perchè tutti siano uno

Notizie dal mondo dei seminari - 54

La volontà di Dio ci fa liberi

«Il seminario è un ambiente un po’ particolare; a volte c’è un po’ di sofferenza per le regole, gli orari, lo studio. Ma è vero che, se sono in seminario, sono felice di esserlo, di vivere bene la volontà di Dio, non solo in quel momento, ma anche in quel luogo». Così si è espresso uno dei partecipanti a un incontro internazionale di seminaristi.Poter vivere in seminario con serenità e felicità è davvero il modo migliore per crescere e formarsi in tutte le dimensioni. A questo proposito, è certamente una sfida quotidiana non lasciarsi prende­re dalle cose da fare, ma piuttosto acquisire una vita equilibrata che abbia come base prima di tutto la carità (cf 1Pt 4, 8). Farsi quindi un orario settimanale nel quale prevediamo il tempo neces­sario non solo per la preghiera, ma anche per fare sport e relax; non cimentarsi solo nello studio e nella pastorale, ma avere cura anche dell’ordine della propria stanza e attenzione a un’alimenta­zione sana e ordinata; quando ci sono gli esami, saper sospendere di tanto di tanto un po’, per tirar fiato e ripuntare l’anima in ciò che unicamente vale, in modo da riprendere poi con nuova forza e concentrazione. E tutto ciò non solo individualmente, ma coin­volgendo in questa dinamica anche i propri compagni, in modo da creare un clima fraterno che sarà a beneficio di tutti.In pratica, si tratta di modellare la nostra vita sempre più secondo quella di Gesù, l’uomo-Dio nel quale l’umano e il divino si coniu­gavano con la più grande semplicità, secondo un piano che non veniva da lui ma che egli coglieva di momento in momento dal Padre. Constatiamo quanto sia importante per questo imparare a staccarci dai nostri programmi, dalle nostre idee, dai nostri punti di vista e anche dalle cose materiali, come la nostra stanza o i nostri libri – piccoli legami che possono impedirci di essere vera­mente liberi e di fidarci della Provvidenza.Significativa l’esperienza che ci ha scritto un seminarista della Romania: «Mi stavo preparando per un esame che dovevo soste­nere il lunedì. Nei giorni precedenti però sono sopragiunti vari altri impegni che mi hanno chiesto di porre la mia fiducia in Dio, facendo di momento in momento la sua volontà: il venerdì sono dovuto stare assieme a due amici che erano venuti a farmi visita; neanche sabato ho potuto prendere in mano i libri perché aveva­mo un ritiro. Venuta la domenica, mi sono dedicato tutto il giorno a preparare bene il resto della materia. Lunedì, dopo aver risposto a tutte le domande dell’esame, ho sentito una grande gioia».

 

Scuola di VANGELO

Nella cittadella del Movimento dei focolari, a Vargem Grande Paulista (San Paolo), c’è la scuola di vita `Ianua Coeli”, che accoglie seminaristi col consenso dei loro vescovi per approfondire la spiritualità di comunione durante il periodo di un anno. Attualmente sono in sei provenienti da cinque diocesi del Brasile. Oltre ai momenti di preghiera e di meditazione insieme sulla Parola di Dio, il momento centrale della giornata è l’Eucaristia.Non mancano momenti formativi con la presenza di esperti su tematiche varie.

L’esperienza del lavoro è molto arricchente. Tre lavorano nel Progetto Sociale `Jardim Margarida”che si cura di bambini e ragazzi poveri, due lavorano nel `Bairro do Carmo”, antica abitazione di schiavi, e uno nella falegnameria della cittadella.

Di seguito riportiamo alcune loro testimonianze:

 

L’amore si rende tangibile

«La possibilità concreta di vivere il Vangelo nel contesto di questa scuola è di grande ricchezza. Infatti, l’amore si rende tangibile nelle piccole azioni quotidiane. Il segreto consiste nel perdere tutto per guadagnare tutto, affidandosi pienamente alla volontà di Dio, specialmente quando la mia volontà desidera parlare più forte della Sua; lasciandosi guidare da lui come fa un cieco che vede solo con gli occhi del fratello. In concreto quello che mi ha segnato profondamente è il farsi uno con l’altro per­ché possiamo edificare assieme la stessa sto­ria, lasciando in disparte ogni individuali­smo dell’uomo vecchio e permettendo così che l’uomo nuovo viva in noi». (F. S.)

