Punto di riferimento nella crescita delle nuove generazioni

 

La consegna del Vangelo ai ragazzi

 

di Walter Kostner e Agostino Spolti

 

Gli autori narrano l’importanza che sin dall’inizio Chiara Lubich ha dato al Vangelo nella formazione della terza generazione del Movimento dei focolari e ne indicano la preziosità e validità. Ognuno è chiamato a vivere e ad annunciare il Vangelo, tenendo conto dell’importanza che hanno i metodi e lo stile nell’insegnarlo con la vita e la parola.

 

Il Vangelo è stato la sorgente dalla quale è scaturito non solo il Movimento dei focolari, ma anche ogni sua espressione e ramificazione.

Chiara Lubich ha posto questa base, da subito, anche coi ragazzi quando negli anni ’70 è venuta in luce la loro realtà. Infatti, appena nato il movimento di preadolescenti e adolescenti che volevano vivere la sua spiritualità, ha fatto lei stessa la solenne consegna del Vangelo.

 

Un vangelino tascabile...

In uno dei primi grandi incontri internazionali, siamo nel ’74, Chiara ha regalato – ha messo letteralmente in mano a ciascuno personalmente – un Vangelino tascabile, in modo da poterlo portare sempre con sé. In quella occasione lasciava loro un messaggio di cui riportiamo qualche stralcio:

«Carissime e carissimi gen 31, all’inizio di questo nuovo anno 1974 vorrei darvi una consegna che risulti “storica” nella vita dei gen 3. Si tratta del Vangelo.

Come più volte nei congressi vi ho detto, la caratteristica dei gen 3 è e sarà la santità. Ora la santità si raggiunge vivendo il Vangelo.

[…] la mia consegna non sarà solo di parole di incoraggiamento, ma del libro stesso. È il regalo che volevo farvi.

[…] Il Vangelo è stato, è e resterà il libro del rinnovamento dei singoli e della società. Occorre nutrirsene sin da giovani per santificarsi e cambiare il mondo.

Coll’augurio che viviate talmente bene il Vangelo che chiunque vi veda possa dire: “Ecco un altro piccolo Gesù che passa sulla terra”, vi saluto»2.

Questa consegna si è ripetuta negli anni. Per i ragazzi questo dono del Vangelo è sempre molto importante e lo custodiscono gelosamente. Sappiamo di tanti – ormai adulti – che ancora conservano questo piccolo Vangelo sul loro comodino, e che ogni giorno ne leggono un brano per improntarne la loro vita quotidiana.

 

...per conoscerlo e viverlo

Lo scopo di questa consegna era che lo leggessero, lo facessero conoscere a tanti altri ragazzi e ragazze ma, soprattutto, che lo vivessero.

Mentre con gli adulti si spiegano le cose, per comprenderle e poi cercare di metterle in pratica, coi piccoli il processo è piuttosto l’inverso. Nell’età dei preadolescenti le cose si capiscono soprattutto vivendole.

Ad esempio: l’assistente che accompagna i ragazzi racconta un’esperienza di come avendo vissuto l’evangelico “date e vi sarà dato” la cosa si è avverata, e invita i ragazzi a provare anche loro a farlo. I ragazzi tornano a casa e cercano a loro volta di dare e fanno l’esperienza di ricevere il centuplo promesso da Gesù. All’incontro seguente, i ragazzi racconteranno pieni di gioia e di sorpresa ciò che è successo; allora l’assistente potrà rifarsi al Vangelo riportando l’insegnamento di Gesù: “Date e vi sarà dato”, “Chi rinuncerà a causa mia… avrà il centuplo”. E potrà approfondire queste realtà e collegarle con le diverse verità della fede valorizzando il catechismo, per dar loro una solida base cristiana.

Raccontandosi le esperienze vissute, i ragazzi si infiammano reciprocamente e si sentono spinti a vivere il Vangelo con ancora maggiore intensità ed entusiasmo. In questo modo i ragazzi pian piano assimilano la mentalità di Gesù, la mentalità evangelica.

