Non parole, parole, ma… la Parola

 

La «Parola di Vita»

come metodo pastorale

 

di Adolfo Raggio

 

Commentando gli Orientamenti Pastorali della Conferenza episcopale italiana per gli anni 2010-2020, è stato scritto: «Se il Medioevo seppe creare [attraverso dipinti, affreschi, vitraux…] la Biblia pauperum per la sua gente semplice e analfabeta, oggi per la nostra gente […] occorre una nuova Biblia pauperum. Potrà e saprà esserlo la vita delle nostre comunità?» (M. Semeraro). Il presente contributo menziona una strada in questo senso, sperimentata con notevole successo da decenni in comunità, parrocchiali e non, di tutto il mondo.

 

Riscoprire «la Parola»

Spesso nelle piazze, sui giornali, alla televisione, nelle riunioni e persino nelle case ci sentiamo subissati da valanghe di parole – Wittgenstein le chiamerebbe parole-chiacchere1 – al punto che esse hanno perso la loro incidenza e significanza. Viene in mente la canzone di Mina: “Parole, parole, parole”. Scrive al riguardo Massimo Baldini:  «Nella galassia elettronica ed elettrotecnica le parole e poi le immagini hanno fatto bancarotta. Le parole-parlanti si sono fatte sempre più rare e le parole-parlate sempre più frequenti. Le parole – come sostiene Lee – sono diventate dei “necrologi” del pensiero»2.

È urgente ritornare alla Parola che si è fatta carne (cf Gv 1, 14), che è Vita, Esistenza autentica, e che si è espressa in parole di vita eterna (cf Gv 6, 68).

Lo ha sottolineato il Concilio Vaticano II nella Costituzione dogmatica Dei Verbum3, e recentemente Benedetto XVI, sulla scia dei suoi predecessori, nell’Esortazione apostolica Verbum Domini4.

Leggiamo nei Lineamenta in preparazione al Sinodo dei Vescovi sulla Parola: «La Chiesa confessa di essere continuamente chiamata e generata dalla Parola di Dio. […] La  Scrittura sta quindi nel cuore e nelle mani della Chiesa come la “Lettera che Dio ha inviato agli uomini”, libro di vita, oggetto di profonda venerazione, analogamente al Corpo  stesso di Cristo. In essa scopre qual è il piano di Dio su di sé, sul mondo degli uomini e delle cose»5.

Coscienti che «La Chiesa si fonda sulla Parola di Dio, nasce e vive di essa»6, tanti parroci hanno sentito l’esigenza di trovare nuove forme per aiutare le comunità a conoscere, meditare e vivere il Vangelo, perché «la Parola di Dio sta alla base di ogni spiritualità cristiana»7.

 

Per una comunità rivestita di Vangelo

La parrocchia, «Chiesa che vive in mezzo alle case dei suoi figli e delle sue figlie»8, è chiamata ad essere  una «comunità evangelizzata ed evangelizzante»9.

È utile individuare piste che aiutino a realizzare questa mèta. Ne proponiamo alcune.

Certamente la prima pista è la testimonianza concreta di coloro che si impegnano a tradurre in vita il Vangelo, tanto più nel mondo d’oggi, secondo la nota espressione di Paolo VI: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni»10.

Occorre dunque vivere il Vangelo, ma anche annunziarlo. Gesù ha inviato gli apostoli a “predicare”. La predicazione, soprattutto se basata sulla Parola vissuta, è uno strumento efficace per  aiutare la gente a mettere in pratica gli insegnamenti della Scrittura. Purtroppo non sempre la predicazione è così. L’omelia può essere un’opportunità preziosa se trasmette un Vangelo vivo orientato alla pratica e accompagnata da fatti di vita11, mentre crea rigetto se si presenta come pura speculazione o imposizione di precetti. Ci sono comunità dove il parroco suggerisce ogni domenica una frase del brano evangelico da vivere, come propone, ad esempio, l’iniziativa Camminare insieme12.