Una vera esperienza di Dio

«Nel 2010 ho avvertito il desiderio di vivere un rapporto più profondo con il Vangelo come segno di gratitudine per tutto ciò che Dio ha operato nella mia vita. La scuola Ianua Coeli è una vera esperienza di Dio per me. Capire i valori, le abitudini e la formazione degli altri seminaristi è una sfida ma, allo stesso tempo, una grande ricchezza. Percepisco che il mio lavoro nel “Bairro do Carmo” mi aiuta a formare un cuore di pastore. Alle volte mi domando se c’è bisogno di zappare, dipingere quel muro, fare altri lavori, vedo prima però il bisogno di rimettermi nella volontà di Dio e dare un significato soprannaturale a ogni semplice lavoro. Per concludere devo dire che Dio sta realizzando grandi cose nell’anima mia». (A. A.)

Seguire i piani di Dio

«Fermarmi per un anno durante il corso di teologia non era nei miei piani. Ho accettato con una certa difficoltà l’invito a fare quest’esperienza. Ora, dopo un mese, ho capito che questo era nei piani di Dio per me. Avverto che qui Dio mi parla attraverso le piccole cose di ogni giorno, sia nel lavoro che nei momenti di preghiera, come nei momenti con i fratelli. Quello che avverto forte nel mio cuore è che Dio ci vuole persone felici e a questo si arriva cercando di vivere l’amore reciproco tra di noi e verso i volti sfigurati che ogni giorno troviamo, specialmente nel lavoro con i bisognosi: tutte espressioni di Gesù abbandonato nel suo dolore. Sono sicuro che quest’esperienza di Vangelo vissuto mi aiuterà a essere migliore». (A. V.)

La Provvidenza

«Una delle cose che dovevo fare nel mio lavoro al “Progetto Social Jardim Margarida” era insegnare ai bambini e ragazzi una specie di danza: “dança de rua”. I giorni passavano e io vedevo tanti DVD e videoclips ma non trovavo una luce per questo lavoro. Inoltre questa situazione mi era già insopportabile perché avevo accettato questo compito pur non sapendo niente di danza. Con altri due compagni siamo andati alla tomba della Serva di Dio, Ginetta Calliari, per dire il rosario e lì in cuor mio ho detto a Gesù: “Guarda, se è vero che esiste la Provvidenza nella maniera con la quale ne parlano le focolarine, io chiedo come Provvidenza un professore di danza che mi sostituisca in quel lavoro”. Gesù mi ha preso in parola e due giorni dopo è venuto da noi un giovane che in passato è stato aiutato da questo Progetto. Voleva dare il suo contributo in qualcosa e una di queste era la danza. Devo dire che in quel momento mi sono venuti in cuore tanti sentimenti: meraviglia, gioia, commozione. Molto toccato ho ringraziato Dio.

Alla fine della giornata, ritornando dal lavoro, ho raccontato ai miei compagni l’accaduto. Anche loro sono rimasti impressionati». (L. S.)

 

 

"Due sono gl’inganni principali con cui il demonio suole allontanare i giovani dalla virtù. Il primo è di metter loro in mente che il servire al Signore consista in una vita malinconica e lontana da ogni divertimento e piacere. Non è così, cari giovani. Io voglio insegnarvi un modo di vita cristiana, che possa nel tempo stesso rendervi allegri e contenti, e mostrarvi quali sono i veri divertimenti e i veri pia­ceri, sicché possiate dire col santo Profeta Davide: Serviamo il Signore in santa alle­gria: Servite Domino in laetitia. [...] L’al­tro inganno è la speranza d’una lunga vita, di convertirvi poi nella vecchiaia o in punto di morte. Badate bene, miei figliuo­li, che molti furono in tal modo ingannati. Chi ci assicura di venir vecchi? Bisogne­rebbe patteggiare con la morte che ci aspetti fino a quel tempo; ma vita e morte sono nelle mani del Signore, il quale può disporne come a Lui piace". San Giovanni Bosco

 

 

Maria Voce

E se usciamo dalla volontà di Dio?

«La volontà di Dio è come un raggio di luce, e ognuno ha il suo specifico raggio attraverso il quale arriva a Dio. Ma può essere anche che noi sbagliamo in questo e perdiamo il nostro raggio. Può succedere?»

