Mezzi di comunicazione e unità della famiglia umana

 

 Nel campo delle comunicazioni, poi, ci è sempre parso un segno della provvidenza di Dio l’attuale sviluppo di potenti mezzi di comunicazione sociale atti a rendere più unita la famiglia umana, allorché Dio deponeva nei nostri cuori un suo carisma finalizzato a così alto scopo.

Contemporaneamente è evidente – e risulta chiaramente dai fatti – che questi mezzi non bastano da soli ad unire i popoli e le persone e ad accrescere la qualità della vita. Bisogna che essi siano messi al servizio del bene comune e che quanti li adoperano siano animati dall’amore.

Ed è qui che il nostro carisma ha molto da dire, da dare. Esso diffonde l’amore vero nei cuori e con esso l’interesse per ogni uomo e per tutto ciò che riguarda l’umanità. Insegna a stabilire relazioni durature, costruttive e creative. Instilla soprattutto, negli animi, l’arte del comunicare che è l’arte del “non essere”, per saper ricevere (accogliere, fare proprio, l’altro, le notizie, tutto) e anche dare (parlare, scrivere al momento e nei modi più opportuni), essendo l’amore.

E con questo si crea condivisione, partecipazione, comunione.

Quando più professionisti della comunicazione, come già fanno coloro che lavorano con questo spirito in quella realtà che noi chiamiamo NetOne, faranno tacere il loro io per lasciare spazio allo Spirito di Dio in loro, i media dimostreranno la loro capacità di moltiplicare il bene all’infinito, la voce di Dio si farà più sonora in tutti e i loro operatori assolveranno la loro vocazione ad essere strumenti di unità a servizio dell’intera umanità.

 

Chiara Lubich

 

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Da: Gesù abbandonato e la notte collettiva e culturale in “gen’s” 37 (2007) 47.