In parrocchia sono tante le opportunità per annunziare la Parola: durante le funzioni liturgiche, nei raduni, nel confessionale, negli incontri casuali... Anche il catechismo a tutti i livelli, dai bambini agli adulti, deve aiutare a entrare nel Vangelo, non informando ma formando, non trasmettendo solo conoscenze e nozioni ma facendo discepoli di Gesù. Perciò in un numero sempre più grande di parrocchie, alla fine di ogni incontro catechistico si dà una frase biblica a senso compiuto – in sintonia con quanto trattato – da vivere, in modo tale che nell’incontro seguente si possano raccogliere le esperienze di quanto quella Parola di Dio ha inciso nella propria vita. Questo rende molto più feconda e attraente la catechesi, facendo crescere anche la perseveranza delle persone, specie se abbiamo saputo rapportarle con le attività e la vita della comunità.

Significativa la “trovata” di un parroco: a ciascuno dei comitati della parrocchia ha assegnato una frase del Vangelo, come “programma” che aiuta a crescere nella vita evangelica, secondo le caratteristiche proprie di ogni settore, carisma o associazione. Ci sono ad esempio parrocchie che durante la Messa dei bambini fanno raccontare a coloro che frequentano la catechesi gli atti di amore fatti vivendo il Vangelo. Oltre la simpatia che ciò suscita è una grazia per tutta la comunità, perché quello che capiscono i bambini può essere compreso da tutti. In altre comunità si valorizza la festa della mamma e quella del papà facendo momenti conviviali e raccontando esperienze della Parola. Alcune parrocchie delle Filippine hanno inserito come parte del programma di formazione umano-spirituale della comunità l’impegno di vivere una parola del Vangelo ogni mese.

Una iniziativa da incoraggiare per i tanti frutti che è capace di produrre, è la Giornata della Parola di Vita che si celebra ogni anno in diverse regioni. Si attua in forme varie: con una celebrazione liturgica seguita da un incontro in cui si raccontano fatti di vita ispirati al Vangelo, oppure in un pomeriggio o in una serata con un momento conviviale (una cena) arricchito da canti e musica intercalate con esperienze vive della Parola.

 

Uno strumento per essere Parola viva

Inoltre esistono altri «diversi metodi per accostare con frutto e nella fede le sacre Scritture»13. Fra essi la Verbum Domini cita in modo particolare la Lectio divina14, ampiamente diffusa nelle comunità ecclesiali con molti riflessi mositivi.

Nel Movimento dei focolari si è andato  delineando un metodo che si è rivelato efficace per la traduzione in vita del Vangelo e per rendere evangelizzanti i vari ambiti dell’esistenza umana, la già citata “Parola di Vita”.

Ecco come ne parla Chiara Lubich: “Lo Spirito Santo ci ha suggerito anche un modo semplice per tradurre la Parola di Dio nel quotidiano, ora diffuso in tutto il mondo e applicato in numerose parrocchie: la Parola di Vita. Si tratta di una frase [della Scrittura]…, con un breve commento che aiuta ad incarnarla nella vita di tutti i giorni. Poi, a sostegno e incoraggiamento reciproco, si mettono in comunione le esperienze fatte. Per la pratica fervente della Parola di Dio, molte parrocchie sono oggi comunità evangelizzate ed evangelizzanti»15.

Effettivamente in numerose parrocchie di tante nazioni, quando alcune persone della comunità si dimostrano interessate ad attuare il Vangelo si propone loro di partecipare a un incontro sulla Parola di Dio. Si mette in luce non solo il valore della Parola ma anche com’è possibile tradurla in vita, e al momento opportuno si spiega cos’è la pratica della Parola di Vita. Si comincia in genere con un piccolo gruppo, che poi cresce e spesso si moltiplica in tanti altri gruppi. Ciò contribuisce in modo consistente a “evangelizzare” la comunità e il territorio attorno.

La Parola di Vita di ogni mese viene stampata col commento, ormai in molte migliaia di copie in tutti gli angoli del mondo, su un foglietto in modo da poterla avere a portata di mano. In alcune parrocchie viene anche stampata su piccole “card”, con i punti essenziali del commento, così da portarla con sé magari nel portafoglio; ciò serve a tanti, specie ai giovani ma non solo, oltre che per meditarla ogni tanto, soprattutto come “pro-memoria” per ricordarsi di viverla. In alcune comunità si fa anche un’edizione per ragazzi con disegni e un linguaggio adatto a loro.

 

Caratteristiche dell’incontro della Parola di Vita

Presentiamo ora alcuni aspetti che caratterizzano l’incontro della Parola di Vita, tipici di una spiritualità di comunione.

