Perché tutti siano UNO

Notizie dal mondo dei seminari - 56

 

La PAROLA fa VIVERE

Regolarmente ci arrivano notizie da seminaristi di tutto il mondo che ci comunicano la gioia che provano al ritrovarsi una volta alla settimana o una volta al mese per riflettere sulla “Parola di Vita” – commento mensile di Chiara Lubich a una frase biblica. Sono momenti che aiutano a crescere nella comunione e a santificarsi insieme perché, sostenuti da questo commento, ci si racconta come si fa a vivere il Vangelo nel quotidiano.

Dall’Argentina un seminarista ci ha scritto: «Il nostro seminario è composto da quattro comunità: seminario minore, propedeutico, filosofia e teologia; in ciascuna di esse ci sono tra cinque e sette seminaristi che volentieri s’incontrano per meditare la Parola di Dio e vivere meglio la loro vita cristiana. Uno di loro, durante il nostro incontro settimanale ha raccontato: “Vivendo la frase del Vangelo perdonare ‘fino a settanta volte sette’ (Mt 18, 22), ho sentito il bisogno di ristabilire il rapporto con un compagno, col quale da due anni ci eravamo distanziati per la diversità di criteri e di pensiero; sono andato a trovarlo per riconciliarmi con lui; con un abbraccio abbiamo sigillato il nostro ricominciare insieme”».

Anche in Germania vari seminaristi hanno incominciato a radunarsi; ci scrivono: «In questo primo appuntamento non siamo riusciti ad incontrarci tutti, ma eravamo in sei. Dopo aver preso un tè abbiamo letto il commento della Parola del mese ed è nato uno scambio di esperienze sulla nostra vita concreta affrontando insieme le domande che sorgevano».

Contagiante l’appuntamento mensile di alcuni seminaristi e sacerdoti che studiano a Roma. Il loro stare insieme li aiuta a crescere nella comunione e a fare uno stacco dallo studio. Durante un’ora e mezza non fanno altro che mettere in comune le loro esperienze vissute alla luce della “Parola di Vita”.

Si coglie così l’importanza di fomentare di più nelle case di formazione dei “futuri ministri dell’altare” il dinamismo del vivere il Vangelo e far circolare i frutti che ne scaturiscono. In questo modo metteremo una base solida alla nostra vita seguendo l’invito di Gesù: «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia» (Mt 7, 24).

Ci auguriamo che in tanti altri seminari nascano queste cellule vive contribuendo così a creare un clima di famiglia e una comunità di discepoli intorno all’Unico Maestro.

 

L’AMORE tutto può

Ho ritrovato la pace

Corea.  «Nel nostro seminario siamo in tre a condividere i frutti della “Parola di Vita”. Ci siamo accordati per incontrarci ogni sera per l’esame di coscienza e leggere il Vangelo del giorno; e poi condividere anche le esperienze della giornata. Mi è capitato di perdere la pace interiore nel giorno in cui Gesù nel Vangelo parlava di pace: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace” (Lc 19, 42). Vivendo insieme a tanti compagni, dopo tre settimane, pensavamo di conoscerci abbastanza, e quindi ho preso in giro uno di loro. Lui ha reagito con tanta rabbia. Io non ho chiesto scusa perché, secondo me, era uno scherzo leggero. Durante la giornata mi ritornava spesso quel momento, e non mi sentivo in pace. Dopo essermi confessato, ho deciso di chiedergli scusa. Siccome non l’ho trovato nella stanza, m’è venuta l’idea di scrivergli una letterina e di lasciargli un biscotto e una bevanda. Questo fatto mi ha ridato una pace grande! Ho raccontato agli altri due  quest’esperienza e sono rimasti felici». (N. K.)

Ho dato al cellulare il giusto posto

Italia. «Durante la GMG a Madrid ho smarrito il mio cellulare. Ci sono rimasto male perché, amando la tecnologia, avevo sostituito da poco il mio che era vecchio con questo nuovo modello. Tornato a casa sono preso da una frenesia: devo avere un cellulare nuovo a tutti i costi! E mi metto a confrontare prezzi, cercando occasioni e offerte convenienti. Non ho molti soldi da parte, ma mi sembra che avere questo modello di telefono sia indispensabile e sono anche disposto a dare fondo ai risparmi. Poi, penso alla volontà di Dio e capisco di essere troppo legato all’idea di avere un cellulare nuovo. Prego e decido di non comprare nessun telefono, e di tornare invece a usare quello vecchio. Capisco che ero legato a una cosa, e avevo perso troppo tempo e risorse, che avrei potuto impiegare per amare! Sono comunque felice di avere capito e superato questa cosa. Passano circa tre mesi e un sacerdote che insegna in seminario mi offre il suo vecchio telefono cellulare, avendone ricevuto uno nuovo in regalo: proprio il modello che avrei voluto comprare! Ora ho il telefono nuovo, ma grazie a Dio riesco a dargli il giusto posto nella vita, lo uso ma so che se dovessi separarmene di nuovo non sarebbe un problema, ne sono ormai libero! Grazie Gesù che m’hai aiutato a fare la tua Volontà, e a essere fedele nelle piccole cose». (A. A.)

Spinto dall’amore gli ho detto di sì

Romania. «Mentre preparavo un importante esame, con poco tempo, in quel momento mi si è avvicinato un compagno chiedendomi di aiutarlo a scrivere la tesina: gli ho detto sì. Lui era molto contento della disponibilità e io ho capito quanto sia importante aiutare i fratelli in necessità. Nonostante ciò, ho avuto ancora un po’ di tempo riuscendo a prepararmi bene per l’esame che ho superato in modo brillante». (B. I.)

L’ho ascoltato profondamente

Spagna. «Dopo pranzo ero con due compagni. Uno di loro ha iniziato a parlarmi, ma  non gli prestavo molta attenzione perché ero più interessato a ciò che raccontava l’altro. Entrato in stanza, mi sono accorto che la Voce interiore mi diceva che non avevo amato quel fratello con la dovuta attenzione. Subito ho fatto questa preghiera: “Perdonami Gesù, dammi un’altra occasione per rimediare a quella mancanza”. Alla sera quello stesso compagno mi ha chiesto di aiutarlo a portare un mobile nella sua stanza. Finito questo lavoro, ha sentito il bisogno di raccontarmi un’esperienza e questa volta mi sono particolarmente impegnato – e ci sono riuscito – ad ascoltarlo profondamente, sperimentando una grande gioia. Il giorno dopo, anche lui era particolarmente contento». (A. M.)