In una conversazione Chiara li invitava a vivere la Parola anche per un altro motivo, citando Gesù: «Chi ascolta la Parola e la mette in pratica è come un uomo saggio che costruisce la casa sulla roccia: venne la pioggia, vennero le bufere, ma la casa non crollò». E spiegava che se poi, come capita nella giovinezza e oltre, vengono dubbi, crisi,  ”bufere”, la casa non crollerà perché è fondata sulla roccia della Parola di Dio.

Ma questa vita col Vangelo si comincia in un modo adatto già da bambini. Chiara sin dalla più tenera età vuole far conoscere loro in modo progressivo Gesù, la sua storia, i suoi miracoli e li invita a fare tanti piccoli atti d’amore, per vivere secondo la Parola.

Crescendo è bello e importante che i ragazzi comincino a scoprire le mille sfumature dell’amore che nel Vangelo sono tutte dispiegate: dal dare un bicchiere d’acqua, al piangere con chi piange, dal perdonare, al perseverare, dall’amore reciproco a dare la vita per i propri amici…

 

Sperimentarne la parte «negativa» e quella «positiva»

A questa età è importante far loro capire quello che Chiara dice della Parola: che c’è sempre una parte negativa e una parte positiva; una parte di fatica, di morte all’egoismo, di perdere, e un’altra del trovare, del centuplo, della resurrezione: «Beati i poveri perché di essi è il regno dei cieli»; «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio».

I ragazzi cominciano a imparare che la vita evangelica ha questa logica, la logica del “chicco di grano” che se non muore rimane solo, ma se muore porta molto frutto. Non possiamo né dobbiamo ingannarli tacendo la prima parte; dobbiamo aiutarli a scoprire il segreto della vita e della vera felicità. Ciò dà realismo, solidità alle scelte e alla persona stessa che via via intuisce e sperimenta cosa significhi crescere nell’amore vero e contribuire alla diffusione del Regno di Dio sulla terra. C’è qualche volta il rischio di parlare del Vangelo, di presentare tematiche formative, o di proporre un filmato, ma senza accertarsi, con cura e amore, di quanto tutto ciò sia vissuto e messo in pratica tutti i giorni. 

Allora può succedere che i ragazzi arrivino ad una certa assuefazione alle parole e ne perdano l’“incanto”. Tutti, non solo i ragazzi, ci stanchiamo delle parole quando rimangono vuote e ripetute, ma nessuno si stanca della vita, perché essa è sorprendente, imprevedibile, assicura una perenne novità. Ma si tratta di riuscire a viverla come una continua e avvincente avventura.

 

Proporre di vivere il Vangelo è dare una solida formazione...

La vita della Parola fa crescere non solo la conoscenza di Gesù, ma forma i ragazzi come persone, a tutti i valori umani. Li fa maturare nel senso di responsabilità in un mondo individualista che li porta a guardare solo a loro stessi; sviluppa in loro la sensibilità alla sofferenza degli altri quando tutti cercano di sfuggire il dolore; dà loro il senso della giustizia, li sensibilizza alla condivisione, li porta a vivere la purezza e a cercare rapporti veri, all’autenticità e alla libertà in un contesto conformista, alla fedeltà e all’interiorità in un mondo che coltiva la superficialità.

Ma ciò che è più importante è che, attraverso il Vangelo, i ragazzi possono trovare un rapporto profondo con Gesù, in modo che diventi il loro primo e più grande amico, e imparare così ad ascoltare la sua voce e a vivere in sua compagnia.

 

...nella gradualità

Chiara diceva ai ragazzi di portare Dio e il Vangelo ai loro amici e compagni, di portarlo a più ragazzi possibile, perché i ragazzi ascoltano soprattutto quelli della loro età.

E per favorire questo, si è consolidata una certa prassi, e cioè si inizia a proporre a chi è nuovo la “Regola d’oro” («tutte le cose che volete che gli altri vi facciano, fatele anche voi a loro»); uno dei criteri-guida del Vangelo, una parola di vita eterna, con lo spessore dell’infinito che scopriranno più tardi mentre lo vivono. Questa frase mette in moto l’amore, e poi si passa all’amore al fratello, quindi all’amore scambievole, che crea quella realtà che genera, anche se ancora non lo sanno, la presenza di Gesù tra loro. In seguito, si passerà gradatamente a proporre le altre frasi da vivere, spesso illustrate e esemplificate da una esperienza su un foglietto da portare con sé o su una pagina di internet.