Preparazione fatta insieme

Si parte dalla preparazione. Se nella comunità ci sono già alcune persone che sono animate dalla spiritualità dell’unità troveranno il modo di incontrarsi per preparare l’incontro: curare l’ambiente perché sia armonioso, un’accoglienza calda e attenta soprattutto a chi viene per la prima volta, stilare il programma che comprende un breve commento della Parola di Vita, scegliere le testimonianze da raccontare o qualche canto adatto, da proporre o da insegnare.

L’iniziativa può nascere anche da una singola persona che vive questo spirito. Pure in questo caso l’animatore si metterà in comunione con altri amici, specie i malati, per assicurarsi il supporto della comunione spirituale e della preghiera.

Creare un clima adeguato

All’inizio dell’incontro si punta a creare un’atmosfera di famiglia, accogliendo le persone, interessandosi di loro, invitandole a conoscersi reciprocamente in modo che cresca il reciproco amore evangelico. In questo modo è Gesù stesso che si rende presente nella comunità secondo la sua promessa (cf Mt 18, 20), ed è lui che illumina le parole del Vangelo, provocando il desiderio di metterle in pratica.

Racconta una persona che è stata chiamata a proporre il “metodo” della Parola di Vita in una comunità parrocchiale: Mi hanno invitato a iniziare e animare un incontro della Parola di Vita in un’altra parrocchia. Ho trovato un piccolo gruppo di  uomini e alcune signore. Ho cercato di conoscerli e far sentire loro il mio amore, mettendo da parte per il momento il desiderio di presentare loro la Parola di Vita. Hanno cominciato a parlare dei loro problemi, del loro lavoro, delle loro famiglie... Li ho ascoltati a lungo, tanto che il tempo è passato. Solo all’ultimo ho potuto dire che ero venuta per comunicare loro la Parola di Vita del mese. Sembrava un incontro fallito! Loro però erano così contenti che mi hanno chiesto di ritornare. La volta dopo erano il doppio, perché essi hanno invitato gli amici e questa volta  hanno voluto sapere a fondo della Parola di Vita. Ho capito dai frutti che nel primo incontro, anche se non avevo potuto presentare la Parola di Vita, era  presente fra noi Gesù, “Parola viva”.

Il commento alla frase del Vangelo

Preparato il clima di amore fraterno, si annuncia la Parola di Vita scelta per quel mese e si legge un breve commento che ne faccia cogliere il significato vitale e aiuti a metterla in pratica.

Il commento è necessario perché ogni Parola di Dio è immensamente ricca di significati e di applicazioni pratiche. Ha scritto S. Efrem: «Chi è capace di comprendere, Signore, tutta la ricchezza di una sola delle tue parole?  […]  [Egli] ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla»16. 

Perciò la spiegazione che si presenta per ogni Parola proposta, aiuta a comprenderla meglio nel suo contesto, a svelarne per quanto possibile la ricchezza e a indicare alcune pratiche applicazioni per tradurla nel vissuto quotidiano.

Uno dei rilievi messi in luce da Chiara è che sotto ogni parola del Vangelo si trova un invito ad amare.

E spiega: «Il fatto è che ogni Parola, pur essendo espressa in termini umani e diversi, è Parola di Dio. Ma siccome Dio è amore, ogni Parola è carità. Crediamo di aver in quel tempo (già agli inizi del Movimento) scoperto sotto ogni Parola la carità»17.

Così, vivendo la Parola, cambiano i rapporti con Dio e con i fratelli e sorelle, fioriscono comunità animate dall’amore evangelico e si contribuisce a diffondere la fraternità universale e a favorire l’unità fra tutti.

La Lubich precisa: «Il nostro Ideale, la volontà di Dio su di noi, […] è l’unità. Nello stesso tempo ogni mese ci viene proposta una Parola di Vita […]. Come possiamo vivere l’unità e nel medesimo tempo la nuova Parola? Così: vivendo benissimo, giorno dopo giorno, la Parola come aiuto per attuare l’unità. Vivere la Parola, insomma, in funzione dell’unità»18.

Testimonianze di chi ha vissuto la Parola

Un momento tipico dell’incontro della Parola di Vita è quello delle esperienze.  Si tratta di fatti di vita quotidiana (piccoli o grandi, a casa, per strada, nel lavoro, nel proprio impegno culturale, sociale, politico, …), in cui la Parola ha raddrizzato o dato nuovo significato alle nostre azioni. Si comunicano anche le impressioni o i propositi che ascoltando la Parola della Scrittura e le conseguenti esperienze, sono stati suscitati in ognuno.

