Vita ecclesiale

Il “Cortile dei gentili”

 

È stata creata una sezione speciale del Pontificio Consiglio della Cultura intitolata “Il cortile dei gentili”.

L’origine e la finalità di questa iniziativa si trovano in un passaggio del discorso che Benedetto XVI il 21 dicembre 2009 ha rivolto alla Curia Romana: «Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di “cortile dei gentili” dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa. Al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto».

Così l’ha commentato il card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, in una delle diverse interviste rilasciate a riguardo: «Mi viene in mente la parola che Gesù cita dal profeta Isaia, che cioè il tempio dovrebbe essere una casa di preghiera per tutti i popoli (cf Is 56, 7; Mc 11, 17). Egli pensava al cosiddetto cortile dei gentili, che sgomberò da affari esteriori perché ci fosse lo spazio libero per i gentili che lì volevano pregare l’unico Dio, anche se non potevano prendere parte al mistero, al cui servizio era riservato l’interno del tempio».

Tra le finalità di questa nuova fondazione, ha aggiunto il cardinale, si trovano il «creare una rete di persone agnostiche o atee che accettino il dialogo», «studiare lo spazio della spiritualità dei senza Dio su cui aveva già indagato la Cattedra dei non credenti del cardinale Martini a Milano», «sviluppare i temi del rapporto tra religione, società, pace e natura». Vuole essere – ha precisato ancora – «lo spazio di un vero dialogo nell’amicizia».

La presentazione e l’inizio di questo nuovo cammino si svolgerà il 12 febbraio nell’Aula Magna dell’Università di Bologna. Ma la sua manifestazione più solenne si avrà a Parigi il 24 e 25 marzo. Si tratterà, secondo lo stesso card. Ravasi, di «un evento particolarmente complesso, vasto, perché sono coinvolte le presenze più alte della cultura francese.  (…) I momenti fondamentali saranno quattro: il primo sarà alla Sorbona e vedrà un dialogo tra intellettuali; il secondo momento si terrà all’Unesco, dove verrà invece affrontata più la dimensione socio-politico-culturale; il terzo momento sarà rappresentato da un luogo esclusivo, dove saranno per eccellenza i membri ad essere interlocutori e cioè l’Accademia di Francia, la celebre Coupole; nel quarto momento, infine, abbiamo voluto allargare questo Cortile ed entrare in un cortile spaziale, l’immensa piazza che si trova davanti alla Basilica di Notre-Dame, dove saranno convocati i giovani, che assisteranno certamente ad uno spettacolo, ma che avranno anche l’occasione per poter varcare – forse – questo Cortile ed entrare – se lo vogliono – credenti e non credenti, all’interno del Tempio, dove la comunità di Taizé preparerà un modulo di preghiera per mostrare anche ai non credenti come il credente invoca il suo Dio».

Gli incontri di Bologna e di Parigi saranno solo i primi di una serie di eventi internazionali. Sono infatti già in preparazione progetti per Tirana e Stoccolma e, secondo il cardinale, «si pensa di varcare l’Oceano e di andare in Paesi più remoti, partendo dagli Stati Uniti, dove c’è già un interesse a Chicago e a Washington; e poi ancora in Paesi dove il cattolicesimo non è presente in maniera significativa, ma dove è presente una religiosità di altro genere: pensiamo all’Asia».

a cura di Enrico Pepe