, anche la famiglia cristiana evangelizza innanzitutto con quello che è e poi con quello che fa e dice; prende parte alla missione evangelizzatrice impegnando «se stessa nel suo essere e agire, in quanto intima comunità di vita e di amore»12. Il suo essere in Cristo comunità di vita e di amore si ripercuote in tutto il suo agire […]13.

… evangelizzata ed evangelizzante

La famiglia cristiana è stata da sempre la prima via di trasmissione della fede e anche oggi ha grandi possibilità di evangelizzazione.

Può evangelizzare nella propria casa con l’amore reciproco, la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, la catechesi familiare, l’edificazione scambievole.

Può evangelizzare nel suo ambiente mediante le relazioni con i vicini, i parenti, gli amici, i colleghi di lavoro, la scuola, i compagni di sport e divertimento.

Può evangelizzare in parrocchia mediante la fedele partecipazione alla Messa domenicale, la collaborazione al cammino catechistico dei figli, la partecipazione a incontri di famiglie, movimenti e associazioni, la vicinanza alle famiglie in difficoltà, l’animazione di itinerari di preparazione al matrimonio.

Può evangelizzare nella società civile dandole nuovi cittadini, incrementando le virtù sociali, aiutando le persone bisognose, aderendo alle associazioni familiari per promuovere una cultura e una politica più favorevole alle famiglie e ai loro diritti14.

Per evangelizzare non basta essere battezzati; non basta neppure essere praticanti della domenica, se non si ha uno stile di vita coerente col Vangelo. Occorre una robusta spiritualità. «Le sfide e le speranze che sta vivendo la famiglia cristiana – dice Giovanni Paolo II – esigono che un numero sempre maggiore di famiglie scopra e metta in pratica una solida spiritualità familiare nella trama quotidiana della propria esistenza»15. La solida spiritualità, di cui parla il Papa, va intesa come rapporto vivo con Cristo vivo e presente, in virtù dello Spirito […].

L’importanza della preparazione al matrimonio

Benedetto XVI […] ha ulteriormente sviluppato le indicazioni (presenti nella Familiaris Consortio) […] riguardo alla preparazione al matrimonio […].

«La preparazione remota riguarda i bambini, gli adolescenti e i giovani. Essa coinvolge la famiglia, la parrocchia e la scuola, luoghi nei quali si viene educati a comprendere la vita come vocazione all’amore, che si specifica, poi, nelle modalità del matrimonio e della verginità per il Regno dei Cieli, ma è sempre vocazione all’amore. In questa tappa, inoltre, dovrà progressivamente emergere il significato della sessualità come capacità di relazione e positiva energia da integrare nell’amore autentico. La preparazione prossima riguarda i fidanzati e dovrebbe configurarsi come un itinerario di fede e di vita cristiana, che conduca ad una conoscenza approfondita del mistero di Cristo e della Chiesa, dei significati di grazia e di responsabilità del matrimonio (cf FC 66). La durata e le modalità di attuazione saranno necessariamente diverse secondo le situazioni, le possibilità e i bisogni. Ma è auspicabile che si offra un percorso di catechesi e di esperienze vissute nella comunità cristiana, che preveda gli interventi del sacerdote e di vari esperti, come pure la presenza di animatori, l’accompagnamento di qualche coppia esemplare di sposi cristiani, il dialogo di coppia e di gruppo e un clima di amicizia e di preghiera. Occorre, inoltre, porre particolare cura perché in tale occasione i fidanzati ravvivino il proprio rapporto personale con il Signore Gesù, specialmente ascoltando la Parola di Dio, accostandosi ai Sacramenti e soprattutto partecipando all’Eucaristia. Solo ponendo Cristo al centro dell’esistenza personale e di coppia è possibile vivere l’amore autentico e donarlo agli altri: “Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla” ci ricorda Gesù (Gv 15, 5). La preparazione immediata ha luogo in prossimità del matrimonio. Oltre all’esame dei fidanzati, previsto dal Diritto Canonico, essa potrebbe comprendere una catechesi sul Rito del matrimonio e sul suo significato, il ritiro spirituale e la cura affinché la celebrazione del matrimonio sia percepita dai fedeli e particolarmente da quanti vi si preparano, come un dono per tutta la Chiesa, un dono che contribuisce alla sua crescita spirituale. È bene, inoltre, che i Vescovi promuovano lo scambio delle esperienze più significative, offrano stimoli per un serio impegno pastorale in questo importante settore e mostrino particolare attenzione perché la vocazione dei coniugi diventi una ricchezza per l’intera comunità cristiana e, specialmente nel contesto attuale, una testimonianza missionaria e profetica»16. […]

Conclusione

Ha scritto il Cardinale Ratzinger: «La Chiesa di massa (come era nel passato) può essere qualcosa di bello, ma non è necessariamente l’unico modo di essere della Chiesa. La Chiesa dei primi tre secoli era piccola (…) ma sentiva una grande responsabilità nei confronti dei poveri, dei malati, nei confronti di tutti». Anche se le comunità ecclesiali sono numericamente piccole, hanno un dinamismo universale, proteso verso tutti gli uomini; possono disporre alla salvezza in vario modo anche quelli che sulla terra non arrivano alla piena adesione a Cristo e rimangono fuori dei confini visibili della Chiesa. Certo il Signore vuole la cooperazione dei suoi discepoli alla salvezza di tutti gli uomini; ma egli solo è il Salvatore e conosce le vie da percorrere. «La missione non si fonda sulle capacità umane, ma sulla potenza del Risorto»17.

Valorizzate da lui come suo segno e strumento, le comunità ecclesiali e le famiglie cristiane possono avere un’efficacia molto più ampia di quanto sia empiricamente verificabile.

La prospettiva sacramentale implica l’evangelizzazione intesa come irradiazione e consente di mantenere ferma la fiducia nonostante le difficoltà e gli apparenti insuccessi. «La notte è buia – ha detto Paolo VI – ma non bisogna aver paura della notte, finché ci sono fuochi accesi che illuminano e riscaldano».

Card. Ennio Antonelli

 

1)            Cf Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Fides et ratio, 90.

2)            Giovanni Paolo II, Lettera apostolica Novo Millennio Ineunte, 16.

3)            Id., Discorso all’Incontro Mondiale delle Famiglie (8.10.1994) n. 6.

4)            Id., Discorso alle famiglie neocatecumenali (30.12.1988).

5)            Id., Messaggio per la XXVII Giornata Mondiale della Pace (1994) n. 1.

6)            Id., Lettera alle Famiglie Gratissimam Sane, 6.

7)            Id., Catechesi del 20 febbraio 1980, n. 3.

8)            Cf Id., Esortazione apostolica Familiaris Consortio, 19.

9)            Ibid., 13.

10)         Cf ibid., 19.

11)         Ibid., 49.

12)         Ibid., 50.

13)         Cf ibid., 17.

14)         Cf ibid., 44.

15)         Giovanni Paolo II, Discorso del 12 ottobre 1988.

16)         Benedetto XVI, Discorso all’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia (8.2.2010).

17)         Giovanni Paolo II, Lettera enciclica Redemptoris missio, 23.