Riportiamo a titolo di esempio una di queste esperienze di una mamma di famiglia.

«Abito con la mia famiglia in un quartiere di Colle Salario a Roma. La nostra parrocchia  di S. Giovanni della Croce ha appena 19 anni, dei quali 13 passati sotto “la tenda”, e 6 nel nuovo bellissimo tempio. La nostra storia, infatti, ha avuto inizio in un locale di 185 mq destinato a negozio, dove abbiamo ricavato la chiesa, l’ufficio parrocchiale e persino un mini appartamento per il parroco.

Allora ero una giovane sposa con il mio primogenito appena nato. Mi presentai al parroco per mettermi a disposizione e lui mi propose di partecipare agli incontri della Parola di Vita. Ci si trovava ogni settimana con altre persone di tutti i tipi – coppie, giovani, meno giovani, suore, due diaconi e il sacerdote. Facevamo conoscenza, prendevamo una frase del Vangelo e cercavamo di metterla in pratica e man mano scoprivamo vari punti o aspetti della spiritualità dell’unità, che ci affascinavano. Cercavamo di amare tutti, di dare la vita l’uno per l’altro, di fare la volontà di Dio nell’attimo presente: in famiglia, al lavoro, in parrocchia, e poi tutti a raccontarci le nostre esperienze di Vangelo vissuto. Tutti insieme, proprio così! Perché volevamo farci santi insieme, ma in una santità di popolo.

Ed è proprio grazie a questa unità, che una Parola in particolare ha segnato il cambiamento della mia vita: «Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei Cieli ve lo concederà. Perché dove sono due o tre, riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18, 19-20). In questi anni mi sono accadute delle cose durissime: ho perso il marito e anche la mia casa. Ero costretta a fare un lavoro faticosissimo e umiliante per dare una vita decorosa ai miei figli. Ma la comunità del Movimento dei focolari e altre persone della parrocchia non mi hanno lasciata sola e insieme abbiamo pregato con nel cuore la certezza che il Padre non mi avrebbe abbandonato. E così è stato: poco prima di essere cacciata dalla mia casa, ne ho trovata un’altra bellissima e non distante. E poi ho anche realizzato il sogno della mia vita: fare la maestra.

La mia vita è cambiata, ha acquistato uno spessore diverso. Ho sperimentato che le parole del Vangelo sono vere, cioè si avverano, e che tutti possiamo farne esperienza. “Cercate prima il regno di Dio”. E il regno di Dio io l’ho trovato lì “dove sono due o più uniti nel mio nome”».

Un incontro dinamico, aperto e fruttuoso

L’incontro della Parola di Vita non è riservato a un gruppo o agli appartenenti a un Movimento, ma è aperto a tutti. Un raduno non statico ma dinamico, in crescita, perché quelli che partecipano comunicano le loro impressioni ed esperienze agli amici e attirano altri.

Sono tanti i frutti prodotti da questi incontri, come abbiamo visto. Ecco qualche altro breve flash.

Incontrandoci regolarmente ogni mese vedo che Dio e la fede sono più vicini alla gente. La vita della Parola ci dà forza. Una donna alla quale è morto il marito è riuscita a superare la crisi, un’altra aiuta la nuora a ricevere i sacramenti.

Lo slogan “per te Gesù” di fronte ai vari atti della giornata, ha preso dimora  nei nostri sette gruppi della Parola di Vita. I giovani lo portano anche a casa e così il “virus” si allarga.

 

La parrocchia trasformata dal Vangelo

Sono ormai numerose le parrocchie dove si tengono gli incontri della Parola di Vita e in varie di esse i raduni si sono pure moltiplicati nei quartieri e nei caseggiati. Si  incomincia così a  creare una rete di evangelizzazione mediante questo rapporto vitale con la Parola di Dio che poi influisce su tutta la comunità e sul territorio attorno, perché la vita è sempre contagiosa.

Terminiamo riportando l’esperienza di un’altra parrocchia che ha messo a frutto il metodo della Parola di Vita.

 «Nella nostra parrocchia, in accordo con il parroco, cerchiamo di irradiare la vita del Vangelo, mettendolo in pratica prima di tutto fra noi.

