Preti in un mondo che cambia

Recensione a cura di Enrique CAMBÓN

 

Più volte l’allora card. Ratzinger ha trattato del sacerdozio ministeriale in termini di unità tra Antico e Nuovo Testamento, rilevando da un lato la novità e al contempo la continuità tra il sacerdozio dell’una e dell’altra Alleanza: «Il Nuovo Testamento rappresenta sostanzialmente un taglio netto col passato oppure un adempimento, nel quale tutto, anche se trasformato, è ripreso e proprio nel rinnovarsi conservato? (…) dobbiamo dire, senza vergogna né richiesta di scuse, ma con grande decisione e gioia: Sì, il sacerdozio della Chiesa è continuazione e ripresa proprio in quella novità radicale e trasformante»[1].

Allo stesso tempo è innegabile che, di fatto, «l’applicazione del linguaggio sacerdotale al ministero ordinato – e cioè frutto del sacramento dell’ordine sacro – ha comportato, col tempo, il trasferimento in esso di concetti specifici del sacerdozio antico, che hanno finito con l’accentuarne l’aspetto cultuale-rituale rispetto a quello apostolico e con l’innescare un processo di sopravvalutazione dello stato clericale a scapito del sacerdozio universale dei fedeli»[2] .

Basterebbero questi cenni per cogliere la portata delle realtà che sono in gioco nell’affrontare il tema del sacerdozio. Si potrebbe dire che confrontarsi oggi con la realtà del ministero sacerdotale, costituisce una cartina da tornasole che obbliga a riflettere più chiaramente sul disegno di Dio sulla Chiesa in tanti suoi aspetti, di fondo e strutturali, teologici e quindi pastorali, al suo interno e nei suoi rapporti con la vita dell’umanità.

Perciò questo piccolo libro, che raccoglie gli atti di un seminario di studio che radunò 48 studiosi di 21 nazioni, è importante. Chi si addentra nella sua lettura troverà infatti un ventaglio di temi di cocente attualità. Dalla conferenza di Chiara Lubich del 1982 nell’aula Paolo VI (per la prima volta una laica e donna parla nella sala d’udienze del Papa, di fronte a 7.000 preti arrivati da tutto il mondo, e lo fa sulla spiritualità e la figura del sacerdote), a una diagnosi sulle sfide che la cultura attuale soprattutto in Occidente pone all’identità e all’azione presbiterale (Carlos García Andrade cmf); dall’immagine di Chiesa che offre il Vaticano II rispondendo alla domanda “quale prete per quale Chiesa?” (Brendan Leahy), alla prospettiva ecumenica presentata da un sacerdote anglicano che fa parte del centro studi “Scuola Abbà” del Movimento dei focolari (Callan Slipper); dai tratti distintivi che possono configurare una spiritualità per i presbiteri diocesani (Hubertus Blaumeiser), a una riflessione acuta e stimolante sul rapporto tra i presbiteri e i nuovi carismi ecclesiali (Fabio Ciardi omi); dalla domanda “Quale pastorale e quale esercizio del ministero in una Chiesa che cambia?” (Christian Hennecke), all’importanza di scoprire come misura del proprio ministero l’Abbandono di Cristo in croce che risponde ai tanti “perché” della storia (Silvano Cola, ancora in quello storico incontro del 1982). Chiude il libro una postfazione scritta da tre specialisti su diverse tematiche che, come sa chi ha le mani in pasta, sono d’urgente interesse: le vocazioni al ministero presbiterale, la circolarità tra i vari stati di vita, quale progetto può essere più adeguato alle necessità della formazione presbiterale oggi, il rapporto tra formazione permanente e fraternità sacerdotale, così come tra sinodalità e discernimento comunitario.

Nel contesto di una tale panoramica, ho voluto intenzionalmente menzionare solo alla fine, dedicandogli un paragrafo a parte, l’apporto che a mio parere costituisce il fulcro di tutto il discorso: l’intervento del presidente dell’Associazione dei teologi italiani, Piero Coda, dal titolo “Il ministero presbiterale nella Chiesa Popolo di Dio e in relazione al sacerdozio di Cristo”. Avendo partecipato personalmente al simposio ho potuto avvertire che è stato il punto più alto, innovativo e stimolante, attorno a cui hanno ruotato gran parte dei dialoghi e delle riflessioni che si sono susseguite in quei giorni. Tuttavia, vedendo adesso lo scritto (a voce il Coda aveva illustrato e ampliato i suoi appunti), ho constatato che è molto sintetico e di una densità che fa sì che ad un primo approccio possa risultare di non immediata e totale comprensione. Solo ad una seconda e più ancora ad una terza lettura sono riuscito a individuare e cogliere con maggiore chiarezza le idee veicolate da questo scritto. Ho voluto condividere questa mia esperienza con chi legge questo contributo, affinché sappia che presumibilmente dovrà farlo non solo con interesse, ma con accortezza e attenzione – meglio ancora,dopo aver letto l’introduzione al volume, scritta dallo stesso autore assieme all’altro curatore – per cogliere l’importanza delle sue proposte teologiche e pratiche. La posta in gioco e lo spessore di ciò che viene offerto ben valgono lo sforzo.

Finendo la lettura di un libro così ricco pur nella sua brevità, si ha la chiara impressione di aver a che fare con contributi che porgono elementi validi e per certi versi originali. Fatto con un’onestà che non si nasconde le difficoltà, da persone che hanno sensibilità moderna e persino simpatia (che non guasta), ma che soprattutto “hanno qualcosa da dire”, con una serietà e apertura teologica, spirituale e propositiva, che apre ampi orizzonti di speranza.

Non è un luogo comune – lo avvertirà ogni lettore – se diciamo che si tratta non di un discorso completo e concluso ma proprio di un inizio, che chiama continuità, successive esplicitazioni e approfondimenti teorici e operativi. Sarebbe molto auspicabile che non tardino ad arrivare.

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 P. Coda – B. Leahy (edd.), Preti in un mondo che cambia, Città Nuova, Roma 2010.


[1] Il ministero e la vita dei presbiteri, in “Sacrum Ministerium” II/1 (1996) pp. 20-21; per altri suoi scritti a riguardo, prima e durante il suo pontificato, cf Servitori della vostra gioia. Meditazioni sulla spiritualità sacerdotale, Ancora, Milano 20023, spec. pp. 124 ss.; “Natura del sacerdozio”, in La Chiesa. Una comunità sempre in cammino, Paoline, Cinisello Balsamo 2008; Benedetto XVI, Pensieri sul sacerdozio, Libreria Editrice Vaticana 2009.

[2] P. CODA, voce “Sacerdote/Sacerdozio”, in P. Coda – G. Filoramo, Dizionario del cristianesimo, vol. II, Utet, Torino 2006, pp. 964-965 (cf anche le voci “Clero” e “Ministero”).