Potranno scoprire così che l’amore è radice di ogni Parola e necessariamente arriveranno a chiederne la fonte, giungendo per esperienza vitale a conoscere Dio-Amore, Dio che li ama immensamente e personalmente.

 

Sperimentare la presenza di Gesù

Chiara indicava anche ai ragazzi, con un linguaggio adatto, che il Vangelo che noi viviamo è quello illuminato dalla spiritualità dell’unità.

Perciò abbiamo l’attenzione a offrirlo proprio così, e cioè come occasione per sperimentare e portare la presenza di Gesù in mezzo a quanti sono radunati in suo nome. E anche i più nuovi a questa esperienza, ne sentono la presenza in una gioia tutta particolare che non sanno descrivere o alla quale danno vari nomi. Una ragazza diceva, ad esempio, che sentiva “un calduccio al cuore”! Non richiama forse questa espressione l’episodio dei discepoli di Emmaus che sentivano ardere il loro cuore per la presenza di quel Personaggio che inizialmente non avevano riconosciuto? È Lui anche oggi l’unico Maestro che spiega e illumina le sue Parole e le rende comprensibili e attraenti ai ragazzi di oggi.

 

Condividere le esperienze attraverso i mezzi d’oggi

Chiara ci consigliava di dare il Vangelo con immagini e aggiungeva che le nostre ”parabole” sono le esperienze.

Sì è lanciato ad un certo punto un concorso dal titolo: “Riscriviamo il Vangelo con la nostra vita”, un concorso di esperienze sceneggiate con delle foto in sequenza con un power point o un piccolo filmato.

Questo è diventato un modo semplice e accessibile a tutti, ormai coi cellulari e i computer a disposizione, per raccogliere e far circolare le esperienze, invece di scrivere un libro. Non solo perché, come sappiamo, ormai si legge poco, ma anche perché i prezzi della stampa alle volte sono fuori dalla portata dei ragazzi.

 

Il Vangelo è ciò che rimane

Dopo anni di questa esperienza, se ne vedono i frutti.

I primi gen 3, i primi ragazzi che hanno fatta loro questa “vita del Vangelo”, ora sono adulti, e incontrandoli, dal modo di pensare e di agire, dal modo di affrontare il dolore e le prove della vita, dalle iniziative – le più varie – che attuano per sanare piaghe della società, si vede come il Vangelo ne abbia formato la mentalità in profondità, e che davvero, come diceva Chiara, se tutti i Vangeli del mondo andassero persi, guardando la loro vita li si potrebbe riscrivere3.

Molti hanno già raggiunto il Cielo lasciando una scia di luce e facendo una via di santità. Basti pensare a Chiara Luce Badano, per citarne soltanto la più nota, riconosciuta Beata dalla Chiesa, la cui esperienza sta trasformando la vita di tanti nel mondo4.

Andando a visitarne la cameretta, si può vedere il piccolo Vangelo foderato di carta a fiorellini e con all’interno il suo nome. Ogni giorno lo leggeva e cercava di metterlo in pratica.

Walter Kostner e Agostino Spolti  

 

 

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1)            Chiara Lubich ha chiamato “gen 3” gli adolescenti e preadolescenti del Movimento dei focolari, distinguendoli così dai giovani (gen 2) e dai bambini (gen 4).

2)            C. Lubich, Ai Gen 3, Città Nuova, Roma 1978, 106-109; Id., La Parola di Dio, Città Nuova, Roma 2011, 73-75.

3)            Cf Scritti spirituali, vol. 3, Città Nuova, Roma 1979, 56.

4)            Cf M. Voce, Insegna ai giovani a volare alto in “L’Osservatore Romano” (27-28 settembre 2010), 8; M. Zanzucchi, «Io ho tutto». I 18 anni di Chiara Luce, Città Nuova, Roma 2010 (4a edizione, aggiornata e ampliata); F. Coriasco, Dai tetti in giù. Chiara Luce Badano raccontata dal basso, Città Nuova, Roma 2010. Segnaliamo pure il DVD, per la regia di Maria Amata Calò, Chiara Luce Badano - Uno splendido disegno.