Di mese in mese, la Parola di Vita sta penetrando nelle sempre più numerose persone della città e dei villaggi attorno. Negli anni si sono formati 30 gruppi, con circa 600 persone, distribuiti nei diversi rioni della città e fuori. All’inizio del mese i perni di questi gruppi s’incontrano con il parroco per approfondire insieme la nuova Parola e prepararsi agli incontri.

Oltre a questo, 400 copie del giornalino parrocchiale, che comprende anche il commento della Parola di Vita, sono distribuite ogni mese nelle chiese.

Qui si formano altri gruppi come una rete che si allarga, e raccoglie circa duecento persone, anche non credenti. Il commento non lascia nessuno indifferente e la comunicazione delle esperienze coinvolge tutti. Si creano rapporti fraterni, nascono piccole comunità vive dove si sperimenta la forza di Gesù in mezzo alla comunità.

Ci rendiamo conto che poco a poco si diffonde una mentalità evangelica che pervade le conversazioni, gli atteggiamenti e le attività di molti. Inoltre la comunità diventa attraente anche per coloro che non hanno convinzioni religiose».

Adolfo Raggio

 

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1)            L. Wittgenstein, Ricerche filosofiche, Einaudi, Torino 1967, 109.

2)            M. Baldini, Elogio del silenzio e della parola,  Rubbettino, Soveria Mannelli 2005, Introduzione, VII.

3)            «La Chiesa ha sempre venerato le Divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo… non mancando mai … di nutrirsi del Pane della vita dalla mensa sia della Parola che del Corpo di Cristo…», e «considera le Divine Scritture come la regola suprema della propria fede» (Dei Verbum 21).

4)            «La Parola di Dio ci è data proprio per costruire comunione… è molto importante la lettura comunitaria perché il soggetto della Sacra Scrittura è il popolo di Dio,  la Chiesa» (Verbum Domini [VD] 71).

5)            Lineamenta per la XII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa, n. 18.

6)            VD 3.

7)            VD 86.

8)            Giovanni Paolo II, Chistifideles laici 26.

9)            Ivi 36.

10)         Paolo VI, Evangelii nuntiandi 41.

11)         “L’omelia costituisce un’attualizzazione del messaggio scritturistico, in modo tale che i fedeli siano indotti a scoprire l’efficacia della Parola di Dio nell’oggi della propria vita” (VD 59).

12)         L’Associazione “Camminare insieme” pubblica un foglio che riporta, a servizio delle omelie, una frase centrale del Vangelo di ogni domenica con un breve commento illustrato da esperienze. Indirizzo: p.tta Mons. Caneus, 14 – Longare (Vicenza); email: info@camminareinsieme.net

13)         VD 87.

14)         Cf VD 86-87. Al n. 87, ne sono descritti brevemente i passi fondamentali: lectio, meditatio, oratio, contemplatio, actio. Il “metodo” della Parola di Vita di cui parleremo a continuazione, può dare un contributo a riguardo mostrando che è possibile concludere questi passaggi “classici”, con un altro che è presente nella tradizione della lectio divina però al quale in genere non si arriva: la collatio, che «è dialogo di gruppo, conversazione comunitaria… profondamente rispondente alle istanze di dialogo e di ricerca comunitaria del nostro tempo» (M. Masini, La “lectio divina”. Teologia, spiritualità, metodo, San Paolo, Cinisello Balsamo 1996, 455, 457). Importanti i consigli che offre per la pratica di questo aspetto della Lectio divina, un Padre della Chiesa, san Basilio: «Parlare conoscendo l’argomento; interrogare senza voglia di litigare; rispondere senza arroganza; non interrompere chi parla se dice cose utili; non intervenire per ostentazione; essere misurati nel parlare e nell’ascoltare; imparare senza vergognarsene; insegnare senza prefiggersi alcun interesse; non nascondere ciò che si è imparato agli altri» (cit. in ivi, 456).

15)         L’esperienza del Movimento dei Focolari, in Pontificio Consiglio per i Laici, La parrocchia ritrovata, Percorsi di rinnovamento, LEV, Città del Vaticano 2007, 202.

16)         Sant’Efrem, Commento sul Diatessaron, 1, 18, cit. in C. Lubich, Vivere. La Parola che rinnova, Città Nuova, Roma 2008, 44.

17)         C. Lubich, Essere tua Parola, Città Nuova, Roma 2008, 30.

18)         Id., La vita un viaggio, Città Nuova, Roma 1984, 19-20.