Guarda, può succedere, può succedere perché siamo liberi, perché Dio ci lascia liberi, perché, appunto, siamo noi che decidiamo di rispondere sì o no. Qualche volta capiamo che Dio vuole una cosa ed evitiamo di farla perché non ne abbiamo voglia e perché siamo liberi di sbaglia­re. Quindi magari noi sappiamo che dovremmo fare così e invece facciamo in un altro modo. E abbiamo sbagliato, siamo usciti dal raggio.

Qualche volta usciamo anche inavvertitamente, senza volerlo, perché non siamo stati attenti ad ascoltare la voce di Dio, perché qualcuno ci ha distratto o perché qualcuno ci ha tirato da un’altra parte. Può succedere.

Quello che assolutamente dobbiamo ricordarci in questi momenti è che Dio su di noi ha un disegno d’amore e che fa di tutto per realizzarlo. Noi facciamo sì e no, tante volte no e qual­che volta sì; ma Lui è sempre sì, Lui fa di tutto. Quindi fa di tutto per riacchiapparci, se per caso siamo usciti dal raggio. E’ disposto persino, qualche volta, a cambiare il suo disegno, a far passare il raggio un pochettino di traverso pur di riportarci nel “sole”.

E allora noi, guardando le cose da sotto, magari diciamo: «Ah! Che sbaglio è stato quella volta, veramente; ho rovinato tutto, la mia vita...». Noi vediamo così. Ma se abbiamo il corag­gio anche in quei momenti di fidarci di Lui e dire: «Guarda, adesso mi trovo lontano da quel­lo che tu volevi. Cosa faccio?».

Allora lui ti riacchiappa e ti rimette nel raggio. E per forza deve fare così, perché è morto per noi! Tu vuoi che non gli interessi? Lui è morto per te, è morto per me, e vuoi che non gli inte­ressi come vado a finire io? Vuoi che non gli interessi se io realizzo o non realizzo il mio dise­gno? Per forza gli deve interessare!

“GEN”, nn. 1-2, gennaio-febbraio 2011, pp. 6-7

Notizie flash

«Ho riscoperto la voglia di amare Dio e torno felicissimo a casa». «Sento una nuova forza e serenità che voglio portare nella quotidianità». Così si esprimevano due seminaristi alla fine del nostro Congresso al Centro Mariapoli di Castelgandolfo (Roma) nel dicembre 2010. Ci siamo ritrovati in 46, venuti da diversi paesi d'Europa per riflettere insieme sul tema della volontà di Dio e anche per condividere le nostre esperienze. Durante l'incontro regnava una vera comunione tra noi: «La volontà di Dio è la cosa più bella che si può fare nella vita»; «La volontà di Dio per me è la via di santificazione»; «Ho capito che la volontà di Dio è ades­so, vivere bene il Congresso».
Un incontro simile si è svolto anche in Brasile, vicino a S. Paolo, con la partecipazione di 60 seminaristi e 60 sacerdoti, arri­vati da varie regioni del paese per vivere giorni di comunione e centrare la propria vita sul volere di Dio. Identica scoperta: «Solo vivendo la volontà di Dio siamo pienamente liberi di fare le nostre decisioni», così commentava uno dei partecipanti.
Uno dei momenti più toccanti è stato la testimonianza di due coniugi. Dopo quattro anni di attesa, lei rimane incinta. I medici
diagnosticano una pseudo gravidanza e decidono di iniziare le Cir) procedure per l'aborto. La ricerca della volontà di Dio ha salvato ed la bambina, oggi ventenne. «L'esperienza di questa coppia ci ha emozionati. Dio realizza la meraviglia della vita secondo la Sua volontà», così uno dei sacerdoti.
Anche in Corea del Sud, ai primi di gennaio, si sono dati appuntamento 15 seminaristi e 7 sacerdoti sul tema "Il sí dell'uomo a Dio". Alla fine uno di loro condivideva: «Durante quest'incontro «Io ho potuto riflettere su ciò che trascuravo nella mia vita; ora voglio, ricominciare con una fede più solida in Dio». E un altro: «Ho imparato una verità: che se viviamo la volontà di Dio dandole la priorità, attaccamenti e preoccupazioni spariscono naturalmente». Ancora un altro ha scritto: «Torno a casa colmo dell'amore di Dio».